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18 febbraio 2019 - 13 Adar 5779
PAGINE EBRAICHE 24


ALEF / TAV DAVAR PILPUL
alef/tav
Riccardo Di Segni, rabbino capo di Roma
Analizzando le polemiche di questi ultimi giorni è evidente un attacco ai rabbini che vuole la loro delegittimazione e si sta dispiegando in tre direzioni: 1 i rabbini di oggi insegnano una halakhà sbagliata; sono chiusi nel loro ottuso rigore e non sanno trovare le risposte giuste (cioè quelle permissive) a differenza dei loro predecessori o dei loro stessi precedenti che avevano fatto questa e quell'altra cosa (seguono citazioni ed esempi più o meno a proposito).
 
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Anna
Foa,
storica
Insieme con il mondo intorno a noi sta forse cambiando faccia anche l'antisemitismo? Come definire infatti quello dei gilets jaunes in Francia, che hanno aggredito il filosofo Alain Finkielkraut? Non è l'antisemitismo tradizionale delle banlieues parigine, portato dai giovani islamici di seconda o di terza generazione, anche se i gilets jaunes hanno gridato slogans antisionisti. E non è nemmeno l'antisemitismo tipico dell'ultradestra, dei giovani neonazisti, anche se non ne è tanto distante.
 
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Il ministro Zarif a Monaco
“Più affari con Teheran”
Il ministro degli Esteri iraniano Javad Zarif protagonista ieri alla Conferenza di Monaco che, tra i vari temi, ha messo al centro proprio le relazioni con Teheran e la minaccia del nucleare. La Stampa parla di vero e proprio “show”, segnato dall’accusa che Israele starebbe fomentando un clima propizio per una guerra.
“Chi credeva che l’inviato di Teheran sarebbe arrivato a Monaco a ringraziare per il sostegno europeo dinanzi al pressing americano anti-Iran – si legge – è rimasto di sasso”. Agli europei Zarif ha infatti detto che non basta “fare dichiarazioni a favore dell’accordo sul nucleare, ora è tempo di pagare il prezzo e di fare business”.
Gli americani, ha poi aggiunto il ministro, “sono ossessionati in modo patologico” dall’Iran e le accuse di antisemitismo sono state definite dallo stesso “ridicole”.

Il Corriere si sofferma sullo scontro diplomatico in corso tra Israele e Polonia dopo un’affermazione del Premier israeliano Benjamin Netanyahu sulla legge votata nel 2018 a Varsavia, che prevede fino a tre anni di carcere per chi, con riferimento ai lager nazisti, parla di “campi polacchi”. Un “the” di troppo, viene spiegato, ha riaperto le polemiche con il governo di Mateusz Morawiecki. “Quell’articolo determinativo ha fatto intendere che Netanyahu accusasse tutti ‘i polacchi’ di aver collaborato allo sterminio degli ebrei locali. Morawiecki ha reagito (‘Siamo stati vittime dell’occupazione tedesca’) e ha deciso di non partecipare al vertice del gruppo di Visegrad (oggi a Gerusalemme). Il chiarimento di Netanyahu (‘Mi riferivo ad alcuni polacchi’) non è bastato”.

Repubblica dedica un ampio ritratto a Benny Gantz, principale sfidante di Netanyahu alle prossime elezioni: “È alto, la schiena dritta, un sorriso appena disegnato sul volto scavato dal sole, occhi blu acciaio, poco loquace. Quella di Benny Gantz è la figura ideale del comandante con i nervi saldi che infonde fiducia. Un generale autentico di cinquantanove anni, adesso a riposo, ma già lanciato in una nuova carriera, quella di candidato a primo ministro”.

“Almeno uno dei gilet gialli aveva una retorica islamista. Se non fosse intervenuta la polizia, mi avrebbero spaccato la faccia”. Così il filosofo francese Alain Finkielkraut ha commentato l’aggressione subita sabato a Parigi. “È stato il ministro degli Interni – scrive La Stampa – ad annunciare ieri pomeriggio su Twitter che ‘un sospetto, riconosciuto come il principale autore degli insulti, è stato identificato’, ma non ancora arrestato. Lui e i suoi compari rischiano fino a sei mesi di carcere”. In una intervista Dina Porat, presidente del Kantor Center per lo Studio dell’Ebraismo Europeo Contemporaneo, afferma: “L’Europa tutta, e non soltanto la Francia, deve porsi un problema politico. Com’è possibile che i movimenti di massa non possano fare a meno del pregiudizio antisemitico?”. Mentre Tahar Ben Jelloun spiega: “Tombe profanate nei cimiteri ebraici. Bambini con la kippah aggrediti per strada. Il ritratto di Simone Veil, una grande donna che a malapena adolescente finì in un campo di concentramento nazista, sfregiato da una croce uncinata. Torna l’antisemitismo in Francia dove i gilet gialli turbano la vita quotidiana dei negozianti e dei politici”.

