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31 Gennaio 2019 - 25 Shevat 5779
PAGINE EBRAICHE 24


ALEF / TAV DAVAR PILPUL
alef/tav


Alberto Moshe Somekh,
rabbino
"E amerai H. tuo D. con tutto il tuo cuore, con tutta la tua anima, con tutte le tue forze". Questo versetto dello Shemà' è commentato dalla Mishnah (Berakhot 9,5) e da Rashì. Il cuore rappresenta gli istinti e la Torah ci ingiunge di amare D. sia con l'istinto del bene che con l'istinto del male. Entrambi devono essere messi al servizio della volontà Divina.
 
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Giorgio Berruto
Con quale coraggio chi è oggi indifferente alle sofferenze altrui si indigni per il mancato riconoscimento delle proprie rimane, almeno per il sottoscritto, un mistero. Come si può pretendere che il Giorno della Memoria non sia occasione meramente celebrativa all’insegna dei buoni sentimenti, se poi non si dà alcun peso alle scelte inumane di chi vorrebbe lasciare morire in mare quelle persone che fuggono in questi giorni, in queste ore da povertà e guerra? La Shoah e la tragedia dei migranti nel Mediterraneo non possono essere paragonati, si dice. È vero nel senso ovvio secondo cui ogni evento ha una propria unicità, e non credo occorra soffermarsi sulla differenza essenziale tra chi fuggiva da uno sterminio sistematico e chi fugge verso una vita migliore.
 
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Il Venezuela nel caos
L’opposizione venezuelana ha avuto incontri clandestini con membri delle forze militari e di sicurezza del paese. L’ha scritto il presidente provvisorio autoproclamato del Venezuela, Juan Guaido, in un intervento sul New York Times. “Abbiamo offerto l’amnistia a tutti coloro che non sono stati riconosciuti colpevoli di crimini contro l’umanità – scrive Guaidò – Il ritiro del sostegno militare verso Maduro è cruciale per consentire un cambiamento nel governo” (Repubblica). Guaidó vive ormai a un passo dalla clandestinità. Appare all’improvviso nelle strade e tiene comizi brevissimi per poi dileguarsi, racconta il Corriere. “Una precauzione giustificata: il regime di Nicolás Maduro ha preparato il quadro giuridico per incriminarlo o addirittura arrestarlo. E il dittatore sfila accanto ai militari”.

L’Italia e il lavoro. Sulle pagine del Corriere l’economista Roger Abravanel tocca il tema del reddito di cittadinanza e spiega perché “la vera sfida consiste nel creare il lavoro, non solo proteggere chi non lo ha. E tutto questo contrasta con una visione catastrofista del futuro”. In particolare Abravanel invita a guardare alla rivoluzione digitale in corso come un’opportunità per creare nuovi posti di lavoro e professionalità.

Eurovision, ignorare chi delegittima Israele. “Come purtroppo era prevedibile, per gli attivisti del movimento Bds (boicottaggio, disinvestimento, sanzioni) il carrozzone pop del festival canoro diventa un mezzo adatto ai loro fini politici: delegittimare Israele”, scrive il Corriere della Sera parlando dell’appello di una cinquantina di musicisti contro l’Eurovision – competizione canora – che si terrà a Tel Aviv. “Chiedere di boicottare, oscurare, condannare il festival perché si svolge in un paese che ancora lotta per la propria esistenza, tradisce lo scopo stesso del concorso. – riflette il Foglio – Questa lettera si aggiunge alla serie di iniziative – di recente la Malaysia ha vietato l’ingresso agli israeliani alle Paraolimpiadi del 2020-contro Israele, uno stato democratico che le campagne di boicottaggio promosse da personaggi della cultura insegnano a odiare”.

Israele, politica in movimento. Sembra aver funzionato il primo discorso di Benny Gantz: il suo partito Hosen L’Ysrael, è accreditato ora di 24 seggi sui 120 della Knesset, con un aumento di otto rispetto ai precedenti sondaggi. “Non solo, il distacco nelle preferenze su chi debba essere il prossimo premier si è ridotto di un solo punto, con Netanyahu che riceve il 36 per cento dei consensi contro il 35 di Gantz”, scrive La Stampa. “A livello di partiti il Likud resta in testa con 31 seggi previsti nella prossima Knesset, ma una eventuale alleanza fra il partito di Gantz e quello dell’ex star televisiva Yair Lapid, Yesh Atid, otterrebbe 35 seggi se il generale fosse indicato come candidato premier. Ciò significa che Netanyahu – l’analisi del quotidiano torinese – ha uno sfidante serio e pericoloso, tanto più un altro sondaggio lo dà perdente se il procuratore generale Avichai Medelblit dovesse annunciare la sua decisione di incriminarlo per corruzione”. Intanto su un altro versate, continua il dibattito sulla scelta del Premier Netanyahu di non rinnovare la missione internazionale Temporary international presence in Hebron, scelta difesa oggi da Fiamma Nirenstein sul Giornale.

