Israele, Cina e Usa: divisi da un porto

haifaPer fare fronte all’accresciuto volume del traffico merci da e per Israele, negli scorsi anni le autorità israeliane hanno deciso la costruzione di un secondo porto a Haifa, adiacente a quello preesistente. La gara d’appalto è stata vinta da una società cinese, che si è aggiudicata la costruzione del porto e la sua gestione per 25 anni. Ma la costruzione del nuovo porto è fortemente osteggiata dal governo americano e dal sindaco di Haifa. Per quali motivi?
Le autorità americane sono preoccupate per il fatto che il nuovo porto sarà gestito da una società cinese: a loro avviso, con questo “cavallo di Troia” i cinesi potranno controllare e spiare sia i movimenti delle navi e portaerei della Sesta Flotta degli Stati Uniti, che attraccano regolarmente a Haifa, sia le navi militari israeliane, compresi i sommergibili nucleari. La Cina è notoriamente in ottimi rapporti diplomatici con l’Iran (attualmente la Cina è l’unico acquirente di petrolio iraniano, in violazione dell’embargo internazionale), paese in guerra con Israele.
aviram levy 2Le autorità israeliane, in forte imbarazzo, replicano che per osservare le navi militari che attraccano a Haifa non è necessario costruire e gestire un porto ma basta andare sul Monte Carmelo e scrutare con un semplice binocolo. Il sospetto di Israele è che le critiche degli Stati Uniti alla presenza cinese sono riconducibili alla guerra commerciale in atto tra i due paesi e quindi la costruzione del porto è considerata alla stregua di una “esportazione” di merci cinesi in concorrenza “sleale”.
L’altro “nemico” inaspettato del nuovo porto è l’Amministrazione comunale di Haifa: il nuovo porto impedirebbe il previsto ampliamento dell’aeroporto di Haifa, in particolare la costruzione di nuove piste per accogliere anche aerei di grandi dimensioni. Il tribunale di Haifa ha accolto il ricorso del sindaco e ha bloccato i lavori del nuovo porto.
Come finirà questo braccio di ferro? È difficile fare previsioni ma, paradossalmente, impedire la costruzione del nuovo porto potrebbe essere più facile per il sindaco di Haifa che non per il Presidente Trump: ricorsi in tribunale, cavilli amministrativi e misure ostruzionistiche (come la mancata realizzazione di strade di accesso e altre infrastrutture) potrebbero ritardare la costruzione per parecchi anni.

Aviram Levy, economista, Pagine Ebraiche Luglio 2019