Se non leggi correttamente questo messaggio, clicca qui         26 marzo 2019 - 19 Adar II 5779
LA STORICA POSA DI NOVE PIETRE D'INCIAMPO ASSIEME ALLE SORELLE BUCCI 

Fiume, via Pomerio: torna la Memoria

Nel 1903, quando si inaugura il Tempio grande di via Pomerio, per gli ebrei fiumani il futuro appare finalmente radioso. Dall’installazione di un nucleo permanente in città sul finire del Settecento, è quello il momento di maggior prosperità per questo nucleo in costante crescita che, a partire dagli anni successivi, sarà anche calamita per numerose famiglie ebraiche in fuga dai pogrom dell’Est Europa. Il Quarnero, con la sua tradizione di accoglienza, un rifugio sicuro.
Appena quaranta anni dopo, con i nazisti in fuga, il Tempio sarà minato e distrutto. Solo macerie in via Pomerio come risultato ultimo di anni di squadrismo, delazioni, barbarie. Un vuoto seguito come spesso accade da un lungo oblio. Proprio quel luogo, non a caso, era stato scelto per far mettere in posa la redazione giornalistica UCEI in occasione di una delle prime edizioni del laboratorio giornalistico Redazione Aperta a Trieste (nell’immagine).
Tra poche ore, un’opportunità storica per fare Memoria rappresentata dalla posa di nove pietre d’inciampo. Non al civico 31, dove sorgeva la sinagoga. Ma poco lontano, una manciata di metri, al numero 15. È là che furono catturate le sorelle Andra e Tatiana Bucci, sopravvissute bambine all’orrore di Auschwitz-Birkenau. Ed è là che torneranno questo giovedì mattina, per ricordare i loro cari scomparsi nella Shoah.
Pietre bilingui, in lingua italiana e croata, troveranno collocazione nell’asfalto con incisi i nomi di Mira Perlow Bucci, Mario Perlow, Sonia Perlow, Jossi Perlow, Aron Perlow, Carola Braun Perlow, Rosa Farberow Perlow e Silvio Perlow e del cuginetto Sergio De Simone.
Accanto alle sorelle Bucci i vertici dell’amministrazione cittadina, i rappresentanti della comunità ebraica fiumana, la coordinatrice Rina Brumini, dall’Italia l’assessore UCEI Livia Ottolenghi, la studiosa Sanja Simper che è autrice di un importante studio sulle persecuzioni antiebraiche in Quarnero e sulle responsabilità del fascismo.
Nove pietre per la Memoria e per la consapevolezza a sei anni dalla posa delle prime stolpersteine fiumane in ricordo di Eugenio e Giannetta Lipschitz, che furono prelevati dalla loro abitazione non lontano dal corso principale.
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DOPO GLI ATTACCHI DI HAMAS 

Sud d'Israele, una calma precaria

Non è stato accettato nessuno cessate il fuoco con Hamas. Israele è pronto a continuare i suoi attacchi aerei su obiettivi del movimento terroristico nella Striscia di Gaza. A riferirlo ai media un alto funzionario dell’entourage del Primo Ministro Benjamin Netanyahu di ritorno da Washington. Intanto, dopo l’incessante pioggia di razzi della scorsa notte, nel Sud d’Israele si respira una calma carica di tensione. Le scuole sono rimaste chiuse e gli strascichi degli oltre cento razzi lanciati sull’area in poche ore rimangono. “Ero a casa da solo, seduto nel mio salotto quando ho sentito un allarme missilistico e sono subito corso alla camera blindata” ha raccontato Shlomo Moskowitz, residente A Sderot. “All’improvviso, ho sentito una forte esplosione. Sono entrato nel soggiorno ed era pieno di fumo. Sono entrato nella stanza di mio figlio ed era devastata. Il razzo era disteso sul pavimento, inesploso”.