Visconti, ricordo degli studenti traditi. Questa mattina nel cortile del Liceo Visconti verrà scoperta una targa con 58 nomi: delle ragazze e dei ragazzi dagli 11 ai 18 anni che nel settembre 1938 furono espulsi dalla scuola per le Leggi razziste. “Per il Visconti, liceo romano a pochi passi dal Ghetto, questa del ’38 fu quasi una decimazione. Cinquantotto alunni si ritrovarono da un giorno all’altro cancellati dai registri già pronti per l’inizio dell’anno scolastico; trasformati per legge in ‘non cittadini’. Tra loro c’erano mio padre Piero, 16 anni, sua sorella Giovanna, 13 anni, molti loro cugini e moltissimi loro amici”, racconta sul Corriere Roma Roberto Della Seta.
 
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  davar
le pietre dedicate ai nonni di liliana segre
Corso Magenta 55, casa Segre
e la Memoria in cui inciampare

Non ci sono state parole, solo la silenziosa posa delle pietre dedicate ai nonni Giuseppe Segre e Olga Lövvy. In corso Magenta 55 d'ora in avanti i milanesi inciamperanno anche nei loro nomi oltre a quello del padre Alberto. Affiancata dai figli, la senatrice a vita Liliana Segre ha lasciato un altro segno davanti alla casa da cui i nazifascisti le strapparono l'adolescenza. Le pietre d'inciampo che recano i nomi dei nonni e del padre ricorderanno agli inquilini di oggi le responsabilità del passato. Di come nessuno protestò allora di fronte all'ingiustizia subita dai vicini Segre, costretti ad abbandonare la propria casa per l'infame persecuzione antiebraica. “Ho vissuto lì da quando avevo un anno e mezzo fino ai dodici, quando ci sfollarono. In quella casa io ero La bambina. Ero molto vivace. Correvo con il monopattino o la biciclettina attraverso il lungo corridoio. E ricordo che facevo molta attenzione a ciò che stava attorno a me: ho fotografato nella mente la disposizione dei mobili di quell’appartamento. Potrei disegnarli, anche a distanza di così tanti anni”, ha raccontato di recente a Pagine Ebraiche la senatrice Segre, in occasione del ritrovamento - grazie al lavoro dell’Archivio storico del Gruppo Intesa Sanpaolo - di alcune carte riguardanti il destino dei beni della famiglia Segre, tra cui la casa di Corso Magenta 55. “Quando si perdono le persone, quelle che si amano, le cose, anche le più care, passano in seconda fila. So che ci sono i documenti che raccontano dei sequestri e che confermano la rapina di Stato, ma non ho voluto vederli” ha spiegato Segre, sottolineando d'altro canto l'importanza del lavoro di ricerca in questi archivi (Di seguito l'articolo completo).
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qui roma - la lapide commemorativa
Il liceo Visconti e le Leggi del '38
Il vuoto da non dimenticare

