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15 Febbraio 2019 - 10 Adar 5779
PAGINE EBRAICHE 24
ALEF / TAV DAVAR PILPUL

alef/tav

Alberto Sermoneta, rabbino
La parashà di Tetzawè si occupa esclusivamente degli abiti dei Kohanim e in particolare del Kohen gadol.
Dopo le regole per la costruzione del Mishkan, dettate nella parashà della scorsa settimana, questa parashà si dedica al vestiario dei Kohanim, in modo estremamente dettagliat.
 
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Gadi
Luzzatto
Voghera,
direttore
Fondazione CDEC
Non c’è dubbio che la normativa ebraica tradizionale si esprima in termini negativi circa l’opportunità che un ebreo entri in un luogo di culto cristiano. Come spiegava il rabbino Shlomo M. Brody in un articolo apparso sul Jerusalem Post nel 2012, l’opinione si fonda prevalentemente su Maimonide e Rabbi Yehudah Hahassid, due onorati e riconosciuti commentatori medievali che in sostanza indicano due problemi: il rischio della Avodà Zarà (idolatria, poiché la tradizione cristiana identifica Gesù con la divinità) e il cosiddetto Marit ‘ayin, cioè l’apparenza ingannevole, in questo caso la possibilità che si possa anche solo pensare che un ebreo stia compiendo atti devozionali in un tempio cristiano. I commentatori successivi hanno discusso di volta in volta su casi particolari come la partecipazione a cerimonie di incoronazione di sovrani o a funerali solenni (ci sono stati diversi casi di autorità religiose ebraiche che hanno agito in tal senso). Tuttavia in linea generale il divieto viene considerato ancora valido.
 
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Francia,  l’ambasciatore rientra a Roma
L’ambasciatore francese in Italia, richiamato la settimana scorsa a causa di una grave tensione tra i due paesi, rientrerà in queste ore a Roma. Lo riferisce il ministero francese per gli Affari europei. “Riparte oggi per Roma”, ha annunciato su Radio Rtl la ministra per gli Affari europei, Nathalie Loiseau. “L’ambasciatore Chistrian Masset – spiega il Corriere - era stato richiamato giovedì scorso dopo che il ministero francese aveva giudicato «inaccettabili i continui attacchi da parte del governo italiano», in particolare dopo la visita del vice premier, Luigi Di Maio, a Parigi per incontrare Christophe Chalencon, uno degli esponenti del movimento dei 'gilet gialli'”.

Varsavia e Monaco, conferenze di pace e sicurezza. Si è conclusa a Varsavia la Conferenza di pace sul Medio Oriente, che il Primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu, come sottolinea il Foglio, considera un successo. “Il senso di questa due giorni fortissimamente voluta dall'amministrazione Trump nella fredda capitale polacca è tutto nella foto finale – scrive Francesca Paci su La Stampa - in cui, in mezzo ai rappresentanti di oltre 60 nazioni, posano eccezionalmente spalla a spalla Netanyahu, il ministro degli esteri saudita Adel al Jubeir e quello dell'Oman Yusuf bin Alawi, Emirati, Giordania, Algeria, Egitto, Bahrein, Yemen, una bella fetta di mondo sunnita riunita contro quella che il segretario di Stato americano Pompeo definisce 'la principale minaccia alla stabilità della regione'”. Ovvero l'Iran, vero obiettivo della Conferenza, come ha ricordato il vicepresidente Usa Mike Pence che ha chiesto all'Europa – rappresentata in parte a Varsavia, vista la scelta di diversi paesi di mandare diplomatici di rango inferiore (non l'Italia, per cui era presente il ministro Moavero) – di seguire gli Stati Uniti e non aggirare le sanzioni imposte all'Iran. “L'obiettivo è isolare il regime iraniano. - sottolinea il quotidiano cattolico Avvenire - Una polarizzazione sempre più accentuata se si tiene conto che, in contemporanea, a Sochi è andato in scena un altro vertice, quello tra il presidente turco Recep Tayyip Erdogan e i 'colleghi' di Russia e Iran, Vladimir Putin e Hassan Rohani”. Quest'ultimo non ha perso occasione per rilanciare falsità e parole d'odio: “La causa principale del terrorismo nella regione sono gli Usa e il sionismo e purtroppo alcuni Stati ricchi di petrolio nella regione finanziano i terroristi”, le deliranti affermazioni di Rohani. Riguardo alle necessità di sanzionare l'Iran, gli Stati Uniti torneranno alla carica in queste ore in occasione della Conferenza per la sicurezza di Monaco, a cui, riporta Repubblica, sarà presente la più grande delegazione Usa di sempre, dal vicepresidente Usa Mike Pence alla speaker della Camera Nancy Pelosi, leader dei Democratici. “Troveranno un'Europa in trincea. - scrive Repubblica - Il discorso della padrona di casa, Angela Merkel, previsto per sabato, sarà un intervento forte a favore del multilateralismo, secondo indiscrezioni. Ma non potrà oscurare il fatto che le due sponde dell'Atlantico sono più distanti che mai”.

