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29 Gennaio 2019 - 23 Shevat 5779
PAGINE EBRAICHE 24


ALEF / TAV DAVAR PILPUL
alef/tav
Michael Ascoli, rabbino
 “Alienazione, solitudine ed una forte sensazione di abbandono”. Questo è quanto caratterizza l’opera di Edgar Keret secondo i giudici che gli hanno assegnato il premio letterario Sapir. Certamente espressione del mondo occidentale, questa descrizione non suona affatto nuova. Colpisce invece che si riferiscano a un autore israeliano. È il segno di un processo che porterà/sta già portando Israele a essere “una nazione (occidentale) come le altre?”. Nelle opere di Amos Oz, recentemente scomparso, il rapporto con Israele e con l’ebraismo è molto più centrale: segno del passaggio generazionale?
 
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Dario
Calimani,
Università di Venezia
Chi dobbiamo ringraziare se, senza tregua, ci troviamo costretti a parlare di antisemitismo? La sinistra? La destra? La nostra civilissima civiltà? Le curve sud degli stadi di calcio? I terzomondisti ignoranti che non si rifiutano di studiare la complessa storia del Medio Oriente? O magari il senatore grillino Elio Lannutti?
 
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Hebron senza osservatori
Non consentiremo la presenza di una forza internazionale che agisce contro di noi”. Così il Premier israeliano Benjamin Netanyahu nell’annunciare ieri la fine della missione degli osservatori di stanza ad Hebron dal 1997. “Il riferimento – spiega La Stampa – è a una serie di ‘incidenti’ che hanno visto penalizzati, secondo il governo israeliano, gli abitanti degli insediamenti ebraici nella città a maggioranza araba della Cisgiordania, dove sono ospitate le Tombe dei patriarchi, uno dei luoghi più sacri dell’ebraismo”.
In Israele si avvicina intanto l’appuntamento con le elezioni. Secondo Avvenire, si tratta di un appuntamento che rappresenta “una svolta per la quantità di donne presenti ai primi posti nelle liste dei vari partiti”.

Esce allo scoperto il padre di Starbucks, Howard Schultz, 65 anni, che ha ufficialmente annunciato la propria intenzione di candidarsi alla Casa Bianca. Il Corriere racconta così la sua scalata dal basso: “L’imprenditore mette sul tavolo la sua storia, i suoi quarant’anni di lavoro e il suo patrimonio, stimato dalla rivista Forbes in 2,8 miliardi di dollari. Sposato, due figli, è nato a New York in una famiglia di origine ebraica senza grandi mezzi. È riuscito, comunque, a laurearsi, con una borsa di studio, alla Northern Michigan University”.

Sospetto caso di meningite per un ragazzo che ha partecipato venerdì scorso al convegno “Trasmettere e insegnare la Shoah è impossibile?” organizzato anche dall’UCEI alla Camera. “Ieri sera – segnala il Corriere – è partito un tam-tam per rintracciare tutte le persone presenti nell’auletta dei Gruppi Parlamentari al convegno. Sono stati avvisati tutti i deputati con una mail del servizio per le competenze parlamentari, invitando gli onorevoli e i loro collaboratori a contattare gli uffici preposti ‘quanto prima’. Altre mail sono arrivate ai funzionari e ai dipendenti della Camera e ai giornalisti parlamentari”.
 
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  davar
il maxipiano d'investimenti nel sud del paese
11 miliardi di dollari in hi-tech, Intel scommette su Israele
Un piano da 11 miliardi di dollari. È quello che il gigante dell'hi-tech Intel vuole mettere a punto nel sud d'Israele per sviluppare nuovi microprocessori ad altissime prestazioni. “Il management globale di Intel ci ha comunicato che ha deciso di investire altri 40 miliardi di shekel in Israele, una decisione senza precedenti che, secondo le attese, porterà alla creazione di migliaia di posti di lavoro nel sud del Paese” le parole del ministro delle Finanze Moshe Kahlon. L'investimento sarà diretto a implementare lo stabilimento della società a Kiryat Gat (tra Tel Aviv e Beer Sheva). Per Daniel Benatar, direttore generale dello stabilimento, l'annuncio è la dimostrazione "delle ottime performance di Intel Israele”. Le discussioni sull'investimento tra Intel e il Ministero delle Finanze sono iniziate diverse settimane fa, rivela il quotidiano economico israeliano Globes, che sottolinea come “l'economia israeliana, in particolare sul fronte degli investimenti, è già significativamente influenzata dall'attività di Intel”.
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il messaggio dell'ambasciatore de bernardin
"Memoria, un impegno vivo"
L'Ihra denuncia l'indifferenza