Rassegna stampa

Calma precaria
I residenti del sud di Israele si sono svegliati questa mattina con attorno una calma precaria, dopo una notte in cui oltre 60 razzi sono piovuti nell’area, sparati dalla Striscia di Gaza. L’esercito ha risposto, colpendo diversi obiettivi in territorio palestinese. Attorno alle 22.00 di ieri, Hamas aveva annunciato di aver accettato un accordo egiziano per il cessate il fuoco ma i terroristi nella Striscia hanno continuato a sparare razzi su Israele anche dopo quell’ora. Almeno 30, secondo fonti dell’esercito. Il ministro israeliano della Pubblica sicurezza Gilad Erdan, alla radio dell’esercito, questa mattina ha affermato: “Continueremo ad esigere un prezzo molto alto da Hamas per i suoi attacchi ai cittadini israeliani, ed è per questo che tutte le voci e l’annuncio di un cessate il fuoco non sono corrette”. Diversi quotidiani (RepubblicaLa StampaCorriereGiornale) ricordano come l’escalation sia stata innescata dal razzo lanciato ieri all’alba dalla Striscia contro una casa a nord di Tel Aviv: casa praticamente rasa al suolo con sette israeliani feriti nell’attacco. Le nuove violenze nel Sud hanno innescato, riportano i quotidiani italiani, offensive e controffensive tra i politici israeliani in corsa per le elezioni del 9 aprile: Benny Gantz ha accusato il Primo ministro Benjamin Netanyahu di non essere in grado di garantire la calma nell’area, così come ha fatto l’alleato del Premier Naftali Bennett. 

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LE INIZIATIVE A TRENTO

Talmud, a confronto con il rav

Ieri e oggi due eventi a Trento hanno visto protagonista rav Riccardo Di Segni, rabbino capo di Roma. Nel contesto della “Cattedra del confronto” (promossa dalla diocesi locale) in forma di interventi che si tengono ogni primavera sulle sfide della convivenza, ieri sera il rav ha esposto il pensiero della tradizione rabbinica sul tema complesso della purezza/purità (rituale, morale, simbolica) e sulla sua rilevanza nella società contemporanea, sfidando luoghi comuni e articolandolo a partire dalle diverse accezioni presenti nella Torà e nel Talmud. Questa mattina, presso il Dipartimento di Lettere e Filosofia dell’Ateneo trentino, dopo i saluti del rettore Paolo Collini, del direttore Marco Gozzi e del coordinatore del Centro di Alti Studi Umanistici Maurizio Giangiulio, rav Di Segni ha svolto una lezione dal titolo “Cos’è la Torà orale: esempi dal Talmud” affrontando questioni etiche di grande attualità.

Massimo Giuliani   
QUI ROMA - LA PRESENTAZIONE 

Una bici contro il fascismo 


Il campione della bicicletta capace di trionfare più volte sia al Giro d’Italia che al Tour de France. Ma anche l’uomo coraggioso e altruista che, nel momento di massimo pericolo, si spese in prima persona per salvare gli ebrei perseguitati dal nazifascismo. Gino Bartali. Una bici contro il fascismo, scritto da Alberto Toscano, racconta i tanti volti del leggendario ciclista fiorentino che dal settembre 2013 è tra i “Giusti tra le nazioni” riconosciuti dallo Yad Vashem e dall’aprile del 2018 cittadino onorario dello Stato ebraico.
Pubblicato da Baldini&Castoldi, con prefazione di Gianni Mura e postfazione di Marek Halter, il volume è stato presentato a Roma nella sede della Società Dante Alighieri. L’occasione per riflettere sullo sportivo, l’eroe, il suo attaccamento ai valori. Assieme all’autore sono intervenuti Corrado Augias, Michele Canonica, Luigi Guidobono Cavalchini e Alessandro Masi.
Il retto e l'imbroglione
Vallo a raccontare a chi fa campagna elettorale oggi: “chiunque guadagni onore svergognando il proprio prossimo non avrà parte nel mondo a venire” (TY Chaghigà 2:1)… ma davvero i Maestri sono così ingenui da pensare che ci si possa sempre comportare in modo tanto impeccabile, parlando solo bene del prossimo e mai attaccandolo? Per prima cosa occorre rispondere “si!”, nella stragrande maggioranza dei casi non solo è possibile ma alla lunga finisce per giocare perfino a favore. Sul lavoro per esempio, tutte le teorie di “team playing” che mettono fortemente l’accento sull’opportunità di incoraggiare i propri colleghi e complimentarsi con loro non sono basate su considerazioni moralistiche, quanto piuttosto utilitaristiche. Dunque in genere non solo è giusto comportarsi bene, ma “conviene pure”.
Michael Ascoli, rabbino
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Il termine ebreo
Un giornalista viene apostrofato per la strada con un ‘ebreo’. Maria Giovanna Maglie non riconosce che gli ebrei abbiano il diritto di parlare e dire la propria sul governo come ogni altro italiano, forse non sa che gli ebrei che vivono in Italia sono italiani, anche se immigrati di antica generazione. Giorgia Meloni, erede dell’idea fascista, fa un manifesto contro Soros in cui lo definisce ‘usuraio’ – e si dimentica, Giorgia Meloni, o non conosce, quali vicende storiche abbiano costretto gli ebrei a fare gli ‘usurai’, e chi le abbia costruite quelle vicende storiche. E non si sognerebbe mai, Giorgia Meloni, erede del fascismo, di accusare di ‘usura’ le banche e i banchieri cui fanno capo. E se lo facesse ricorrerebbe certamente alla fonte delirante di Ezra Pound, poeta antisemita prediletto. Ma l’ebreo che si occupa di finanza è, per lei, un usuraio, ebreo per natura, ed usuraio per natura.
Dario Calimani, Università di Venezia
 
