Se non leggi correttamente questo messaggio, clicca qui        5 Novembre 2019 - 7 Cheshvan 5780
ISRAELE 

Elezione diretta del premier,
l'ipotesi per superare lo stallo

Nel 1992 la Knesset, il parlamento israeliano, adottò una legge per modificare il proprio sistema elettorale e cercare di dare maggiore stabilità al Paese. La nuovo norma trasformava Israele nella prima democrazia parlamentare in cui il Primo Ministro veniva eletto direttamente dagli elettori. Una sorta di “presidenzializzazione” della democrazia parlamentare, che avrebbe dovuto mettere un freno alla frammentazione del voto – e quindi della Knesset – in una moltitudine di partiti. Come ha scritto la ricercatrice israeliana Tamar Friedman Wilson, la nuova riforma elettorale fallì il suo obiettivo e fu mantenuta solo per tre elezioni (1996, 1999 e 2001) prima di essere abrogata. Da una parte la scheda a favore del candidato Premier, dall’altra la scheda per il partito da eleggere alla Knesset. “Senza l’incentivo a votare per uno dei partiti principali in modo che il suo principale rappresentante potesse diventare Primo ministro – spiega la ricercatrice – gli elettori furono più inclini a votare per partiti più piccoli e marginali, frammentando ulteriormente il panorama politico”. Ecco perché la recente proposta di Aryeh Deri, leader del partito religioso Shas e ministro dell’Interno uscente, di superare l’ennesimo stallo politico in Israele attraverso la scelta diretta del prossimo Premier ha fatto sorgere più di un dubbio.
IL CONFERIMENTO DEL PREMIO ANNUALE RITA LEVI-MONTALCINI 

Italia-Israele, 70 anni di relazioni
Una festa nel nome della scienza

Settanta anni di relazioni diplomatiche, festeggiati attraverso uno dei canali privilegiati di collaborazione. C’è ancora una volta la cooperazione scientifica tra Italia e Israele al centro dell’annuale riconoscimento del Premio Rita Levi-Montalcini assegnato quest’oggi alla Farnesina al professor Eytan Domany, del dipartimento di fisica dei sistemi complessi del Weizmann Institute of Science, un’eccellenza dello Stato ebraico, che negli scorsi mesi ha condotto un periodo di ricerca con il gruppo di lavoro guidato dalla professoressa Caterina La Porta del dipartimento di Scienze e Politiche Ambientali dell’Università degli Studi di Milano. Un lavoro su cui ha relazionato in una lectio, intitolata “Big data and tumors”.
IL CORTEO DELLA MEMORIA A GENOVA 

"Odio riguarda tutti, politica sia responsabile"

Un’ampia partecipazione ha ieri segnato il tradizionale corteo, organizzato dalla Comunità ebraica di Genova, dalla Comunità di Sant’Egidio e dal Centro Culturale Primo Levi, per ricordare la deportazione degli ebrei genovesi sotto il nazifascismo.
Una mobilitazione significativa, tangibile. Un corteo che, sfilato dietro lo striscione “Non c’è futuro senza Memoria” dalla Galleria Mazzini fino alla sinagoga di via Bertora, ha scelto di lanciare un chiaro richiamo collettivo contro l’odio.
Importanti, anche in questa sede, i messaggi lanciati. “In questi decenni, soprattutto dal mondo ebraico, si sono levate le parole di chi sentiva il bisogno di avvertire che le cose stavano cambiando. Molto spesso questi avvertimenti sono stati accolti quasi con fastidio” ha osservato con rammarico Ariel Dello Strologo, presidente della Comunità ebraica locale. “L’odio oggi è un problema di tutta Europa, specie dell’Est. E da un po’ è un problema anche nostro. Delle nostre città, periferie, delle persone che ci circondano. Oggi – ha poi aggiunto – questo allarme è un problema di tutti”. Esplicito anche il richiamo a chi ha responsabilità istituzionale: "Chiediamo in modo formale alla politica di qualunque colore di non cedere alla tentazione di rincorrere il consesso facilmente. Il prezzo che si rischia di pagare tutti insieme è altissimo". 


Rassegna stampa

Le risposte all'odio 

I cori razzisti a Verona contro il calciatore Mario Balotelli hanno riaperto il dibattito sul problema del razzismo nel calcio e non solo e sulla necessità di prendere misure serie. Misure contro personaggi come il capo ultrà del Verona legato a Forza Nuova che in un’intervista radio ha sostenuto che “Balotelli non potrà mai essere del tutto italiano”. “Qua amici miei non c’entra più il calcio. State insinuando situazioni sociali e storiche più grandi di voi, piccoli esseri. Qua state impazzendo, svegliatevi ignoranti, siete la rovina”, la replica di Balotelli (Corriere), a cui è andata la solidarietà, tra gli altri di Liliana Segre. E intanto Repubblica parla di un “passaparola tra colleghi della serie A di Balotelli, di colore e non solo: sono pronti a schierarsi al suo fianco, lasciando il campo di fronte al prossimo episodio di razzismo”. Un’idea rilanciata sul Corriere della Sera dal collega Adam Smulevich, autore assieme a Massimiliano Castellani, del libro Un calcio al razzismo (Giuntina). Di fronte a nuovi ululati razzisti, “i calciatori dovrebbero abbandonare il campo tutti insieme. Magari fioccherebbero le multe, ma il gesto lascerebbe il segno”, spiega Smulevich al Corriere, che annuncia l’uscita sul numero di novembre di Pagine Ebraiche di un dossier dedicato proprio a calcio e razzismo.

