Se non leggi correttamente questo messaggio, clicca qui        6 Agosto 2019 - 5 Av 5779
UCEI - LA RACCOLTA FONDI PER RESTAURARE LA COLLEZIONE DI CIRCA 8000 VOLUMI

“Adotta un libro”: la campagna dell'Unione
per salvare un patrimonio di cultura ebraica

Alcuni furono sequestrati alla comunità ebraica dai nazisti e recuperati fortunosamente a Francoforte nel dopoguerra. Altri furono salvati dall'alluvione di Firenze del 1966. Sono molteplici e affascinanti le storie dei circa 8000 volumi conservati al Centro Bibliografico dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane, che rappresentano un patrimonio per l'ebraismo italiano e per l'intera cultura nazionale. Un patrimonio che chiede oggi di essere salvato a causa dei danni provocati dal tempo. Per questo l'UCEI ha lanciato nelle scorse ore la campagna di crowdfunding “Adotta un libro”: con una raccolta fondi online ciascuno avrà la possibilità di dare il proprio contributo per la salvaguardia di questa preziosa collezione libraria. “Lasciare questi volumi nelle condizioni in cui sono ora rischierebbe di farli andare irrimediabilmente perduti. - si spiega nella presentazione del progetto - La tutela di questo patrimonio librario, che costituisce una parte integrante della storia degli ebrei in Italia e nel resto d'Europa, è uno sforzo della massima importanza, non può essere demandata né procrastinata e necessita un’opera capillare di salvataggio”.
“Si tratta di volumi antichi che vanno dal '500 all'800. - spiega la responsabile della Biblioteca del Centro Bibliografico UCEI Gisèle Lévy - Una parte cospicua fa parte della collezione storica della Biblioteca del Collegio Rabbinico Italiano, che fu razziata nel 1943 e inseguito alla guerra fu restituita dalle forze alleate”. Del Fondo, che conta libri antichi e rari, fanno parte anche quelli salvati nel 1966 dal fango e dall'acqua che colpì Firenze nel 1966. “Questo patrimonio librario contiene opere di vario tipo, - racconta il rabbino capo di Roma Riccardo Di Segni, direttore del Collegio rabbinico - contiene collezioni di assoluta specificità come tutti i libri di responsa di ebrei italiani; ci sono edizioni popolari di uso comune, come libri di Torah destinati agli studenti; libri di tefillah e in generale testi di letteratura rabbinica di uso comune e didattico”.  
Il progetto di restauro dell'intera collezione prevede diverse tappe, che prenderanno il via dal prossimo settembre: si andrà dalla raccolta, all'asciugatura e disinfezione, poi la spolveratura e infine la riconsegna. Una parte dei libri sarà donata a coloro che hanno partecipato alla campagna ed una parte sarà nuovamente archiviata. “Perché questi libri sono importanti? Perché in fondo attraverso di essi si comprende l'ambito culturale entro il quale si è sviluppato il pensiero, l'azione, la fede degli ebrei che vi hanno studiato sopra”, sottolinea il sofer Amedeo Spagnoletto.
PAGINE EBRAICHE DI AGOSTO 

