Se non leggi correttamente questo messaggio, clicca qui       30 Dicembre 2019 - 2 Tevet 5780
LA REAZIONE AI FATTI DI MONSEY

"Violenza antisemita non cada nell'indifferenza"

Come si reagisce alla violenza antisemita dilagante negli Stati Uniti? Il mondo ebraico e le istituzioni si interrogano, mentre si moltiplicano gli inviti all’azione, alla consapevolezza e all’unità.
Rivolge un appello all’intera opinione pubblica David Harris, direttore dell’American Jewish Committee: “Non possiamo, non dobbiamo permetterci di diventare insensibili al significato di questi attacchi ripetuti. Non possiamo permettere che diventino la nuova normalità”. Ricorda sempre Harris, in una nota diffusa nelle scorse ore: “Stiamo assistendo a una vera e propria epidemia di episodi antisemiti nella regione di New York. Solo nell’ultima settimana, ce n’è stato almeno uno ogni giorno. Ciò di cui abbiamo bisogno è una politica ferma e di tolleranza zero da parte di funzionari locali e statali. Ogni episodio va preso con la massima serietà, qualunque sia la sua fonte”. L’antisemitismo, prosegue Harris, non deve mai essere visto come un fenomeno di esclusivo interesse ebraico. È infatti “un virus che può anche iniziare col prendere di mira gli ebrei, ma che alla fine distrugge tutto il tessuto pluralistico delle nostre società democratiche”.
Ad intervenire anche il World Jewish Congress. “I nostri pensieri – si legge in una nota – sono con la comunità ebraica di New York, che è stata violentemente attaccata. È uno dei tanti assalti agli ebrei a New York questa settimana”. L’invito in questo caso è stato a far luce contro il buio dell’odio e della violenza. Per questo il Congresso ebraico mondiale ha lanciato, poche ore dopo i fatti di Monsey, la campagna #SpreadLight con l’invito a scattare una foto dell’ultima accensione della Chanukkiah e a condividerla sui social network.
L'INTERVISTA ALLA PRESIDENTE UCEI

"Lotta all'antisemitismo, Italia adotti definizione Ihra"

Nel mondo “c’è senza dubbio un aumento di attacchi specifici antisemiti che non si può più sottovalutare”. Così la presidente dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane Noemi Di Segni, in una intervista con l’Adnkronos sui fatti di Monsey e sull’escalation dell’odio.
“Colgo l’occasione – ha detto la presidente UCEI – per ribadire ancora una volta l’esigenza del recepimento, anche a livello normativo, della definizione di antisemitismo dell’Ihra”. Un invito rivolto a “Governo, Parlamento, Università e sedi di culto e cultura: è necessario che ci sia un riconoscimento di questa definizione, perché consentirebbe di operare”.
Altro argomento chiave è l’educazione e qui, secondo Di Segni, “serve responsabilizzare tutti: famiglie, scuola e ovviamente i media”. Inoltre, la richiesta è che “istituzioni, magistratura, forze dell’ordine siano responsabili nel saper qualificare un determinato fenomeno come atto antisemita: cosa che purtroppo non avviene così spesso come noi richiediamo”.
LA CERIMONIA PER CHANUKKAH NELLA STORICA SINAGOGA  

Sabbioneta e la luce dell'identità 

Chanukkah ha portato luce in molte città italiane. Luoghi in cui abitualmente ci si ritrova, ma anche occasioni di incontro e condivisione in spazi dove non esiste una regolare vita ebraica.
Come quella che ha avuto per protagonista la sinagoga di Sabbioneta dove a distanza di molti anni dall’ultima funzione religiosa si è svolta una cerimonia di accensione della Chanukkiah insieme all’officiatura della preghiera di Arvit. Un’iniziativa realizzata dal cantore Angel Julio Harkatz Kaufman in collaborazione con la Pro Loco di Sabbioneta che gestisce il sito su incarico della Comunità ebraica di Mantova e con il supporto dell’amministrazione comunale. 
CHANUKKAH 5780 - OTTO GIORNI, OTTO LUCI 