Una insegnante, la professoressa di Scienza Maria Piazza, e ben 58 studenti: da un giorno all’altro quella non fu più la loro scuola. L’applicazione delle Leggi razziste fece il vuoto al Liceo Visconti, una delle più gloriose istituzioni educative romane. Un vuoto che da oggi viene ricordato con una lapide commemorativa che riporta i nomi di tutte e 59 le vittime di quell’infame cacciata, scoperta al termine di una cerimonia voluta in prima persona dal dirigente scolastico Clara Rech.
L’individuazione dei nomi degli esclusi dal Liceo, è stato spiegato, è frutto di un’approfondita indagine archivistica svolta negli ultimi anni nell’ambito del progetto “L’Archivio del Visconti e la Storia” coordinato dalla professoressa Romana Bogliaccino e con l’attiva partecipazione degli studenti del liceo. La realizzazione della lapide rappresenta l’ultimo anello di questo percorso come “monito nella vita quotidiana della scuola contro ogni violazione della giustizia e dei diritti umani”.
Tra i presenti Piero Piperno, ex alunno del Visconti che fu espulso dalla scuola nel ’38, insieme ai familiari e discendenti di tanti studenti che subirono la stessa sorte..
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qui palermo
I segni dell'offesa a teatro
L'antisemitismo e il dramma delle leggi razziste in un’elaborazione drammaturgica. A metterlo in scena al Teatro Biondo di Palermo gli studenti del Laboratorio teatrale del Liceo scientifico Galileo Galilei. "I segni dell’offesa", il titolo dello spettacolo scritto e diretto da Adriana Castellucci, con il patrocinio tra gli altri della Presidenza della Regione Siciliana, del Comune di Palermo e dell’Unione Comunità Ebraiche Italiane. La rappresentazione trae spunto dalle circolari scolastiche del 1938-39, applicative delle leggi razziali del fascismo oltre che da verbali relativi a procedimenti disciplinari nei confronti di allievi e insegnanti. Allo spettacolo è seguito il dibattito curato dall'Istituto Gramsci Siciliano con protagonisti il vicepresidente UCEI Giulio Disegni (a sinistra nell'immagine), Valeria Galimi (Università di Milano), Tommaso Baris (Università di Palermo), Nino Blando (Università di Palermo) e Matteo Di Figlia (Università di Palermo).
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il reportage sul corriere 7
La Gerusalemme di Amos Oz
“Qualche via ha cambiato nome, molti edifici sono stati ricostruiti, la città si è riempita, modernizzata, intensificata. Eppure la Gerusalemme raccontata da Amos Oz nel suo capolavoro autobiografico Una storia di amore e di tenebra, pubblicato in Italia da Feltrinelli nel 2003, è ancora lì, a volte in bella vista, altre nascosta tra il traffico e i ristoranti in franchising”. A raccontare la Gerusalemme del grande scrittore israeliano, scomparso nel dicembre scorso, la collega Rossella Tercatin sulle pagine del Corriere 7 in edicola.
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qui Bologna
“Non demoni, ma scienziati”
Ideata nel 2015, “Oggi mi laureo al MEB” è una rassegna che la Biblioteca del Museo Ebraico di Bologna ha varato per valorizzare le tesi universitarie di argomento inerente all’ebraismo, invitando i neolaureati a “ridiscutere” il loro lavoro, insieme al relatore, davanti al pubblico del Museo e degli studenti universitari.
Al termine di quella che è una vera e propria conferenza, il giovane relatore riceve un attestato di partecipazione sotto forma di diploma e la Biblioteca del Museo aggiunge una copia della tesi al proprio patrimonio bibliografico consentendone la consultazione e il prestito.
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jciak
Skin, l'odio sulla pelle
Al supermercato un uomo sorride a un bambino di dieci anni. Sono in attesa alla cassa, in file diverse. Il bambino risponde con un sorriso e ride quando l'uomo gli mostra un giocattolo. E' un attimo di pura innocenza che finisce però per innescare una sanguinosa guerra fra gang. L'uomo è infatti afro-americano e il padre del bambino un suprematista bianco.
È la storia al centro di Skin, il corto dell'israeliano Guy Nattiv, nominato agli Oscar come Best live action short fiction. Sviluppato successivamente in un lungometraggio dal medesimo titolo, con Jamie Belle e Vera Farmiga, Skin prende le mosse da uno spunto di cronaca per raccontare come l'odio del razzismo si tramandi di padre in figlio e intrappoli le generazioni in un ciclo di violenza infinita.

Daniela Gross
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  pilpul
Setirot – Il doppio caso
Con Piccola autobiografia di mio padre (Giuntina), Daniel Vogelmann compie due gesti importanti in una volta. Rende omaggio – un omaggio colmo di amore – al suo babbo Schulim z”l sopravvissuto ad Auschwitz e ne racconta la storia affascinante e avvincente, una storia di immenso dolore e di inimmaginabile resilienza. Per molti italiani, e per moltissimissimi ebrei italiani, Giuntina è un marchio familiare, un catalogo che comprende svariate collane e oltre settecento titoli, insomma una porta d’ingresso alla cultura ebraica. Basti ricordare che il primo titolo fu (è) La notte di Elie Wiesel, 1980, ben sei anni prima del Premio Nobel per la pace e del conseguente boom editoriale mondiale.

Stefano Jesurum, giornalista
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La Memoria dei ragazzi
Ascoltano attenti, gli studenti del Liceo Classico Minghetti di Bologna che hanno deciso di partecipare al seminario su infanzia e Shoah nell’ambito delle iniziative per il Giorno della Memoria. Sono anche preparati, qualcuno interviene schierandosi nel dibattito su intenzionalismo e funzionalismo, altri, incalzati dal professore di filosofia, sull’assenza di Dio ad Auschwitz e sull’adattamento al male. 

Sara Valentina Di Palma
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Francia, gli antisemiti a sinistra
Per il lettore italiano il maggior interesse del libro di Michel Dreyfus (“L’antisemitismo a sinistra in Francia”, Edizioni Free Ebrei, Torino 2018) consiste nel poter verificare quanto più profonde – rispetto al nostro Paese - sono state in Francia le radici dell’antisemitismo moderno, sia di quello di destra, coltivato dagli ambienti cattolici e nazionalisti, sia quello di sinistra, nato ad opera di intellettuali che si situavano all’interno del movimento socialista e diffuso anche nel mondo operaio.

Valentino Baldacci
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