Verona, il razzismo e la politica. Diversi quotidiani parlano delle reazioni del sindaco di Verona Federico Sboarina (Gazzetta dello Sport, La Stampa, Corriere) che invece che denunciare i tifosi razzisti del Verona (20 secondo la procura federale quelli che hanno fatto gli ululati a Balotelli), parla di “notizia che non esiste, montata e costruita”. 
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LA CERIMONIA ALL'AEROPORTO 

Wallenberg il Giusto,
l'omaggio di Firenze

È un riconoscimento alla memoria di un uomo Giusto quello avviato questa mattina nell’area check in al primo piano del terminal dell’aeroporto di Firenze. Da oggi infatti, in quegli spazi, ha trovato collocazione una statua in ricordo di Raoul Wallenberg, il diplomatico e filantropo svedese proclamato “Giusto tra le nazioni” dallo Yad Vashem. Accanto al presidente della Fondazione Wallenberg Eduardo Eurnekian e al Presidente di Toscana Aeroporti Marco Carrai c’erano infatti tra gli altri Laura Lega, prefetto di Firenze, Eugenio Giani, presidente del Consiglio Regionale della Toscana, il sindaco Dario Nardella, il presidente della Comunità ebraica David Liscia e il segretario Emanuele Viterbo. Era inoltre presente l’ex rabbino capo Joseph Levi.
IL CONVEGNO

I matematici e le leggi razziste

I matematici e le persecuzioni razziali antiebraiche. È il tema di un convegno, a cura della Società Italiana di Scienze Matematiche e Fisiche Mathesis, in programma mercoledì 6 novembre alle 16 al Centro Bibliografico UCEI. Il convegno, che si aprirà con i saluti istituzionali della presidente dell’Unione Noemi Di Segni e della presidente della sezione romana di Mathesis Ester Rizzi, vedrà alternarsi diversi relatori.
Unità contro l'odio 
Non ci accomuna il naso adunco, non ci accomuna l’usura, non ci accomuna una visione politica, e non ci accomuna nessuno degli stereotipi che nei secoli ci hanno appiccicato addosso. E, tuttavia, non possono non vederci uniti e coesi la comune sensibilità nei confronti del razzismo e dell’antisemitismo. La storia ce lo ha ampiamente dimostrato. Se non lo vogliamo riconoscere, allora siamo davvero ciechi e sordi.
 
Dario Calimani, Università di Venezia
Enzo Sereni, tra Italia e Israele
Abbiamo letto un volume che ha subito fatto, meritatamente, il giro di giornali e TV: Mirella Serri, Gli Irriducibili – I giovani ribelli che sfidarono Mussolini, Longanesi, 2019. L’autrice è brava assai, con un curriculum importante e ha all’attivo altre opere rilevanti e ben scritte, anzi, benissimo. Su quest’ultima fatica, possiamo soltanto ripeterci: scritta bene, lettura quindi scorrevole, che fa rivivere il passato. Troviamo invece un motivo di dubbio laddove questo prezioso volume indugia, si sofferma e sviluppa le sue storie attorno ad Enzo Sereni e ad Ada Sereni.
 
Emanuele Calò
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Piano inclinato 
Una sensazione strana, sgradevole e pesante, si sta in questi mesi impossessando di me. Come tutte le sensazioni, essa è in parte irrazionale e del tutto personale e in parte generata razionalmente da situazioni reali e progressive. È l’impressione angosciante che il nostro mondo sia inesorabilmente avviato su un piano inclinato che ci imprigiona e che a poco a poco ci conduce di nuovo verso il rifiuto e verso l’esclusione. Il piano inclinato si chiama antisemitismo e la società attuale ha ripreso a percorrerlo, nonostante le tante opposizioni, i molti sentiti distinguo, le variegate forme del suo manifestarsi.
David Sorani
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L'antica sinagoga torna in piazza
Da alcuni giorni l’antica e splendida sinagoga di Livorno si riaffaccia su piazza Benamozegh, storica ubicazione del centro dell’ebraismo labronico. La sorpresa è ancora tale, venendo mano a mano scoperta e segnalata da passanti che transitano dal luogo, spesso dandone notizia sui social. Diffondendosi una bella iniziativa, ovvero decorare le saracinesche di tante vie cittadine, Lorenzo Riposati ha avuto l’apprezzata idea di commissionare all’artista Antonio Morozzi la riproduzione della gloriosa sinagoga perduta, storia complessa e per molti versi emblematica del periodo della ricostruzione della città. 
Gadi Polacco
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