“Dobbiamo ribellarci contro il crescente antisemitismo”. È l'appello del Segretario generale delle Nazioni Unite Antonio Guterres in occasione delle celebrazioni del Giorno della Memoria a Palazzo di Vetro di New York. Una lotta che deve essere fatta su più fronti, tra cui l'impegno a difendere la Memoria, ancora oggi minacciata, come ricordato ai delegati Onu dall'Ambasciatore Sandro De Bernardin. A capo della delegazione nazionale dell'International Holocaust Remembrance Alliance (IHRA) e quindi dell'intera rete intergovernativa nell'anno della presidenza italiana, De Bernardin ha sottolineato che la nascita di questa organizzazione (che conta oggi 32 Paesi membri, oltre agli osservatori e ai numerosi partner internazionali) è stata decisa nel 1998 in seguito a una ricerca che mostrava quanti ancora ignorassero cosa sia stata la Shoah: "L'orrore di Auschwitz, Treblinka, Sobibor rischiava di scomparire dalla memoria collettiva delle nuove generazioni, e da allora i membri dell'IHRA hanno lavorato per invertire questa tendenza rafforzando, promuovendo e portando avanti l'educazione e la formazione su questi temi". E ha continuato chiedendo all'Assemblea delle Nazioni Unite: "Ma la memoria collettiva è in condizioni migliori, oggi? E, in particolare, le persone sono abbastanza consapevoli che la Shoah non è stata un incidente della Storia nato per caso ma il risultato di un processo segnato da passaggi molto specifici? E che il principale tra questi passaggi, vere e proprie pietre miliari, è stata la discriminazione legale di alcune parti della società? Che la Shoah era stata preceduta e annunciata dalla progressiva negazione dei diritti umani?".
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qui milano - la cerimonia in comune
"Mai più, oltre la retorica"
“Sentendo parlare oggi di influencer, vorrei poter influenzare voi giovani sul significato della Memoria: noi non siamo qua solo a ricordare ma il tutto deve servirci a riflettere sul presente e sul futuro”. E soprattutto, a credere nell'Europa unita, nata sulle ceneri di Auschwitz. È il messaggio del sindaco di Milano Giuseppe Sala in occasione delle celebrazioni ufficiali in Comune, in Sala Alessi, del Giorno della Memoria. Un appuntamento intitolato “Mai più, gli ex deportati e i partigiani l'hanno giurato”, che ha vista la partecipazione di tanti studenti delle scuole milanesi. “La nostra città è fatta di memoria e di futuro. Ricordare è fondamentale e insieme a voi, ragazze e ragazzi, dobbiamo costruire una Milano aperta, democratica e tollerante”, il messaggio del sindaco in una giornata aperta dalla tradizionale deposizione delle corone alla lapide che ricorda le torture di partigiani, resistenti ed ebrei all'ex Albergo Regina Quartiere, che fu quartier Generale della Gestapo. A partecipare alla cerimonia, assieme al presidente del Consiglio comunale di Milano Lamberto Bertolè, il presidente della Comunità ebraica di Milano Milo Hasbani, il vicepresidente dell'Unione delle Comunità Ebraiche Italiane Giorgio Mortara, il presidente del Memoriale della Shoah di Milano Roberto Jarach e il presidente dell'Anpi Milano Roberto Cenati.
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qui roma
Il segno di Giacomo Debenedetti
Riesce a darci tutto ciò che avremmo potuto aspettarci da uno scrittore della famiglia di Defoe e Manzoni: sgomento della ragione di fronte alla furia irrazionale, carità religiosa, pietà storica, strazio esistenziale”.
È quanto Alberto Moravia diceva di Giacomo Debenedetti, il grande scrittore, saggista e critico letterario che, mentre nel Nord Italia ancora imperversava il nazifascismo, in 16 ottobre 1943 tempestivamente raccontò il giorno più buio degli ebrei romani. Fu la rivista “Mercurio” a pubblicare il suo scritto, nel dicembre del 1944. A 75 anni da quelle pagine sofferte e potenti, un’opera che continua a suscitare riflessioni.
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la cerimonia in abruzzo
Memorie plurali a Lanciano
Si è parlato di Memoria della Shoah e di Porrajmos sulla piazza intitolata a “Santa Teresa Benedetta della Croce” (Edith Stein, l’ebrea tedesca perseguitata, convertita, assassinata nel 1942 e infine santificata nel 1998) nel Parco delle memorie di Lanciano (Chieti).
Due le corone poste in ricordo dei prigionieri ebrei transitati dal locale campo di internamento di Villa Sorge e delle vittime del Samudaripen, altro termine con cui le comunità rom e sinti definiscono il Porrajmos.
A prendere la parola nel corso della cerimonia anche il nuovo Segretario generale dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane Uriel Perugia.
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qui livorno
Frida, il diario dall’orrore
Tra le molte iniziative programmate e ancora in programma a Livorno per il Giorno della Memoria, lo splendido Teatro Goldoni ha ospitato domenica scorsa un pomeriggio incentrato su due figure femminili, Ilse Weber e la livornese Frida Misul, che ha visto protagonisti i ragazzi dell’Istituto Niccolini-Palli e delle scuole medie Fermi e Mazzini che, dinanzi alla platea gremita, hanno dato vita a un intenso percorso musicale e di letture, coadiuvati dai propri insegnanti, che ha visto proporre addirittura brani appositamente composti da ragazzi dell’istituto musicale.
Significativamente, alla presenza del figlio di Frida Misul, Roberto Rugiadi, la Comunità ebraica ha consegnato al sindaco di Livorno, Filippo Nogarin, il diario manoscritto che la stessa Frida Misul scrisse a testimonianza delle deportazioni e delle persecuzioni subìte.
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Informazione – International Edition 
Itinerari di Memoria
Tantissime le iniziative promosse in tutta l’Italia in occasione del Giorno della Memoria. Come spiegato dall’odierna uscita di Pagine Ebraiche International Edition si è svolta a Torino l’edizione 2019 della Run for Mem, che dopo Bologna e Roma ha portato quasi duemila persone a ritrovarsi nel centro del capoluogo piemontese per seguire l’itinerario lungo i luoghi della città legati alla storia delle persecuzioni. Testimonial dell’evento è stato ancora una volta Shaul Ladany, ottantaduenne atleta israeliano sopravvissuto alla Shoah e alla strage delle Olimpiadi di Monaco.
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pilpul