Monte Stella, il corso dei lavori. Il Giardino dei Giusti si farà ma ci saranno delle varianti al progetto originario. È quanto sostiene il ministro dei Beni culturali Bonisoli, dopo aver fatto intervenire il ministero per bloccare i lavori al Monte Stella (Corriere Milano). 
 
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  davar
la polemica sulle parole di netanyahu
La Polonia e i collaborazionisti,
un passato di cui discutere 

Una breve crisi diplomatica, ora ricomposta, si è creata tra Polonia e Israele sull'interpretazione di alcune parole del Primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu. “Qui dico che (i) polacchi hanno collaborato con i nazisti. Conosco la storia e non la insabbio. Ne parlo”, ha detto Netanyahu, rilevando ai giornalisti israeliani di aver toccato il tema della controversa Legge sulle responsabilità polacche durante la Shoah in occasione del suo incontro con il primo ministro polacco Mateusz Morawiecki. Netanyahu ha aggiunto che “un numero non trascurabile” di polacchi ha collaborato con i nazisti: “Non conosco una persona che sia stata citata in giudizio per averlo detto”. Il Jerusalem Post, riportando le parole del Premier, aveva messo nel virgolettato “nazione polacca” invece che un più generico “polacchi” e questo ha scatenato la reazione di Varsavia. In un tweet  Morawiecki ha scritto che “Quasi 80 anni fa la Polonia è stata vittima della brutale aggressione e dell'occupazione bestiale della Germania nazista. Durante la seconda guerra mondiale furono uccisi più di 6 milioni di polacchi, tra cui 3 milioni di ebrei polacchi di origine ebraica”.
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Qui Roma – Il Progetto Curricolo 
Scuole ebraiche, quattro percorsi
per una proposta di qualità

“Per il mondo ebraico italiano la sfida è anche quella di internazionalizzarsi, di sprovincializzarsi. In questo senso i risultati sono tangibili, con tanti scambi in corso. Paradossalmente a mancare sono però esperienze di confronto a livello nazionale. Questo progetto vuole indicare una strada”.
Queste le parole con cui rav Roberto Della Rocca, direttore dell’area Educazione e Cultura UCEI, ha presentato ieri il Progetto Curricolo per le scuole ebraiche italiane (Trieste, Torino, Milano e Roma) promosso dall’Unione insieme agli stessi istituti e sotto la direzione del professor Shmuel Wygoda.
Quattro percorsi di studi ebraici, differenziati per scuola, comuni per metodologia e approccio scientifico. E un lungo impegno alle spalle, avviato cinque anni fa. “Al tavolo di lavoro – ha osservato il rav, nel corso di una presentazione che si è svolta al Centro Bibliografico UCEI – si sono sedute figure con una visione più tradizionalista e figure con una visione più laicista. Visioni diverse, ma anche la dimostrazione che le differenze che si superano con progetti concreti e fattivi”.
Accanto al rav lo stesso Wygoda, che nei giorni precedenti ha tenuto degli incontri mirati nelle quattro Comunità sede di una scuola ebraica, l’assessore a Scuola, Formazione e Giovani dell’UCEI Livia Ottolenghi, il coordinatore dell’apposita commissione Saul Meghnagi, la coordinatrice del progetto Odelia Liberanome. In sala tra gli altri anche l’ex assessore dell’Unione Daniela Pavoncello, sotto il cui mandato fu avviato questo sforzo.
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qui milano - la lettera di liliana segre
"Giardino dei Giusti, un luogo
di cui essere orgogliosi"

