Se non leggi correttamente questo messaggio, clicca qui     22 Settembre 2019 - 22 Elul 5779
IL PRESIDENTE ISRAELIANO INCONTRA LE DELEGAZIONI DEI PARTITI

A chi affidare il governo d'Israele,
Rivlin dà il via alle consultazioni

Al via in queste ore le consultazioni del Presidente d'Israele Reuven Rivlin con i leader dei partiti eletti alla Knesset per decidere a quale candidato affidare l'incarico di formare il nuovo governo del paese.
Il primo ad essere ricevuto sarà Benny Gantz il cui partito, Kachol Lavan, ha ottenuto il maggior numero di seggi, 33. Subito dopo toccherà al premier uscente Benjamin Netanyahu, leader del Likud che ne ha ottenuti 31. Quindi sarà la volta della Lista Araba Unita, del partito religioso Shas e infine di Israel Beitenu di Avigdor Lieberman. Le consultazioni riprenderanno domani pomeriggio con gli altri partiti che sono entrati alla Knesset.
Tutti gli occhi sono puntati su Lieberman e sulla Lista araba, composta da quattro partiti a maggioranza araba: nessuna delle due compagini ha annunciato ufficialmente se raccomanderà Gantz al Presidente e c'è grande attesa per capire quali saranno le mosse di entrambi.
Parlando con la radio dell'esercito, il direttore della residenza del Presidente Rivlin, Harel Tubi, ha detto che l'attuale ciclo di consultazioni dello stesso Rivlin sarà fondamentalmente diverso dalle due volte precedenti, poiché sia nel 2015 che all'inizio di quest'anno c'erano 61 membri della Knesset che raccomandavano un solo candidato - il primo ministro Benjamin Netanyahu. Questa volta le consultazioni non dovrebbe far emergere un risultato altrettanto chiaro e “daranno al presidente autorità e discrezione” nell'agire, ha detto Tubi, secondo cui Rivlin potrebbe proporre “altre opzioni di cui il pubblico non ha sentito parlare”. Non è stato specificato quali siano queste opzioni ma potrebbe essere ad esempio la proposta di un candidato terzo rispetto a Gantz e Netanyahu.

NOT IN MY NAME - IL 24 SETTEMBRE LA PRESENTAZIONE DEL PROGETTO A ROMA

Lotta alla violenza sulle donne, impegno comune 

Una proposta formativa di 40 ore, suddivise in quattro giornate consecutive di otto ore ciascuna e una giornata conclusiva di otto ore, nella quale verranno fatti incontrare le ragazze e i ragazzi che hanno partecipato all’iniziativa nelle diverse città (Roma, Milano e Torino). Un concorso finalizzato alla realizzazione, da parte di gruppi di studenti, di una campagna di comunicazione innovativa di contrasto al pregiudizio, alla discriminazione e alla violenza di genere.
È la doppia articolazione di “Not in my name. Ebrei, Cattolici e Musulmani in campo contro la violenza sulle Donne”, progetto frutto della collaborazione tra l’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane, la Comunità Religiosa Islamica Italiana e l’Ateneo Pontificio Regina Apostolorum sotto l’egida del Dipartimento per le Pari Opportunità della Presidenza del Consiglio dei Ministri, che sarà presentato martedì alle 15 nella sede del Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca.
Un progetto che, come già raccontato su questi notiziari, si prefigge di affrontare un tema di drammatica attualità offrendo risposte condivise e concrete.
Dopo i saluti istituzionali, l’intervento dei rappresentati delle realtà coinvolte e l’illustrazione del progetto, a concludere il pomeriggio sarà una tavola rotonda sul tema “Pregiudizio, discriminazione e violenza di genere: riflessioni e sfide aperte”, introdotta e moderata dalla giornalista esperta di diritti umani Luisa Betti Dakli.
A confrontarsi in questo momento finale, che sarà anche l’occasione per sviluppare le tematiche precedentemente sollevate, saranno Paola Cavallari, responsabile dell’Osservatorio interreligioso sulle violenze contro le donne; Teresa Dattilo, psicoterapeuta e presidente dell’associazione Donna e Politiche Familiari; Maddalena Del Re, avvocata; Claudia Villante, ricercatrice Istat.
Ventidue le donne, tra ebree, cristiane, musulmane, induiste e buddiste, che compongono il gruppo costituente dell’osservatorio. Un’esperienza tangibile, che sarà il punto di partenza dell’intervento di Cavallari.

