Se non leggi correttamente questo messaggio, clicca qui       17 Febbraio 2020 - 22 Shevat 5780
PAGINE EBRAICHE - IL DOSSIER DI FEBBRAIO  

Dalla Bibbia al web, il segno dei confini

Nonostante la retorica sulla globalizzazione e lo sviluppo della comunità internazionale, nuove recinzioni e muri di confine continuano a essere eretti in tutto il mondo, attorno a stati, territori occupati e comunità chiuse, tra spazi pubblici e privati, tra area legale e illegale. Alcuni di questi confini sono permeabili e altri fatali, alcuni sono visibili e altri rafforzati da codici culturali, test linguistici o metodi biometrici. I confini decidono della vita e della morte, identità e "alterità", appartenenza ed esclusione.
La grande mostra “Sag Shibbolet” (“Dì Shibbolet”) nata dalla cooperazione fra il Museo ebraico di Hohenems (Austria) e quello di Monaco di Baviera (Germania) parte da una riflessione sul celebre passaggio biblico dal Libro dei Giudici. (“Gli uomini di Galaad intercettarono quelli di Efraim sui guadi del Giordano; quando uno dei fuggiaschi di Efraim diceva: ‘Lasciatemi passare’, gli uomini di Galaad gli chiedevano: ‘Sei un Efraimita?’. Se quello negava, gli intimavano: ‘Ebbene, di' Schibbolet’, e quegli diceva Sibbolet, non sapendo pronunciare correttamente. Allora lo afferravano e lo uccidevano presso i guadi del Giordano. In quella occasione perirono quarantaduemila uomini di Efraim”).
Artisti dalle provenienze più diverse sono stati invitati a riflettere muovendo da questo punto di partenza e analizzando la nostra vita presente su cosa sono i confini e come segnano la storia del mondo. L’esposizione presenta opere di Ovidiu Anton (Vienna), Caroline Bergvall (Londra), Zach Blas (Londra), Sophie Calle (Parigi), Arno Gisinger (Parigi), Vincent Grunwald (Berlino), Lawrence Abu Hamdan (Beirut), Ryan S. Jeffery (Los Angeles), Quinn Slobodian (Cambridge, Ma), Leon Kahane (Berlino/Tel Aviv), Mikael Levin (New York), Fiamma Montezemolo (San Francisco), Pınar Öğrencirenci (Istanbul/Berlino), Fazal Sheik (Zurigo). Ma attorno alle opere d’arte si snodano molti altri temi di riflessione. Eccone alcuni che accompagnano il visitatore.
LE PIETRE PARLANTI
Dal 1933 al 1945 furono decisi i destini di centinaia di migliaia di rifugiati ai confini della Germania nazista e dei suoi territori. Anche a Monaco, a partire dal 1933, migliaia di abitanti ebrei furono costretti a fuggire dalla persecuzione antiebraica.
I valichi di frontiera e le stazioni e alcuni tratti di frontiera esposti divennero i punti focali di questo esodo di massa dal Reich tedesco. Inizialmente erano stati gli stessi nazionalsocialisti a guidare gli ebrei attraverso il confine, non senza privarli dei loro beni e provocando così una crisi dei rifugiati nei paesi vicini. Questi, a loro volta, reagirono con la chiusura dei confini, divieti di viaggio e, nel caso della Svizzera, persino la richiesta di contrassegnare i passaporti tedeschi degli ebrei con una "J" rossa.
In seguito, furono soprattutto gli aiutanti clandestini e i contrabbandieri da entrambe le parti del confine a correre immensi rischi personali che consentirono ai rifugiati ebrei di attraversare i confini.
Modellato su pietre di confine che segnano le frontiere del Reich tedesco negli anni '30 e '40 e presenti fino ad oggi, le stazioni sonore della mostra simboleggiano simbolicamente questo movimento di rifugiati e di fuga. La mostra permette ad alcune di queste pietre di "parlare", narrando storie di rifugiati da Monaco tra il 1933 e il 1945. 
IL BANDO DI SELEZIONE PUBBLICATO DAL MUSEO DELL'EBRAISMO ITALIANO