25 luglio 1943
25 luglio 1943 di Emilio Gentile, edito da Laterza l’anno scorso, contiene moltissime trascrizioni di documenti e non orienta più di tanto verso lo scioglimento non di un mistero ma di un caso di follia istituzionale che portò gli ebrei dal ripristino virtuale del ghetto verso un itinerario che condusse loro dalla connotazione di paria a quella di cacciagione. Intendiamoci, anche ora ci sono dei tour lungo la penisola che, ripristinando la demonizzazione di Israele, possono portare alle stesse conseguenze nei riguardi degli ebrei tutti. Come disse Agnes Heller a “Il Manifesto” del 15 marzo u.s. “Voglio dire che se si boicotta Israele per il conflitto con i palestinesi, perché non boicottare anche la Turchia vista la situazione difficile dei curdi che per certi versi non ha pari neanche in Israele? Nessuno prende l’iniziativa di boicottare la Turchia e ciò dimostra che la critica verso Israele è basata su un’ostilità di fondo verso gli ebrei”.
Emanuele Calò
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Senza se e senza ma
La riflessione di Valentino Baldacci pubblicata su queste colonne giovedì scorso e intitolata “Mondo islamico” presenta spunti di grande interesse e coinvolgimento, facendosi apprezzare per la sottile capacità di analisi e mettendo opportunamente in evidenza come la constatazione di una ricorrente freddezza degli ambienti musulmani rispetto alle tante vittime cristiane delle violenze jihadiste possa avere conseguenze sull’atteggiamento di una parte del mondo occidentale di fronte a terribili attentati anti-islamici come quello di Christchurch, fino a provocare distinguo e limitazioni nell’espressione di una condanna. Proprio la centralità del tema, legato ai fragili equilibri su cui si regge la convivenza nella nostra realtà interculturale, mi spinge a soffermarmi ancora sull’argomento.
David Sorani
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Razze e razzismo
Recentemente è stata riportata la notizia della ristampa del libro di Barbujani, Le razze non esistono. Ho insegnato Genetica per 10 anni alla Facoltà di Agraria di Torino e con cognizione di causa posso contestare questo assunto. Le razze esistono: è il razzismo che deve essere contestato e combattuto. Sarebbe come affermare che per non bagnarsi durante la pioggia occorra negare che dal cielo scenda acqua: no, quando piove scende acqua e se, in quell’eventualità, vogliamo restare asciutti, occorre proteggerci con un ombrello. Lo stesso vale per il concetto di razza: esiste e, quando è stato capito, è stato utile. Senza le razze non sarebbe nata la Genetica, con tutti i vantaggi che ha fornito alla conoscenza umana.
Roberto Jona
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