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IL RICONOSCIMENTO DEL MONDO DELL'ARCHITETTURA CONFERITO A VICENZA

Memoriale ai caduti di Gerusalemme,
un premio alla sua forza evocativa

Il 4 aprile 2017 sul Monte Herzl a Gerusalemme era stato inaugurato, davanti al Presidente Reuven Rivlin, al Premier Benjamin Netanyahu e al capo di Stato maggiore Gadi Eizenkot il Memoriale ai caduti d'Israele. Una struttura che si staglia verso il cielo con un movimento a spirale, fatta di piccoli mattoncini che riportano i nomi dei caduti d'Israele. A realizzare l'opera, l'architetto Etan Kimmel, della Kimmel-Eshkolot Architects su commissione del Dipartimento alla famiglia e alle commemorazioni del ministero della Difesa israeliano. E proprio al Dipartimento israeliano è stato conferito al teatro Olimpico di Vicenza nelle scorse ore il Premio Internazionale Dedalo Minosse alla Committenza di Architettura, riconoscimento a livello internazionale dedicato al ruolo fondamentale del committente. 

La manifestazione – promossa da ALA Assoarchitetti in collaborazione con la Regione Veneto e il Comune di Vicenza – seleziona architetture contemporanee in cui risalta la ricerca progettuale e la qualità nata dalla collaborazione tra architetto e committente. E in questo caso ad essere premiato è stato il progetto israeliano dedicato ai caduti del paese. Il memoriale, di grande impatto emotivo, si prende forma intorno a un “Muro dei Nomi” lungo 250 metri che si snoda attorno alla struttura centrale in mattoni. Questa parete a spirale è composta da più di 23.000 mattoni di cemento, ognuno dei quali reca inciso il nome di un soldato caduto e la data di decesso, che viene illuminata da luci a incandescenza in occasione di ogni anniversario. 

LA DECISIONE DEFINITIVA DELLA CORTE DI CASSAZIONE FRANCESE

Francia, lo storico Georges Bensoussan
assolto dall'accusa d'islamofobia 

“Il 17 settembre, la Corte di cassazione non ha solo definitivamente ripristinato l’onore dello storico Georges Bensoussan ma anche ha rafforzato la libertà di espressione di tutti noi. I giudici hanno onorato la democrazia”. Così il quotidiano francese Le Figaro commentando il respingimento da parte dell’Alta Corte francese dei ricorsi della Ligue des droits de l’Homme (LDH) e del Collectif contre l’islamophobie en France (CCIF) contro l’assoluzione pronunciata a favore di Georges Bensoussan in primo grado (processo del 25 gennaio 2017) e in appello (29 marzo 2018). “È la Bérézina (la Caporetto) per i nemici della libertà di espressione!”, il grido di Le Figaro davanti alla fine di una querelle durata anni e in cui lo storico francese – diverse volte protagonista su queste pagine – era stato accusato dalle citate associazioni di istigazione all’odio razziale contro la Comunità islamica.

LA ROME HALF MARATHON VIA PACIS

Roma, una corsa per la pace

San Pietro, Tempio Maggiore, Moschea, Chiesa Valdese e Chiesa Ortodossa. Sono le cinque tappe più significative della Rome Half Marathon Via Pacis, la corsa interreligiosa che si è svolta oggi nella Capitale, organizzata per il terzo anno consecutivo da Roma Capitale e Pontificio Consiglio della Cultura, in collaborazione e con l’organizzazione della Federazione Italiana di Atletica Leggera.
Ventuno chilometri di itinerario complessivo, che sono stati percorsi da migliaia di podisti con l’obiettivo di valorizzare l’immagine di “Roma città dell’accoglienza e del dialogo tra le religioni”, come ha sottolineato la sindaca Virginia Raggi.

