Se non leggi correttamente questo messaggio, clicca qui       10 Febbraio 2020 - 15 Shevat 5780
PAGINE EBRAICHE - FEBBRAIO 2020 

Scrittura, identità, Memoria:
La strada per la consapevolezza

La scrittura permette di dare voce a nuove identità. Per David Grossman, protagonista dell’intervista del mese su Pagine Ebraiche di febbraio in distribuzione, è questa l’avventura più bella. Il grande scrittore parla del suo ultimo libro, La vita gioca con me. Un’occasione per riflettere con lui su varie questioni. “Se vogliamo concentrarci su cosa ci sia di ‘israeliano’ in questo libro – racconta al giornale dell’ebraismo italiano – credo sia la sensazione dei miei protagonisti di vivere una vita parallela a quella che avrebbero dovuto vivere perché non possono confrontarsi con i propri segreti e dolori”.
Il numero di febbraio si apre con i molti significativi impegni assunti nelle scorse settimane con l’occasione del Giorno della Memoria. L’adozione della definizione di antisemitismo dell’Ihra da parte del governo, ad esempio. Ma anche la nomina della professoressa Milena Santerini a coordinatore nazionale contro l’antisemitismo. Ancora una volta, a indicare una strada sono state le parole del Capo dello Stato. “Tra il carnefice e la vittima – ha detto Mattarella, intervenendo nel corso della cerimonia al Quirinale – non può esserci mai una memoria condivisa. Il perdono esiste: concerne la singola persona offesa. Ma non può essere inteso come un colpo di spugna sul passato”. Un nuovo invito al Paese a fare i conti con la propria storia recente. Fino in fondo e in modo consapevole.
Temi che attraversano anche la nuova indagine dell’istituto di ricerca Swg, in collaborazione con la redazione di Pagine Ebraiche, che mostra come un numero considerevolmente crescente di italiani guardi al Giorno della Memoria come a un vero e proprio baluardo contro vecchie e nuove parole dell’odio. Sul giornale analizziamo le diverse risposte fornite dal campione intervistato da Swg: un lavoro ricco di spunti, presentato anche nel corso di una riuscita serata romana.
Un grande successo è stato anche l’evento “Un calcio al razzismo”, con l’UCEI che ha chiamato a raccolta i vertici dello sport e del mondo del pallone per mettere fine a un problema avvertito come sempre più destabilizzante. Un incontro che, come raccontiamo, è stato il preludio al varo di una vera e propria task force “culturale” che nasce dalla collaborazione tra la presidente dell’Unione Noemi Di Segni e il numero uno della Figc Gabriele Gravina.
La pronuncia di una parola, racconta un episodio biblico, può mettere in gioco la nostra vita, può segnare lo scontro tra mondi; la costruzione di muri e confini. Ma può anche fare cadere queste bandiere o renderle permeabili. Sono i concetti da cui parte la riflessione della mostra Sag Shibboleth! allestita al Museo ebraico di Monaco, che vi raccontiamo nel dossier Confini. Centrali, in questo spazio di approfondimento, anche le scelte dell’architetto Arieh Sharon che mise la sua firma sul primo piano di urbanizzazione di Israele.
Le pagine della Cultura si aprono con l’introduzione a una mostra davvero significativa, in corso a Trento, dove è analizzata la secolare “fake news” del Simonino. Una esemplare vicenda di antisemitismo di matrice cattolica, dilagata da Trento in tutta Europa e con cui la Chiesa ha accettato di confrontarsi, facendo marcia indietro, solo in tempi recenti.
In Cultura si parla inoltre, tra i vari argomenti, di uno stimolante volume dedicato alla figura di Ernesto Nathan. Mentre il docente Andrea Atzeni, già protagonista di varie inchieste su queste pagine, racconta come anche il presepe sia oggi talvolta usato, in modo strumentale, per attaccare la legittimità di Israele.

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DOPO LE ULTIME TENSIONI SUL CONFINE, LA DISCUSSIONE ALLA KNESSET

Israele, l'avvertimento ai terroristi di Hamas:
"Basta attacchi o reazione sarà devastante"

