Se non leggi correttamente questo messaggio, clicca qui        23 Luglio 2019 - 20 Tamuz 5779
L'AMMISSIONE DEL LEADER BRITANNICO JEREMY CORBYN

“Sì, il Labour ha un problema di antisemitismo”

“Finalmente anche Jeremy Corbyn, tra i principali artefici di questa deriva, sembra essersene accorto: nel Labour inglese c’è un problema accentuato di antisemitismo. “Le prove sono sotto gli occhi di tutti. I peggiori casi di antisemitismo nel nostro partito hanno incluso negazione della Shoah, stereotipizzazione di figure ebraiche legate al mondo della finanza, teorie della cospirazione che incolpano Israele per l’11 settembre o la famiglia Rothschild per ogni guerra. Si è arrivati persino a sostenere che Hitler è stato frainteso” ha scritto il leader laburista in un messaggio inviato ai membri del partito.
Messaggio che è coinciso con il lancio di un mini sito web che ha come obiettivo proprio una corretta informazione sul mondo ebraico e la lotta a un pregiudizio evidentemente più diffuso del previsto. “No Place for anti-Semitism”, il nome di questo spazio virtuale e della campagna. Vi si sostiene: “L’antisemitismo non ha spazio nel nostro partito. L’odio nei confronti del popolo ebraico non ha spazio nella società inglese”. Il Labour, si annuncia, produrrà materiale didattico apposito. E lo farà nella consapevolezza “che l’odio antiebraico sta risollevando la testa in molte parti del mondo, e il Labour non ne è immune”.
REDAZIONE APERTA - IL BILANCIO DEL DIRETTORE DELL'ENTE MILANESE  

Cdec, un futuro di progetti

Il Centro di Documentazione Ebraica Contemporanea di Milano sempre più al centro del panorama culturale della città e nazionale. Tanti progetti portati avanti, altrettanti in cantiere con il trasferimento del Cdec – previsto nel prossimo futuro – nella struttura del Memoriale della Shoah, a due passi dalla Stazione Centrale di Milano, a segnare un passaggio fondamentale per l'ente. Ospite di Redazione Aperta, il seminario della redazione giornalistica UCEI in corso a Trieste, il direttore del Cdec Gadi Luzzatto Voghera, racconta l'evoluzione di questi anni dell'ente, punto di riferimento per la ricerca sulla storia dell'ebraismo italiano. “In questi tre anni il Cdec è cambiato moltissimo – racconta Luzzatto Voghera, alla direzione dal settembre 2016 - Non c'è stata una cesura rispetto al passato ma abbiamo lavorato in continuità con quanto fatto dalla direzione precedente, sviluppando molte delle risorse al nostro interno per rispondere alle sfide del presente. Serviva lavorare sulla comunicazione e rendere il logo Cdec più riconoscibile. Servivano nuovi progetti e collaborazioni internazionali”.
IL PROGETTO A HAIFA E GLI EQUILIBRI DI POLITICA INTERNAZIONALE 

Israele, Cina e Usa: divisi da un porto

Per fare fronte all’accresciuto volume del traffico merci da e per Israele, negli scorsi anni le autorità israeliane hanno deciso la costruzione di un secondo porto a Haifa, adiacente a quello preesistente. La gara d’appalto è stata vinta da una società cinese, che si è aggiudicata la costruzione del porto e la sua gestione per 25 anni. Ma la costruzione del nuovo porto è fortemente osteggiata dal governo americano e dal sindaco di Haifa. Per quali motivi?
Le autorità americane sono preoccupate per il fatto che il nuovo porto sarà gestito da una società cinese: a loro avviso, con questo “cavallo di Troia” i cinesi potranno controllare e spiare sia i movimenti delle navi e portaerei della Sesta Flotta degli Stati Uniti, che attraccano regolarmente a Haifa, sia le navi militari israeliane, compresi i sommergibili nucleari. La Cina è notoriamente in ottimi rapporti diplomatici con l’Iran (attualmente la Cina è l’unico acquirente di petrolio iraniano, in violazione dell’embargo internazionale), paese in guerra con Israele.

Aviram Levy, economista 

Leggi

 



Rassegna stampa

“Spie della Cia”. 17 arresti in Iran
Leggi

 
 
Una voce con spirito umanitario
A fronte di una campagna incessante sull'ondata di migranti che sta mettendo in pericolo la sicurezza, la sovranità e il futuro monocolore del nostro paese, sembra, da dati incontrovertibili, che i migranti stiano preferendo di gran lunga Cipro all'Italia – forse ne dovremmo essere sovranisticamente infastiditi – e che i respingimenti e rimpatri attuali dall'Italia siano diminuiti, se raffrontati al numero di quelli attuati dal governo precedente.
Giusto chiedersi, una volta di più, se siano davvero i migranti, e non altro, il vero problema dell'Italia. E se non vi sia davvero possibilità e spazio per l'accoglienza nel nostro paese.
Dario Calimani, Università di Venezia
Una verità scomoda 
Si legge che Yehoshua Radler-Feldman (1880-1957), il cui nom de plume era Rabbi Binyamin, ebbe ad inscenare in Palestina una protesta plateale, salendo su un tavolo nel corso di una commemorazione, per chiedere che si invocasse il bombardamento alleato dei campi di sterminio.
Più di quello, forse, non avrebbe potuto fare. Come era da attendersi, la protesta ed i toni della protesta, prevalsero sul contenuto della sua proposta. Tant'è che rimase nella mente del pubblico, nella mente di chi ne fece il resoconto e finanche nella mente del protagonista, soltanto l'aspetto scenografico - folkloristico.
Emanuele Calò
Leggi
Una formula inappropriata 
“Che la terra ti sia lieve”, dalla locuzione latina Sit tibi terra levis, è un modo di salutare chi ha lasciato il mondo terreno che, in questi anni, pare essere rinverdito e che si ritrova spesso anche in commenti in ambito ebraico.
Senza ovviamente voler “bacchettare” nessuno, cosa particolarmente odiosa quando ci si debba confrontare con il dolore per una perdita, trovo che questo modo di dire non si addica affatto allo spirito ebraico, trasmettendo un senso di oppressione e di angoscia assai materiali, sentimenti diversi dal dolore e dalla nostalgia per la persona cara..
Gadi Polacco
Leggi
Reagire al degrado
Acquisito che le acque stagnanti in cui siamo immersi non potranno rapidamente mutarsi in una fresca sorgente e che l’anno che verrà sarà in tutto simile a quello passato e forse addirittura peggiore, proviamo ad analizzare meglio la situazione e a cercare qualche atteggiamento di sensata risposta.
Che fare di fronte al deterioramento etico e civile della nostra società? Come reagire alla superficialità e all’egoismo crescenti e sempre più diffusi? Come rispondere all’assenza di autentica visione politica e alla politica come degrado? Come porsi davanti al razzismo ormai da molti apertamente rivendicato?
David Sorani
Leggi
Twitter
Facebook
Website