A mettere in allarme contro la saldatura tra forme radicate di odio e nuove forme di antisemitismo che affondano le radici nell’antisionismo è anche Pierluigi Battista in un editoriale sul Corriere. “Questa saldatura – accusa – che non vogliamo vedere, ma che gli scritti dello stesso Finkielkraut hanno più volte messo in evidenza suscitando l’ostilità chiassosa e intollerante della cultura conformista”.
Repubblica segnala anche le parole della presidente della Comunità ebraica di Roma Ruth Dureghello, che è detta preoccupata per la mancanza di reazioni nel Movimento Cinquestelle.
 
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  davar
annullato il vertice Visegrad a gerusalemme
Polonia-Israele, il passato
diventa terreno di scontro

Due le notizie di cui si discute in queste ore in Israele. Da una parte, l'annuncio dell'addio all'arena politica di Tzipi Livni, per 20 anni membro della Knesset e già ministro della Giustizia e degli Esteri. Dall'altra, un altro annuncio ma di tenore di verso: la cancellazione del vertice dei paesi del gruppo di Visegrad, previsto a Gerusalemme, dopo lo scontro diplomatico tra Polonia e Israele nato dalle dichiarazioni del ministro degli Esteri Yisrael Katz. Il primo ministro polacco ha infatti annullato la partecipazione di Varsavia al summit, bollando come "razzista" il commento di Katz – nominato pochissime ore prima alla guida della diplomazia israeliana - che in un'intervista ha detto che i polacchi “succhiano l'antisemitismo dal latte materno”. Una citazione, quella di Katz, dell'ex Primo ministro israeliano Yitzhak Shamir. “Le parole del ministro degli esteri israeliano sono razziste e inaccettabili... è chiaro che il nostro ministro degli esteri (Jacek) Czaputowicz non si recherà al vertice”, la reazione del Primo ministro polacco Mateusz Morawiecki. Katz aveva ricordato di essere “figlio dei sopravvissuti alla Shoah, non perdoneremo mai e non dimenticheremo mai”. “In diplomazia – le sue parole - si cerca di non offendere, ma nessuno cambierà la verità storica per fare una cosa del genere. I polacchi hanno collaborato con i nazisti, decisamente. Come ha detto [l'ex primo ministro] Yitzhak Shamir hanno succhiato l'antisemitismo con il latte materno”.
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pagine ebraiche febbraio 2019
Al Museo si impara la finanza
La retorica antisemita su presunti complotti finanziari, su mani e manine che controllano le nostre economie, non sono mai passate di moda. L'idea che ci sia un grande burattinaio che incide sulla situazione economica di un paese o dei singoli fa da scudo ad ogni errore, alleggerisce dalla responsabilità delle scelte politiche fatte. Il problema è che queste teorie – e lo ricorda su Pagine Ebraiche la sociologa del Cdec Betti Guetta – sono tornate d'attualità e nel nostro paese trovano un terreno fertile anche a causa di una generale ignoranza quando si tratta di temi finanziari. Giovanna Paladino, direttore del Museo del Risparmio, spiega a Pagine Ebraiche, che “gli italiani avendo un basso livello di conoscenza in materia di gestione del denaro preferiscono delegare e/o non assumere le responsabilità delle proprie scelte convinti che, nel caso in cui le cose vadano male, per un qualche sorta di miracolo tutto possa tornare a posto. Non hanno assolutamente chiaro il funzionamento dei mercati finanziari.” E per rispondere a questa esigenza, per costruire una società maggiormente consapevole in materia di economia, è nato nel 2012 a Torino il Museo del Risparmio, diretto da Paladino e promosso da Intesa Sanpaolo.
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qui torino
L'Emancipazione e i diritti oggi
“Diritti umani oggi” è il titolo del convegno tenutosi nelle sale del Museo della Resistenza di Torino. Tre le prospettive messe in campo dai relatori per osservare il problema, un’unica diagnosi: i 30 articoli che compongono la Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo, a settant’anni dalla loro promulgazione, non godono di buona salute.
A comporre la tavola rotonda moderata da Alberto Sinigaglia, presidente dell'Ordine dei giornalisti del Piemonte e della Valle d'Aosta, Andrea Giorgis, ordinario di Diritto costituzionale all'Università di Torino e deputato alla Camera; Edoardo Greppi, professore di Diritto internazionale umanitario e tutela dei diritti umani presso l'Università di Torino e Luciano Scagliotti esperto in materia di diritti umani, membro del Comitato della Regione Piemonte per i diritti umani.