LA PRESENTAZIONE ALLA BIBLIOTECA DELLA CORTE COSTITUZIONALE

"Vietato studiare, vietato insegnare"
Il '38 e la genesi del genocidio

Centinaia di documenti, oltre 700, che descrivono come il Ministero dell’Istruzione italiana applicò in modo pedante e puntuale le Leggi razziste promulgate dal fascismo nel 1938. Vietato studiare, vietato insegnare (Palombi Editori), curato da Vincenza Iossa e Manuele Gianfrancesco, è il frutto di un lavoro di ricerca sugli archivi del Ministero stesso e costituisce un prezioso punto di partenza per riflettere oggi, in modo consapevole, sulla portata dei provvedimenti antiebraici. Tutti coloro che lavoravano nella cultura, dal docente universitario al bidello, dal direttore di biblioteca all'inserviente, tutti se ebrei vennero allontanati dal posto di lavoro. Dispensati dal servizio, il termine del linguaggio ministeriale utilizzato. Esclusi dalla vita sociale, dalla possibilità di studiare, lavorare avere una vita nel proprio paese”, ha ricordato nel suo messaggio il ministro dell'Istruzione Lorenzo Fioramonti, sottolineando l'importanza del volume - presentato anche dai curatori - come memoria storica di una ferita ancora aperta. “È abbastanza improprio che le Leggi del 1938 vengano collocate nell'ambito delle leggi discriminatorie perché trattano taluni in modo diverso. In realtà qui c'è qualcosa di molto peggio”, ha spiegato il giudice della Corte Costituzionale ed ex Primo ministro Giuliano Amato, presentando il volume a Roma alla Biblioteca della Consulta assieme allo storico Michele Sarfatti, dal direttore della Biblioteca Antonmichele de Tura, e da Lea Polgar, che fu vittima della legislazione razzista .

IL PROGETTO DI DEPUTAZIONE EBRAICA E DEL CENTRO PITIGLIANI

“Netinà, una Comunità più solidale”

“Una famiglia o una persona ne affianca un’altra ed insieme si impegnano, con la definizione di un patto, a camminare insieme per un periodo di tempo definito”.
La parola chiave di Netinà Lamishpachà, progetto ideato da Deputazione Ebraica e Centro Ebraico Il Pitigliani, è solidarietà.
Una Comunità più solidale, vicina, in cui ci si viene incontro, tra singoli individui e nuclei familiari, nella concretezza della vita quotidiana. Concetti che saranno il filo conduttore di una serata che si svolgerà proprio al Centro Pitigliani, lunedì sera a partire dalle 20, con l’obiettivo di far conoscere questo progetto.

LA PRESENTAZIONE A ROMA

Brigata Ebraica, storia di coraggio 

Un momento per ricordare il coraggio di migliaia di volontari ebrei, partiti alla volta dell'Europa per liberarla dal nazifascismo. Con questo intento è stata organizzata la presentazione del volume di Luciano Meir Caro, rabbino capo di Ferrara, e Romano Rossi La Brigata Ebraica 1944-1946 alla Casa Madre Mutilati e Invalidi di Guerra di Roma. A intervenire all'incontro, Claudio Betti, Presidente Associazione Nazionale Mutilati e Invalidi di Guerra, e Noemi Di Segni, Presidente dell'Unione delle Comunità Ebraiche Italiane.

GIORNATA DELLA CULTURA EBRAICA - QUI FIRENZE

Credere ai sogni, anche se si infrangono 

“Sono iniziate con un ricordo di Daniela Misul, la presidente della Comunità ebraica fiorentina scomparsa in agosto, le celebrazioni per la ventesima edizione della Giornata Europea della Cultura Ebraica che a Firenze hanno avuto luogo oggi, una settimana dopo la data ufficiale per l'Italia (di cui Parma è stata città capofila). 
A ricordare Daniela, la sua figura, il suo sorriso, il suo straordinario contributo alla vita comunitaria, sono stati l'attuale presidente David Liscia e Monica Barni, vicepresidente della Regione Toscana. 
Il primo incontro, dedicato al sogno nel mondo ebraico "tra storia, letteratura, religione e filosofia" ha avuto come protagonisti il rav Amedeo Spagnoletto, Wlodek Goldkorn, Sergio Givone e Hulda Liberanome. A seguire Laura Forti e lo stesso Goldkorn, in un panel intitolato "Credere ai sogni, anche se si infrangono", hanno ricordato Amos Oz. Mentre di Hollywood ebraica e del sogno americano ha parlato Enrico Fink, con un intervento dedicato al padre Guido, grande studioso di cinema e direttore dell'istituto italiano di cultura di Los Angeles nei primi Anni Duemila.

GIORNATA DELLA CULTURA EBRAICA - QUI PALERMO

Antica Giudecca, itinerario di consapevolezza

Giornata Europea della Cultura Ebraica nel segno dell’incontro anche a Palermo, dove gli eventi sono stati curati dall’Istituto Siciliano di Studi Ebraici di Palermo, presieduto da Evelyne Aouate, sotto il patrocinio dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane e della Comunità ebraica di Napoli (di cui Palermo è sezione), e con la collaborazione di Adham Darawsha, assessore del Comune e dell’Archivio Storico Comunale diretto da Eliana Calandra. Di mattina la guida turistica Chiara Utro ha accompagnato un nutrito gruppo di persone (tra cui alcuni turisti italiani e stranieri) lungo i vicoli e le piazzette dell’antica Giudecca, seguendo l’itinerario “ideato” nel 1996 dal professor Francesco D’Agostino. Tra i luoghi visitati l’Oratorio del Sabato, destinato a diventare una sinagoga, il presunto mikveh (bagno rituale ebraico) di Palazzo Marchesi e l’Aula Damiani Almeyda dell’Archivio Storico Comunale (sulla cui area fino al 1492 sorgeva l’antica sinagoga).