Dopo l'escalation di attacchi dalla Striscia di Gaza con razzi e palloncini incendiari, il Primo ministro Benjamin Netanyahu ha avvertito i gruppi terroristici palestinesi che Israele è pronto a colpire con “azioni devastanti” nel caso in cui l'aggressione continui. “Voglio che sia chiaro: non accetteremo alcuna aggressione da Gaza. Solo poche settimane fa abbiamo fatto fuori il comandante in capo della Jihad islamica a Gaza. Suggerisco a Jihad islamica e Hamas di rinfrescarsi la memoria”, la minaccia di Netanyahu all'apertura della riunione settimanale dell'esecutivo. “Non voglio esporre in dettaglio tutte le nostre azioni e i nostri piani ai media, ma siamo preparati ad un'azione schiacciante contro i gruppi terroristici di Gaza. Le nostre azioni sono forti e non sono ancora finite, per usare un eufemismo”. Anche il ministro della Difesa Naftali Bennett ha minacciato Hamas e Jihad islamica con l'arma delle eliminazioni mirate. “Nessuno è immune”, ha avvertito Bennett. “La condotta fuorilegge dei leader di Hamas ci sta portando più vicini a intraprendere un'azione decisiva contro di loro. Non riveleremo quando o dove accadrà, ma l'azione che intraprenderemo sarà molto diversa da quelle precedenti”, ha aggiunto. “Lo Stato di Israele non vuole una guerra con Hamas, ma abbiamo un impegno nei confronti dei residenti del sud”. Cittadini che sono stanchi delle continue minacce del terrore palestinese e che chiedono sicurezza, tema che è – come a ogni tornata elettorale – al centro del dibattito politico a poche settimane dal voto (2 marzo).
LA MOSTRA AL MUSEO DEL RISORGIMENTO DI BOLOGNA 

Con Garibaldi per riunire l'Italia,
gli ebrei in camicia rossa

Negli scorsi giorni è stata inaugurata, nella sala polivalente del Museo civico del Risorgimento di Bologna, una mostra dedicata ad un argomento non molto frequentato dalla storiografia italiana, anche recente: quello degli ebrei in camicia rossa. Solo negli ultimi anni, infatti, gli studi sulla comunità ebraica italiana si sono mossi da una prospettiva generale di genesi e sviluppo dall’età medievale a quella contemporanea, verso un’analisi più approfondita sul ruolo da essa svolto nel passaggio “dai vecchi Stati all’Unità”, e quindi sulla partecipazione di oltre 5mila israeliti al primo conflitto mondiale in qualità di ufficiali e soldati del Regio esercito italiano. Da qui, e dall’incontro con i rinnovati studi sulla tradizione garibaldina che animò quell’Italia dapprima immaginata e per la quale si continuò ancora a lottare ben oltre l’Unità, si è partiti per proporre, ad un pubblico specialista e non, una prospettiva nuova ed originale sull’incontro di questi due percorsi, entrambi miranti ad un’emancipazione da un lato di tipo sociale, dall’altro politica e culturale. In particolare, si è cercato di delineare il tentativo degli ebrei italiani, a partire dai nuovi diritti sanciti dallo Statuto Albertino del 1848, di legittimarsi come cittadini a pieno titolo, che compirono una scelta di campo non tanto e non solo in nome della loro appartenenza religiosa, quanto per il loro patriottismo e per la loro visione politica.

Andrea Spicciarelli

(Nell'immagine “La battaglia di Mentana”, 1884, A. Tranzi)


Rassegna stampa

Scritte antisemite,
a Torino nuovo caso

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Cuori sulle svastiche
Sulla svastica nera dipinta sulla porta di una signora d quasi novant’anni, sopravvissuta ad Auschwitz, è stato dipinto un cuoricino rosso che la copre interamente o quasi. Mettiamo cuori sopra le svastiche, diventerà forse la nostra parola d’ordine nel futuro a noi vicino? E non è ora di finirla con questa storia, ora di arrestare colui che ha dipinto la svastica e processarlo, dal momento che le leggi contro l’apologia di fascismo sono così disattese, almeno per minacce? È successo nei giorni scorsi a San Daniele del Friuli, dove vive Arianna Szorényi, ebrea da parte di padre, deportata a undici anni prima alla Risiera di San Sabba poi ad Auschwitz, sopravvissuta alle marce della morte. Ha testimoniato, scritto, raccontato.
Anna Foa
Oltremare - Calendario
I ragazzini dei Zofim o Bnei Akiva, o di qualunque altro movimento molto giovanile si tratti, hanno iniziato già la settimana scorsa coi banchetti dei mishloach manot, il tradizionale pacchetto tutto fatto di cibarie che ci si regala in famiglia o fra amici a Purim. Ma hanno saltato una pagina del calendario, che non era ancora neanche Tu Bishvat, e loro stavano già a Purim!? 
Daniela Fubini
Controvento - Le assurdità del politically correct 
In America e in Canada il film di Roman Polanski “L’ufficiale e la spia”, ricostruzione della vicenda del capitano Alfred  Dreyfus, un capolavoro assoluto, non viene distribuito a causa dei comportamenti sessuali del regista. Ha subito una completa damnatio memoriae, tanto che la maggior parte del pubblico nordamericano non conosce nemmeno l’esistenza di questo film, così importante a livello storico ed etico, soprattutto in questo momento in cui l’odio verso gli ebrei si sta nuovamente manifestando senza remore.
Viviana Kasam
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