Alice Fubini
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qui firenze
Sul palco, destinatari sconosciuti 
Dopo il successo milanese Rosario Tedesco, regista e attore, ha presentato per due sere a Firenze, al Teatro Niccolini, il suo adattamento scenico di Destinatario sconosciuto, il libro scritto da Katherine Kressmann Taylor nel 1938 in forma di racconto epistolare che ben riflette quanto accadeva nel periodo dell'ascesa di Hitler.
Nei brillanti monologhi dei due attori sul palco - lo stesso Rosario Tedesco nella parte dell'ebreo Max, e Nicola Bortolotti nelle vesti di Martin, il futuro nazista, - seguiamo lo scambio di lettere tra tra i due uomini, fin da giovani grandi amici, e ora soci d'affari nella vendita di quadri tra gli Stati Uniti e la Germania.
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domenica 22 settembre
Giornata della Cultura ebraica,
il sogno protagonista

“I sogni”. È questo il tema scelto per la prossima Giornata Europea della Cultura Ebraica, che si svolgerà in Italia domenica 22 settembre. Il tema della passata edizione della Giornata, giunta quest’anno al ventesimo appuntamento, era “Storytelling. Le storie siamo noi”. Realtà capofila per il nostro paese, il 14 ottobre scorso, fu Genova. Nella città ferita dal crollo del Ponte Morandi, un messaggio positivo, di fiducia e di concreta vicinanza dell’ebraismo italiano e della Comunità ebraica locale. Al riguardo ricordiamo ai nostri lettori che è possibile contribuire alla raccolta fondi in favore delle famiglie colpite attraverso donazioni e versando un’offerta su un conto corrente speciale, intestato all’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane.

Di seguito le coordinate:
IBAN – IT42B0200805205000103538743
CAUSALE: offerta per le vittime del crollo del Ponte Morandi
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pilpul

Oltremare – Bowling
La partita di bowling è iniziata, e siamo tutti invitati a indossare le scarpette bicolore e sederci a guardare. Non usa il tifo, quindi tocca stare buoni e seguire il gioco senza schiamazzi eccessivi. Il primo birillo a cadere ha la faccia tonda e i capelli lisci e biondi di Tzipi Livni, che oggi ha annunciato il ritiro della sua persona dalle elezioni prossime venture e, dice, dalla politica tout-court. Sarà da vedere. Certo il suo partito dopo la rottura improvvisa e non coordinata con Livni da parte di Gabbai (in effetti, un siparietto ai limiti della sceneggiata napoletana) non si era ripreso, e nessun sondaggio lo dava oltre il 3.25%, li minimo per entrare alla Knesset.

Daniela Fubini
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Per capirci
Alcuni concetti, per contarci, poiché a volte necessita il farlo:
1) l’aggressione ad Alain Finkielkraut è contro ognuno di noi: noi democratici, noi che crediamo nelle virtù repubblicane, noi che cerchiamo nella mediazione democratica la ragione della nostra stessa coesione;
2) colpire un uomo indifeso, in quanto esponente di una minoranza al contempo nazionale (un intellettuale francese ebreo, laico e repubblicano) e transnazionale (poiché espressione di un pensiero di vita che travalica i confini degli Stati) è lo strumento per brutalizzare l’intera collettività, francese ed europea, riconducendola alla sue pulsioni più elementari e primitive;
3) sempre più spesso l’antisemitismo utilizza l’”antisionismo” come vettore di autoaffermazione e di manifestazione pubblica; sempre più spesso dovremo confrontarci con questo stato di cose
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Claudio Vercelli  
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Controvento - La Scienza e noi
Siamo umani perché abbiamo il linguaggio. Gli animali sono in grado di articolare suoni, anche sofisticati, le piante comunicano tra loro attraverso un alfabeto chimico, delfini e squali utilizzano i sonar per tenersi in contatto. Ma solo noi (almeno così sembra) abbiamo sviluppato la sintassi, ovvero la possibilità di combinare all’infinito le parole secondo regole convenzionali che ci consentono di comporre poesie, riflettere sull’infinito, e porci domande su che cos’è il linguaggio.

Viviana Kasam
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