 Alberto Sermoneta, rabbino
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La parashà di Tetzawè si occupa esclusivamente degli abiti dei Kohanim e in particolare del Kohen gadol.
Dopo le regole per la costruzione del Mishkan, dettate nella parashà
della scorsa settimana, questa parashà si dedica al vestiario dei
Kohanim, in modo estremamente dettagliat.
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Gadi
Luzzatto
Voghera, direttore
Fondazione CDEC
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Non
c’è dubbio che la normativa ebraica tradizionale si esprima in termini
negativi circa l’opportunità che un ebreo entri in un luogo di culto
cristiano. Come spiegava il rabbino Shlomo M. Brody in un articolo
apparso sul Jerusalem Post nel 2012, l’opinione si fonda
prevalentemente su Maimonide e Rabbi Yehudah Hahassid, due onorati e
riconosciuti commentatori medievali che in sostanza indicano due
problemi: il rischio della Avodà Zarà (idolatria, poiché la tradizione
cristiana identifica Gesù con la divinità) e il cosiddetto Marit ‘ayin,
cioè l’apparenza ingannevole, in questo caso la possibilità che si
possa anche solo pensare che un ebreo stia compiendo atti devozionali
in un tempio cristiano. I commentatori successivi hanno discusso di
volta in volta su casi particolari come la partecipazione a cerimonie
di incoronazione di sovrani o a funerali solenni (ci sono stati diversi
casi di autorità religiose ebraiche che hanno agito in tal senso).
Tuttavia in linea generale il divieto viene considerato ancora valido.
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Francia, l’ambasciatore rientra a Roma
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L’ambasciatore
francese in Italia, richiamato la settimana scorsa a causa di una grave
tensione tra i due paesi, rientrerà in queste ore a Roma. Lo riferisce
il ministero francese per gli Affari europei. “Riparte oggi per Roma”,
ha annunciato su Radio Rtl la ministra per gli Affari europei, Nathalie
Loiseau. “L’ambasciatore Chistrian Masset – spiega il Corriere - era
stato richiamato giovedì scorso dopo che il ministero francese aveva
giudicato «inaccettabili i continui attacchi da parte del governo
italiano», in particolare dopo la visita del vice premier, Luigi Di
Maio, a Parigi per incontrare Christophe Chalencon, uno degli esponenti
del movimento dei 'gilet gialli'”.
Varsavia e Monaco, conferenze di pace e sicurezza. Si è conclusa a
Varsavia la Conferenza di pace sul Medio Oriente, che il Primo ministro
israeliano Benjamin Netanyahu, come sottolinea il Foglio, considera un
successo. “Il senso di questa due giorni fortissimamente voluta
dall'amministrazione Trump nella fredda capitale polacca è tutto nella
foto finale – scrive Francesca Paci su La Stampa - in cui, in mezzo ai
rappresentanti di oltre 60 nazioni, posano eccezionalmente spalla a
spalla Netanyahu, il ministro degli esteri saudita Adel al Jubeir e
quello dell'Oman Yusuf bin Alawi, Emirati, Giordania, Algeria, Egitto,
Bahrein, Yemen, una bella fetta di mondo sunnita riunita contro quella
che il segretario di Stato americano Pompeo definisce 'la principale
minaccia alla stabilità della regione'”. Ovvero l'Iran, vero obiettivo
della Conferenza, come ha ricordato il vicepresidente Usa Mike Pence
che ha chiesto all'Europa – rappresentata in parte a Varsavia, vista la
scelta di diversi paesi di mandare diplomatici di rango inferiore (non
l'Italia, per cui era presente il ministro Moavero) – di seguire gli
Stati Uniti e non aggirare le sanzioni imposte all'Iran. “L'obiettivo è
isolare il regime iraniano. - sottolinea il quotidiano cattolico
Avvenire - Una polarizzazione sempre più accentuata se si tiene conto
che, in contemporanea, a Sochi è andato in scena un altro vertice,
quello tra il presidente turco Recep Tayyip Erdogan e i 'colleghi' di
Russia e Iran, Vladimir Putin e Hassan Rohani”. Quest'ultimo non ha
perso occasione per rilanciare falsità e parole d'odio: “La causa
principale del terrorismo nella regione sono gli Usa e il sionismo e
purtroppo alcuni Stati ricchi di petrolio nella regione finanziano i
terroristi”, le deliranti affermazioni di Rohani. Riguardo alle
necessità di sanzionare l'Iran, gli Stati Uniti torneranno alla carica
in queste ore in occasione della Conferenza per la sicurezza di Monaco,
a cui, riporta Repubblica, sarà presente la più grande delegazione Usa
di sempre, dal vicepresidente Usa Mike Pence alla speaker della Camera
Nancy Pelosi, leader dei Democratici. “Troveranno un'Europa in trincea.