“A Milano, sul Monte Stella, esiste un luogo che racconta le storie degli uomini giusti che si sono messi in gioco per impedire che ebrei, armeni ruandesi, cambogiani, russi, subissero stermini e persecuzioni. Quando vedo i giovani scoprire queste storie al Giardino dei Giusti, spero sempre che qualcuno di loro possa nella vita apprendere qualche cosa dagli esempi degli uomini migliori. Non ho mai capito perché questo luogo di riflessione, costruito con tanta passione da Gariwo, la foresta dei Giusti insieme al Comune di Milano e all’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane abbia suscitato tante polemiche e ostacoli di ogni tipo. Ed ora mi sorprende che il Ministro dei beni culturali abbia deciso il blocco dei lavori di ristrutturazione approvati dall’amministrazione della città”, così la senatrice a vita Liliana Segre in una lettera, pubblicata sul Corriere della Sera, interviene in merito alla questione della sospensione dei lavori per il Giardino dei Giusti a Milano, decisa dal ministero per i Beni e le attività culturali. Una decisione che l'Unione delle Comunità Ebraiche Italiane sta seguendo con grande attenzione in queste ore: in particolare, al ministero è stata inviata una lettera in cui si esprime preoccupazione per gli ultimi sviluppi sul progetto al Monte Stella.
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qui roma
“Brigata Ebraica, un esempio
di amore per la vita e libertà”

"Formazione militare alleata, composta da volontari di cittadinanza italiana o straniera, inquadrata nell’Esercito britannico, operò durante la seconda guerra mondiale e offrì un notevole contributo alla liberazione della Patria e alla lotta contro gli invasori nazisti”.
Questo si legge nel testo della medaglia d’oro al valor militare per la Resistenza conferito nel 2017 alla Brigata Ebraica, il corpo di volontari giunti dall’allora Palestina mandataria (il futuro Stato d’Israele) per liberare il paese dal nazifascismo. Un riconoscimento solenne che ha rappresentato il più alto momento istituzionale di tutela di questa vicenda di coraggio, solidarietà, amore per la vita. In linea con quanto intrapreso nel recente passato, le porte della Camera si sono aperte ieri per la presentazione del volume “La Brigata Ebraica 1944 – 1946” curato da Romano Rossi e dal rav Luciano Meir Caro, rabbino capo di Ferrara. Un testo importante, che aiuta a ricostruire sia lo sforzo in tempo di guerra che la successiva ricostruzione. Assieme agli autori, ad intervenire il vicepresidente della Camera Ettore Rosato, la presidente UCEI Noemi Di Segni e il deputato Marco Di Maio.
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nel 1943 aiutò a salvare decine di ebrei
Adriano Ossicini (1920-2019)
Durante la persecuzione nazista a Roma si prodigò per salvare decine di ebrei, nel dopoguerra scelse la carriera politica nelle fila della Sinistra indipendente arrivando ad essere nominato vicepresidente del Senato. È Adriano Ossicini, scomparso nelle scorse ore a 99 anni, mentre era ricoverato all'ospedale Fatebenefratelli. Proprio in questa struttura durante la guerra, un giovane Ossicini aiutò il professor Giovanni Borromeo e altri a nascondere decine di ebrei dai rastrellamenti nazifascisti del 1943. Ha raccontato di cartelle falsificate, di una finta malattia (il morbo K) usata per tenere lontani dai rifugiati ebrei i propri aguzzini e dell'impegno antifascista nell'ospedale in un libro e in diverse testimonianze. Cordoglio è stato espresso in queste ore dalla presidente dell'Unione delle Comunità Ebraiche Italiane Noemi Di Segni per la scomparsa di un personaggio significativo come Adriano Ossicini, che nel periodo più buio si distinse per coraggio e altruismo.
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qui firenze - il documentario
L'Europa nata a Ventotene
Presentato in anteprima a Firenze, al Cinema della Compagnia, il documentario “Le parole di Ventotene- Ernesto Rossi – il progetto di Europa unita”: un lavoro attuale e accurato firmato da Marco Cavallarin, Marco Menso e Elisa Mereghetti con la collaborazione della famiglia Sarzi, che si definisce di “burattinai e educatori”. Il Comune di Ventotene, piccola isola dove il film è stato quasi tutto girato, ha dato il suo patrocinio e ha collaborato molto alla realizzazione con l'appoggio entusiasta della popolazione. Ventotene, divenuto nel periodo fascista il più grande luogo di confino, ora accoglie annualmente congressi di studiosi ed è anche meta di gite di studenti che vistano i luoghi di reclusione e acquistano “Il manifesto di Ventotene” nella piccola libreria locale: aspetti messi bene in evidenza nel filmato con molte interviste.