Weimar e il sogno di un’Europa senza odio

Uno impugna il lauro, l’altro appena lo sfiora. Uno porta il rotolo manoscritto, l’altro gli appoggia una mano sulla spalla. I loro sguardi scrutano orizzonti diversi, ma entrambi si spingono lontano. Sulla piazza del Teatro nazionale tedesco, a Weimar, il monumento a Johann Wolfgang von Goethe e Friedrich von Schiller continua dalla metà dell’Ottocento a simboleggiare i due giganti della letteratura tedesca. Sono migliaia ogni giorno i visitatori e i passanti che si fermano commossi per rendere omaggio a uno dei simboli più eloquenti della cultura europea. Ma nelle festose settimane dell’Yiddish Summer Weimar, il grande festival che alterna musica, teatro, corsi di lingua e riporta trionfalmente alla vita le modalità espressive degli ebrei aschenaziti, proprio quel monumento assume un significato tutto diverso. Sul palcoscenico dell’appassionante “Meghilla fun Vajmar” che Miriam Camerini ha portato in scena con un cast d’eccezione nella prima giornata di festival, il monumento riappariva davanti agli occhi del pubblico. Accanto al Goethe che viene raccontato dall’opera in yiddish, non più il suo amico di gioventù Schiller, ma lo stesso Itzhik Manger con la riscrittura in forma poetica della vicenda narrata nel Libro di Ester ha scritto alcune delle più belle pagine in yiddish. Non è però la prima volta che Schiller scende dal piedistallo e si va a fare una passeggiata, lasciando qualcun altro a dialogare con Goethe. L’ultimo giorno di luglio del 1949, sono trascorsi esattamente 70 anni da allora, mentre la Germania liberata raccoglieva ancora le macerie e cercava disperatamente una via per sopravvivere alla lacerazione della Guerra fredda, la stampa svizzera celebrava con una vignetta il ritorno dell’Altra Germania. Thomas Mann, che aveva lasciato il suo paese ai primi segni dell’ascesa di Hitler, appariva nel disegno al posto di Schiller e a fianco di Goethe.

QUI WEIMAR - LE NOTE DELLA REGISTA MIRIAM CAMERINI SULLA RASSEGNA

Al Festival yiddish, appunti di regia

Tra le protagoniste del Yiddish Summer di Weimar, uno dei principali appuntamenti al mondo per gli appassionati e gli studiosi della lingua yiddish, c'era – come raccontato negli approfondimenti di Pagine Ebraiche di agosto attualmente in distribuzione – la regista Miriam Camerini. Nella prima giornata del festiva Camerini ha portato sul palcoscenico lo spettacolo “Di Megile fun Vaymar”, ideato e scritto con Juri Vedenyapin e Alan Bern, direttore del Yiddish Summer di Weimar. E in queste giornate intense ha avuto modo di guardarsi attorno e appuntarsi alcune note, da condividere con i lettori di Pagine Ebraiche. Ad esempio quelle su Efim Chorny, che in “Di Megile fun Vaymar” interpreta il poeta Itzik Manger: “cantante yiddish di Kishinev, che fino ad ora ho sempre solo sentito cantare in yiddish o in russo o rumeno, inizia - durante una pausa dalle prove - a cantare in ebraico canzoni israeliane e improvvisamente tutto cambia colore, - racconta Miriam - la diaspora millenaria svanisce, il professor Klausner diventa Amos Oz.. Forza, vigore, sole, calore, sicurezza. Mi mancano il dubbio, l'ironia? Sí, mi mancano”. Dell'attrice e cantante parigina Milena Kartowski – che nello spettacolo interpreta Vashti -, la regista milanese ricorda la difficoltà iniziale di recitare in tedesco, lei nipote di un sopravvissuto a Buchenwald.

MACCABI GAMES DI BUDAPEST - IL BOTTINO DEL GIOVANE NUOTATORE TORINESE 

Gabriele Treves, 13 medaglie da record

Nove ori e quattro argenti agli European Maccabi Games. È il bottino in vasca del giovane torinese Gabriele Treves, che nel nuoto - nella categoria under 18 - ha ottenuto ben tredici medaglie nella competizione in corso a Budapest. Con lui, in due delle staffette premiate, anche l’altro nuotatore italiano, Jacob Sonnino. Un successo che va ben oltre la disciplina, con un medagliere assolutamente eccezionale per la rappresentanza italiana, che punta molto sugli sport di squadra.
Allenandosi quotidianamente con grande determinazione e con il sostegno della società per cui gareggia, a Torino, Gabriele ha ottenuto dei risultati ancora più apprezzabili data la sua giovane età: è del 2003 e avrebbe dovuto gareggiare nella categoria under 16, che è stata però accorpata con la fascia d’età superiore.
Emozionato, molto stanco e decisamente soddisfatto Gabriele non si aspettava di vincere così tanto: “Non sapevo a che livello fossero gli altri, e anche se sicuramente ci speravo davvero non pensavo di arrivare a un risultato del genere”. Anche sulle singole discipline la soddisfazione è tanta: “Nella maggior parte delle gare cui ho partecipato sono anche riuscito a migliorarmi, in particolare nei 100 metri a stile libero e a delfino ho abbassato parecchio i miei personali”.