Rassegna stampa

Orban infiamma Atreju

Grande feeling tra il Premier ungherese Viktor Orban e i sostenitori di Fratelli d’Italia, che l’hanno accolto nel consueto appuntamento annuale di Atreju che ieri ha avuto tra i suoi ospiti anche il Primo ministro Giuseppe Conte. Racconta La Stampa: “Il Premier ungherese incanta la platea della festa romana di Fratelli d’Italia disegnando un ideale filo di continuità tra il vecchio anticomunismo e la nuova narrazione sovranista, la difesa dei confini, il rifiuto dell’ideologia dell’integrazione”. Orban, si legge ancora, “ha confermato che l’Ungheria non si farà carico in nessun caso di quote di redistribuzione di migranti, è disposta ad aiutare i Paesi nei guai con un contributo ai rimpatri, niente di più, non crede alla possibilità di integrare persone che arrivano da altre culture, non crede che fuggano dalla guerra”. Introducendo il Premier Conte, Giorgia Meloni ha detto alla platea: “Chi ha un’identità forte non ha paura di confrontarsi anche con chi è distante da noi. Vi chiedo un applauso per Giuseppe Conte, che è qui per un atto di coraggio e non era scontato”. Raccomandazione solo in parte rispettata. “Nonostante l’avviso preliminare – spiega il Corriere – il premier si prende qualche epiteto a colori, da ‘Pinocchio’ a ‘schiavo della Merkel’, da ‘bugiardo’ fino a ‘presidente Badoglio’: per chi ha Mussolini nel cuore, il traditore per antonomasia”.
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UN COMPLEANNO SPECIALE

Zia Gioia, una vita
oltre il secolo 

Gioia Pontremoli è una presenza costante nella mia vita, fin dai primissimi ricordi infantili, come moglie di zio Salvatore Levi e mamma di mio cugino ed omonimo Vittorio. Mi scuserete dunque se, informale e affettivo, la chiamerò in questo contesto, come sempre, “zia Gioia”. La longevità è un privilegio non inconsueto nel mondo ebraico e infatti i miei genitori se ne sono andati, lui sulla soglia dei cento e lei, addirittura, cinque anni dopo. L’età di zia Gioia non è certissima, come accade spesso nel nostro comune ambiente d’origine, ebraico e levantino.

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Mario Esciua (1934-2019) 

Ci ha lasciati Mario Esciua, presidente del Maccabi Milano dal 2005.
Mario era nato a Sofia, in Bulgaria, nel 1934. Aveva dato tutte le sue energie e un grande impulso al Maccabi, con risultati che sono sotto gli occhi di tutti.
Un ottimo rapporto con i bambini, i ragazzi, gli atleti, gli allenatori e le famiglie e un sorriso sempre per tutti.
Un uomo buono che ha saputo offrire nuove proposte e corsi moderni e accattivanti.

Claudia De Benedetti

 

Carnefici della porta accanto 
I carnefici della porta accanto, di Jan Tomasz Gross è un libro che racconta un caso di sterminio avvenuto in Polonia nel 1941 per opera dei polacchi. È un libro uscito nel 2002 in Italia, poi ristampato nel 2003. Da allora scomparso. Visto il vento che tira in Polonia sarebbe il caso di ristamparlo, tanto per capire una delle fonti della Polonia di oggi. Per noi, non per i polacchi. Loro lo sanno già.
                                                                          David Bidussa, storico delle idee
Ago e bilancia 
È troppo presto per dire con certezza cosa concretamente e durevolmente deriverà, per il panorama politico ed istituzionale israeliano, dall’esito delle elezioni di martedì scorso. La previsionalità, infatti, rischia di rivelarsi un esercizio a rischio, peccando di sicumera. Si possono tuttavia raccogliere già alcune impressioni, che saranno poi corroborate (o smentite) nel corso delle prossime settimane. In via del tutto sommaria, qualche indicazioni di merito, pertanto, ce la si può concedere.
Claudio Vercelli, storico
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