Contemplare l'Infinito

Chanukkah è il tempo in cui viene concessa la forza per “vedere”. Lo scopo della luce è permettere di “vedere” come, viceversa, lo scopo dell’oscurità è “accecare”. Ma non si intende qui la vista o la cecità degli occhi, si intende quella della mente. E non farci accecare la mente, soprattutto oggi, è una battaglia che non possiamo esimerci dal combattere. Ecco perché nel brano “Hannerot” è scritto che non possiamo “adoperare” i lumi (per vedere), ma “solo guardarli” (per pensare). Tanto che è considerato un precetto non fare alcuna azione per almeno mezz’ora dopo aver acceso i lumi della Chanukkiah e rimanere lì a osservarli solamente. Contemplare il candelabro ieri sera, con tutti i suoi lumi accesi, è stato un rinnovarsi in questo impegno di lotta contro quelle forze che vogliono inibire le menti. “Così tra questa immensità s’annega il pensier mio: e il naufragar m’è dolce”…in questa luce.

Rav Adolfo Locci, rabbino capo di Padova


Rassegna stampa

Gli Usa e l'antisemitismo
Leggi

 
Le due opzioni
Sulla vicenda di Dacia Maraini, che per elogiare le sardine se l’è presa, chissà perché, con i testi biblici, anche i cattolici si sono espressi con decisione. Una lettera firmata insieme da Marco Morselli e da don Matteo Ferrari, in rappresentanza delle Amicizie ebraico-cristiane, del Segretariato attività ecumeniche e dei Colloqui ebraico-cristiani di Camaldoli, richiamava alle acquisizioni del dialogo ebraico e al fatto che le affermazioni della scrittrice rinviavano a un antigiudaismo ormai sepolto dalla Chiesa.
Anna Foa
Oltremare - Pianisti
Ho scoperto che almeno per me una possibile risposta alla nuova e preoccupante onda di odio e di antisemitismo dall’Europa all’America è immergermi in luoghi reali o dell’anima pieni di ebrei e di persone differenti da me per colore della pelle o per lingua madre, e stare lì in silenzio ad osservare. 
Daniela Fubini
Controvento - L'intelligenza dei gatti
Probabilmente non mi sarei soffermata a leggere l’articolo del New York Times sul rapporto tra gatti e umani se recentemente non fossi stata adottata da un gatto, anzi da una adorabile e pestifera gattina color champagne, che una notte mi seguì fino a casa. 
Viviana Kasam
Analfabetismo culturale
Abbiamo assistito di recente ad un’epidemia di riferimenti infamanti verso gli ebrei e l’ebraismo da parte di intellettuali e politici italiani che – consapevolmente o inconsciamente – si rifanno alle “fake news” (o “notizie false”) antisemite per dare peso e credibilità alle loro affermazioni. Mostrano tutti una pesante mancanza di conoscenza e una lettura sbagliata dei fatti che usano per supportare le loro tesi, che si prestano poi a interpretazioni antisemite.
Lisa Palmieri Billig
Un passato che non deve tornare
 
Gentile signora Maraini, abbiamo letto con sorpresa, delusione e preoccupazione il suo articolo sul Corriere della Sera del 24 dicembre: sorpresa, per l’incredibile leggerezza con cui ha riportato, come se fossero dati certi, una serie imbarazzante di stereotipi; delusione, per come una scrittrice, che abbiamo apprezzato e ammirato in altre occasioni, anche per il suo impegno civile, abbia potuto farsi portavoce di posizioni che pensavamo ormai patrimonio residuale di ambienti nostalgici di un certo cattolicesimo preconciliare; preoccupazione, per le conseguenze che può avere il messaggio scritto da un’autorevole intellettuale, pubblicato sul più importante quotidiano nazionale.
Lea Campos Boralevi
Gigliola Sacerdoti Mariani
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