- scrive Repubblica - Il discorso della padrona di casa, Angela Merkel,
previsto per sabato, sarà un intervento forte a favore del
multilateralismo, secondo indiscrezioni. Ma non potrà oscurare il fatto
che le due sponde dell'Atlantico sono più distanti che mai”.
Monte Stella, il corso dei lavori. Il Giardino dei Giusti si farà ma ci
saranno delle varianti al progetto originario. È quanto sostiene il
ministro dei Beni culturali Bonisoli, dopo aver fatto intervenire il
ministero per bloccare i lavori al Monte Stella (Corriere
Milano).
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Qui Roma – Il Progetto Curricolo
Scuole ebraiche, quattro percorsi
per una proposta di qualità
“Per
il mondo ebraico italiano la sfida è anche quella di
internazionalizzarsi, di sprovincializzarsi. In questo senso i
risultati sono tangibili, con tanti scambi in corso. Paradossalmente a
mancare sono però esperienze di confronto a livello nazionale. Questo
progetto vuole indicare una strada”.
Queste le parole con cui rav Roberto Della Rocca, direttore dell’area
Educazione e Cultura UCEI, ha presentato ieri il Progetto Curricolo per
le scuole ebraiche italiane (Trieste, Torino, Milano e Roma) promosso
dall’Unione insieme agli stessi istituti e sotto la direzione del
professor Shmuel Wygoda.
Quattro percorsi di studi ebraici, differenziati per scuola, comuni per
metodologia e approccio scientifico. E un lungo impegno alle spalle,
avviato cinque anni fa. “Al tavolo di lavoro – ha osservato il rav, nel
corso di una presentazione che si è svolta al Centro Bibliografico UCEI
– si sono sedute figure con una visione più tradizionalista e figure
con una visione più laicista. Visioni diverse, ma anche la
dimostrazione che le differenze che si superano con progetti concreti e
fattivi”.
Accanto al rav lo stesso Wygoda, che nei giorni precedenti ha tenuto
degli incontri mirati nelle quattro Comunità sede di una scuola
ebraica, l’assessore a Scuola, Formazione e Giovani dell’UCEI Livia
Ottolenghi, il coordinatore dell’apposita commissione Saul Meghnagi, la
coordinatrice del progetto Odelia Liberanome. In sala tra gli altri
anche l’ex assessore dell’Unione Daniela Pavoncello, sotto il cui
mandato fu avviato questo sforzo. Leggi
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qui milano - la lettera di liliana segre
"Giardino dei Giusti, un luogo
di cui essere orgogliosi"
“A
Milano, sul Monte Stella, esiste un luogo che racconta le storie degli
uomini giusti che si sono messi in gioco per impedire che ebrei,
armeni ruandesi, cambogiani, russi, subissero stermini e persecuzioni.