La violazione di Auschwitz
Da oggi, nulla sarà come prima. Ci sono attimi, nella storia, in cui questa espressione un po’ trita assume un significato pregnante, si consolida in un simbolo. Temo che così sarà per la violazione di Auschwitz tentata domenica scorsa da un piccolo gruppo di nazionalisti polacchi. Di per sé, nulla di preoccupante. Ma, per l’appunto, un simbolo, che non a caso prende forma nell’epoca pericolosa che viviamo. Un gesto minoritario che si presta a emulazioni e che soprattutto rischia di rendere contestabile l’incontestabile.

Tobia Zevi, Associazione Hans Jonas
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La verità si fa Strada?
In un’intervista al Corriere della Sera (27 gennaio 2019, p. 23) al fondatore di Emergency, Gino Strada, viene chiesto “Libia, Palestina…Perché state alla larga?”; costui risponde: “coi palestinesi ci ho provato, un ospedale a Ramallah. Andai dal ministro. Mi disse: 'Ma voi avete cinque milioni da spendere? Sa, un posto vale 100mila dollari'. Arrivederci… Ho sempre pensato che una parte d’aiuti alla Palestina finisca altrove”.

Emanuele Calò
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Antisemitismo e antisionismo
L’antisemitismo è patologia ciclica, sempre in agguato. Emerge da crisi economico-sociali e le dilata. Il risentimento collettivo, creato e alimentato da debolezza economica – emarginazione e rivalità sociale – frustrazione ideologica, si esprime nell’antisemitismo in forma di schema stereotipato sulla base di un archetipo secolare alimentato da tradizione antigiudaica cristiana, da nazionalismo xenofobo (o semplicemente “eterofobo”), da complottismo economico (l’ossessione del capitalismo ebraico alla conquista del mondo). 

David Sorani
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