Rassegna stampa

Il decreto Sicurezza bis approvato al senato 

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QUI MILANO  

Marialuisa Cases Tchilibon
(1932-2019)

Cordoglio nel mondo ebraico milanese per la scomparsa di Marialuisa Cases Tchilibon, storica insegnante della scuola ebraica di via Eupili prima e di via Soderini poi. I funerali si sono tenuti nelle scorse ore al Cimitero Maggiore di Milano.

La difesa del diritto
Non ha fine la campagna con cui il ministro dell'Interno Salvini si sta impegnando a condurre al degrado la vita civile, politica e culturale del paese. Di alto valore morale il grido di allarme lanciato da Noemi Di Segni, presidente dell'UCEI, che cerca di richiamare a una maggiore consapevolezza del suo ruolo e delle sue responsabilità chi 'ai più alti livelli istituzionali, continua a soffiare sul fuoco di orrendi pregiudizi'. Ma è un richiamo che, si teme, non potrà avere effetti visibili sul modo di condursi di una figura politica che sempre più dà la sensazione di volersi accostare alla figura del 'popolare' condottiero mussoliniano: petto nudo bene in mostra, rivestito di una inerte e goffa pinguedine, mentre si esibisce elettoralmente sulle spiagge d'Italia, fra la gente che lo attornia onorata di accostarsi a tanto alta presenza.
Dario Calimani, Università di Venezia
Notizie medievali
Il Ministro israeliano Rafi Peretz si è prodotto in un’uscita sull’omosessualità che consente di inserirlo d’ufficio in un’epoca alquanto vasta, ma non tanto da non ascriverla nel perimetro temporale dell’Alto Medioevo.
Piace pensare che il ministro Netanyahu possa, di conseguenza, essere anch’esso collocabile nel medesimo periodo.
Proprio perché piace, si trascura e si rimuove la sconfessione ad opera di Netanyahu, che ha costretto Peretz ad una marcia indietro che non è certo la prima della sua carriera..
Emanuele Calò
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Israele, la speranza e la democrazia
La grande letteratura israeliana è una boccata d’ossigeno davanti a un orizzonte che si fa sempre più cupo. Emergo dalla lettura di Tre piani di Eshkol Nevo (traduzione dall’ebraico di Ofra Bannet e Raffaella Scardi, Neri Pozza, Vicenza 2017) e alcuni pensieri, alcuni confronti si affacciano con forza. Tranquillizzo i lettori: questa non vuole assolutamente essere una recensione, piuttosto una riflessione a voce alta stimolata dalle ultime pagine del libro. Innanzitutto, la profondità rigeneratrice dell’analisi intorno a un tema classico e apparentemente “esaurito” come la psicoanalisi freudiana:
«Capisci, Sigmund Freud era un uomo molto intelligente, ma ieri sera, dopo aver terminato l’ultimo volume dell’opera omnia e averlo posato sul comodino, ho pensato che un errore l’ha fatto. I tre piani dell’anima non esistono dentro di noi. Niente affatto! Esistono nello spazio tra noi e l’altro, nella distanza tra la nostra bocca e l’orecchio di chi ascolta la nostra storia. E se non c’è nessuno ad ascoltare, allora non c’è nemmeno la storia. Se non c’è uno così, a cui svelare segreti, con cui sciorinare ricordi e consolarsi, allora si parla con la segreteria telefonica, Michael. L’importante è parlare con qualcuno. Altrimenti, tutti soli, non sappiamo nemmeno a che piano ci troviamo, siamo condannati a brancolare disperati nel buio, nell’atrio, in cerca del pulsante della luce». 
David Sorani
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