Il Meis cerca il direttore per il quadriennio 2020-2024

Il Museo Nazionale dell'Ebraismo Italiano e della Shoah di Ferrara ha pubblicato il bando per la selezione del direttore per il prossimo quadriennio 2020-2024. Sul sito del Meis compare infatti l'avviso con indicati i termini entro cui presentare la domanda - 20 marzo 2020 - e i requisiti per partecipare. Il Museo in questi anni è diventato sempre più un polo culturale importante a livello italiano e internazionale e diverse sono le sfide che lo attendono nei prossimi mesi, tra cui l'inaugurazione in aprile della mostra “Dentro e Fuori", dedicata al periodo che va dai ghetti all'emancipazione.
Tra i requisiti per potersi candidare alla direzione, oltre alla laurea magistrale “preferibilmente inerente alla conservazione e alla gestione di beni culturali, e all’economia e al management in campo culturale”, viene indicata la “conoscenza della storia e della cultura ebraica, con particolare riferimento all’Ebraismo Italiano e alla Shoah” e diverse competenze a livello gestionale e amministrativo.
L'incarico di direttore nel quadriennio che volge al termine è stato ricoperto da Simonetta Della Seta.

LA COMUNITÀ EBRAICA E VALDESE E LE INIZIATIVE IN CITTÀ

Torino, dalla Mole Antonelliana alle piazze
per dire no all'antisemitismo

Una scritta a illuminare il luogo simbolo di Torino, la Mole Antonelliana, per dare un messaggio all'intera città. “17 febbraio. Valdesi ed Ebrei. No all'antisemitismo”, lo slogan che capeggiava ieri sulla cupola della Mole. “È stato un modo simbolico per dimostrare la solidarietà tra le due minoranze e per lanciare un segnale a tutti i torinesi: serve la presenza e l'impegno di tutti per combattere l'intolleranza”, sottolinea a Pagine Ebraiche il presidente della Comunità ebraica di Torino Dario Disegni. Una chiamata a raccolta che ha come momento culminante l'iniziativa di questa sera (ore 18.00, piazza Palazzo di città) promossa dal Comune per dimostrare che Torino è in prima fila nella lotta contro il veleno antisemita e contro ogni forma d'odio. “L'antisemitismo non è un problema solo degli ebrei, anzi è soprattutto un problema della società. Per questo ci aspettiamo di vedere oggi in piazza sia singoli che istituzioni di ogni formazione sociale, politica e culturale”, afferma Disegni. Tra chi si è subito mobilitato, la Chiesa protestante. “La collaborazione con i valdesi a Torino è innata, le due comunità si trovano a cento metri di distanza l'una dall'altra, - spiega il presidente della Comunità ebraica -  hanno una storia comune di persecuzione, di negazione e poi ottenimento dei diritti: nel 1848 infatti arrivò con i Savoia l'Emancipazione e da alcuni anni abbiamo iniziato a ricordarla congiuntamente, in particolare nella data del 17 febbraio quando fu proclamata per i valdesi. Lo abbiamo fatto non per farne un elemento commemorativo e celebrativo, ma per promuovere ogni anno una riflessione sui diritti civili che coinvolga tutta la città”. Quest'anno, sottolinea Disegni, su iniziative della Chiesa protestante la riflessione è stata affidata al problema dell'antisemitismo. 
“Nelle ultime settimane abbiamo visto atti ignobili di antisemitismo. - spiegava in un'intervista la presidente del Concistoro della Chiesa valdese di Torino Patrizia Mathieu - Credo che questo fenomeno a vada a situarsi in un contesto culturale, in un momento molto preciso e derivi in parte dalla mancanza di una seria assunzione di responsabilità del nostro paese dopo la fine della Seconda guerra mondiale. Abbia lasciato queste tracce, questi veleni, questo male sotterraneo di antisemitismo che adesso trova un suo rigurgito”. A differenza della Germania, “noi ci siamo trincerati dietro un 'italiani brava gente' e non c'è stata nessuna riflessione profonda”, sottolineava Mathieu, evidenziando il perché della scelta di promuovere un convegno (tenutosi ieri) sul tema dell'antisemitismo odierno. “Volevamo fare una riflessione sull'oggi, e per questo abbiamo preferito confrontarci con persone che lavorano sulla contemporaneità per delineare meglio i confini di questo fenomeno e anche le aree dell'intervento”. Protagonisti dell'incontro "No all'antisemitismo, un impegno senza fine", la sociologa Betti Guetta dell'Osservatorio Nazionale sull'Antisemitismo del Cdec di Milano, lo storico Claudio Vercelli e il direttore de La Stampa Maurizio Molinari.
LA PIETRA D'INCIAMPO AD ANCONA E LO SCATTO RISCOPERTO