Quando vedo i giovani scoprire queste storie al Giardino dei Giusti,
spero sempre che qualcuno di loro possa nella vita apprendere qualche
cosa dagli esempi degli uomini migliori. Non ho mai capito perché
questo luogo di riflessione, costruito con tanta passione da Gariwo, la
foresta dei Giusti insieme al Comune di Milano e all’Unione delle
Comunità Ebraiche Italiane abbia suscitato tante polemiche e ostacoli
di ogni tipo. Ed ora mi sorprende che il Ministro dei beni culturali
abbia deciso il blocco dei lavori di ristrutturazione approvati
dall’amministrazione della città”, così la senatrice a vita Liliana
Segre in una lettera, pubblicata sul Corriere della Sera, interviene in
merito alla questione della sospensione dei lavori per il Giardino dei
Giusti a Milano, decisa dal ministero per i Beni e le attività
culturali. Una decisione che l'Unione delle Comunità Ebraiche Italiane
sta seguendo con grande attenzione in queste ore: in particolare, al
ministero è stata inviata una lettera in cui si esprime preoccupazione
per gli ultimi sviluppi sul progetto al Monte Stella. Leggi
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qui roma
“Brigata Ebraica, un esempio
di amore per la vita e libertà”
"Formazione
militare alleata, composta da volontari di cittadinanza italiana o
straniera, inquadrata nell’Esercito britannico, operò durante la
seconda guerra mondiale e offrì un notevole contributo alla liberazione
della Patria e alla lotta contro gli invasori nazisti”.
Questo si legge nel testo della medaglia d’oro al valor militare per la
Resistenza conferito nel 2017 alla Brigata Ebraica, il corpo di
volontari giunti dall’allora Palestina mandataria (il futuro Stato
d’Israele) per liberare il paese dal nazifascismo. Un riconoscimento
solenne che ha rappresentato il più alto momento istituzionale di
tutela di questa vicenda di coraggio, solidarietà, amore per la vita.
In linea con quanto intrapreso nel recente passato, le porte della
Camera si sono aperte ieri per la presentazione del volume “La Brigata
Ebraica 1944 – 1946” curato da Romano Rossi e dal rav Luciano Meir
Caro, rabbino capo di Ferrara. Un testo importante, che aiuta a
ricostruire sia lo sforzo in tempo di guerra che la successiva
ricostruzione. Assieme agli autori, ad intervenire il vicepresidente
della Camera Ettore Rosato, la presidente UCEI Noemi Di Segni e il
deputato Marco Di Maio. Leggi
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Serie A |
In
che cosa consiste la differenza tra la serie A e la serie B? Anche chi,
come me, non s’intende molto di calcio può rispondere agevolmente a
questa domanda: chi gioca in serie A gode di maggiore attenzione
mediatica ed è pagato di più; visibilità, dunque, ma anche privilegio.
Chi usa la serie A e la serie B come metafore (come ha fatto di recente
un’alta carica dello Stato che in occasione del Giorno del Ricordo ha
invitato a non distinguere tra morti di serie A e morti di serie B) non
intende solo segnalare un’ingiustificata differenza di visibilità, ma
anche denunciare una sorta di ingiusto privilegio. E chi sono le
vittime di serie A che godono di questo ingiusto privilegio?
Naturalmente (se avessimo qualche dubbio al riguardo il riferimento ai
bambini morti ad Auschwitz ce lo conferma senza possibilità di
equivoci) sono gli ebrei uccisi nella Shoah.
Anna Segre, insegnante
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Un mondo da preservare |
Molto interessante l’intervista su Pagine Ebraiche
di febbraio all’economista e commissario per l’energia, Valeria
Termini, a proposito di un prossima rivoluzione sulla strada
dell’ecosostenibilità. Proprio negli ultimi mesi nei media francesi sta
proliferando invece il punto di vista dei cosiddetti “collassologi”, i
quali teorizzano che una “fine del mondo conosciuto” sarebbe ormai
imminente e inarrestabile a causa di un collasso che insieme
all’ecologia, interesserà l’economia, la politica, la demografia e di
conseguenza la società occidentale per intero.
Francesco Moises Bassano
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