
Rassegna stampa
Gli Usa e gli insediamenti
“Gli insediamenti di civili israeliani nella West Bank non sono di per sé, incompatibili con il diritto internazionale”. Lo ha affermato il capo della diplomazia Usa Mike Pompeo, dando una svolta radicale alla politica americana in materia. “Non è ancora un riconoscimento della sovranità israeliana, come aveva fatto il presidente Donald Trump ad aprile riguardo le Alture del Golan. Ma la presa di posizione – scrive La Stampa – è una spinta importante verso un futuro, possibile inglobamento nello Stato ebraico. Ed è una svolta a 180 gradi nella politica statunitense che dal 1978, in base a un rapporto legale del dipartimento di Stato, definiva gli insediamenti ‘in contrasto con la legge internazionale’”.
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INFORMAZIONE - INTERNATIONAL EDITION
Meis e l'incontro dei musei
Oltre 150 rappresentanti dei Musei ebraici d’Europa sono ancora riuniti a Ferrara, al Museo nazionale dell’ebraismo Italiano e della Shoah, per la conferenza annuale dell’Associazione per i Musei ebraici europei. In apertura della nuova uscita di Pagine Ebraiche International Edition, l’intervento tenuto da Giulio Busi, uno dei curatori della mostra “Il Rinascimento parla ebraico” proposta negli scorsi mesi dal Meis, che è stata ora integrata nel percorso permanente del polo.
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La palla sta a noi

Se si fa una ricerca di responsi di halakhà sull’uso di recipienti usa e getta, i risultati saranno per la maggior parte sui seguenti temi: c’è bisogno o meno di tevillat kelim, possono usarsi di Shabbat e specificamente come bicchiere per il qiddush, c’è bisogno dell’hechsher per Pesach. Temi importanti, che in fondo girano intorno alla esiguità di questi recipienti, che quindi non sono forse degni dello Shabbàt e nemmeno di troppa attenzione da rendere obbligatoria l’immersione rituale come altri recipienti. Cercando un po’ meglio si trovano anche responsi sull’opportunità di usare recipienti usa e getta considerando il danno ambientale che producono.
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Non è colpa dell'acqua alta

Venezia affonda. Il mondo, attonito e impotente, ne guarda la disperazione e le si stringe attorno, confortandola con il suo affetto di fronte al disastro ambientale che l’ha colpita. Il turista, intanto, si gode l’unicità dell’evento, e a piedi nudi nell’acqua si immortala in mitici selfie con il gusto pornografico di un macabro voyeur. Va a piedi nudi, con l’acqua a mezza coscia, senza stivali, felice di sguazzare nella tragedia di una città che muore. Né gli passa per la mente che in quelle acque di color verdastro tendente al marrone si convogliano gli sbocchi del sistema fognario, tane di topi.
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La tesi di Kuntzel

L’ostilità nei riguardi degli ebrei si può schematizzare in tre tipi: antigiudaismo di tipo religioso, antisemitismo tardo ottocentesco su base etnica, antisionismo concentrato su Israele. Nel primo caso, era talvolta sufficiente la conversione perché cessasse l’ostilità. Nel secondo, la conversione poteva bastare, fino all’avvento del nazismo, basato su tesi non solo razziali, ma anche cospirative. Nel terzo, si rovesciano sullo Stato ebraico quasi tutte le accuse prima rivolte contro gli ebrei, diciamo ‘quasi’ perché vanno adeguate allo scarto fra individuo e Stato.
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In bilico

Siamo appesi ad una situazione incerta, rischiosa, difficile da vari punti di vista. In un clima di sospensione, niente di veramente costruttivo emerge: si coglie solo – ovunque – l’incapacità di fare scelte utili al Paese.
Da un lato continua l’espansione di una destra becera, prigioniera essa stessa del suo sovranismo populista privo di contenuti impiegato come corpo contundente per l’affermazione di sé e la conquista delle piazze. Prodotto naturale di questo modo di essere così lontano dalle buone prospettive di una destra liberale intelligente e colta, non può che essere la diffusa violenza verbale cavalcata e insieme favorita da capi politici perennemente in campagna elettorale.
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