Lionella Viterbo Neppi Modona
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sorgente di vita
Firenze, la storia del ghetto
Si apre con un servizio sul Ghetto Mapping Project, progetto internazionale di studio e ricostruzione del ghetto di Firenze, la puntata di Sorgente di Vita in onda su Rai Due domenica 17 febbraio.
Il ghetto fu istituito dai Medici nella seconda metà del XVI secolo. Sorgeva nel centro della città, tra le attuali piazza della Repubblica e via dei Pecori. Spopolatosi della popolazione ebraica già con Napoleone e poi con l’unità d’Italia e l’emancipazione, fu abbattuto, come il resto dell’area, nell’ambito della riqualificazione del centro storico di Firenze.
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pilpul
Serie A
In che cosa consiste la differenza tra la serie A e la serie B? Anche chi, come me, non s’intende molto di calcio può rispondere agevolmente a questa domanda: chi gioca in serie A gode di maggiore attenzione mediatica ed è pagato di più; visibilità, dunque, ma anche privilegio. Chi usa la serie A e la serie B come metafore (come ha fatto di recente un’alta carica dello Stato che in occasione del Giorno del Ricordo ha invitato a non distinguere tra morti di serie A e morti di serie B) non intende solo segnalare un’ingiustificata differenza di visibilità, ma anche denunciare una sorta di ingiusto privilegio. E chi sono le vittime di serie A che godono di questo ingiusto privilegio? Naturalmente (se avessimo qualche dubbio al riguardo il riferimento ai bambini morti ad Auschwitz ce lo conferma senza possibilità di equivoci) sono gli ebrei uccisi nella Shoah. 

Anna Segre, insegnante
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Un mondo da preservare
Molto interessante l’intervista su Pagine Ebraiche di febbraio all’economista e commissario per l’energia, Valeria Termini, a proposito di un prossima rivoluzione sulla strada dell’ecosostenibilità. Proprio negli ultimi mesi nei media francesi sta proliferando invece il punto di vista dei cosiddetti “collassologi”, i quali teorizzano che una “fine del mondo conosciuto” sarebbe ormai imminente e inarrestabile a causa di un collasso che insieme all’ecologia, interesserà l’economia, la politica, la demografia e di conseguenza la società occidentale per intero. 

Francesco Moises Bassano
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