Nella Montefiori, la foto ritrovata

La foto che mancava. È riemersa ora grazie alla pietra d’inciampo che pochi giorni fa è stata messa ad Ancona per Nella Montefiori.
Nel memoriale della Shoah romana e tra i volti della deportazione del 16 ottobre ’43 mancava l’immagine di Nella, una maestra marchigiana di Ancona riparata a Roma dopo le leggi razziste e catturata poi dai tedeschi in via Cola di Rienzo la mattina del 16. Nella, che aveva 38 anni, era in compagnia della sorella Ada, che riuscì a sfuggire alla cattura. Nella è tra le donne che furono subito mandate alle camere a gas all’arrivo nel campo di sterminio. Di lei, che era stata già ricordata a Roma con una pietra un anno fa, posizionata in via del Tritone 46, non era rimasta però nessuna foto.
Ora grazie alla nuova pietra messa ad Ancona in via Goito 2, una delle sette pietre d’inciampo che per iniziativa del Consiglio Regionale delle Marche sono state posizionate il 24 gennaio scorso, è riemersa una foto di Nella.
A metterla a disposizione della nipote Anna è stata una signora di Ancona allertata dalla figlia che aveva letto sulla stampa locale i nomi delle vittime ricordate con le nuove pietre. La signora ha anche altre foto e lettere che provengono dai rapporti che sua zia aveva con Ada Montefiori e che presto saranno inviati alla nipote.
Dal passato e dal presente ecco un risarcimento per la memoria di questa vittima.

Paolo Brogi

L'INIZIATIVA PROMOSSA DA UCEI E COMUNITÀ EBRAICA DI ROMA 

Editoria e comunicazione, quattro incontri per i giovani

Al via stasera, con ospite il giornalista e scrittore Gabriele Romagnoli, il ciclo di incontri “Media & Communication Talks” organizzato dall’assessorato ai giovani della Comunità ebraica di Roma e dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane, anche attraverso il proprio progetto di avvicinamento al lavoro Chance 2 Work.
Quattro appuntamenti con altrettanti esperti del mondo dell’editoria e della comunicazione: un percorso ideato da Massimiliano Boni, Consigliere della Comunità, ma anche prolifico autore di romanzi e saggi oltre che Consigliere della Corte costituzionale, che sarà chiamato a introdurre ogni volta i vari ospiti. “Una grande occasione – dice dell’evento odierno – per chiunque si stia impegnando negli studi o è alle prime esperienze di lavoro per comprendere come ragiona un professionista dei media, e in generale quel pezzo di mondo che ha conosciuto fino ad ora”.
L'INAUGURAZIONE DOPO I LAVORI DI RESTAURO 

Alessandria d’Egitto, riapre l’antica sinagoga

Circa duecento esponenti del mondo ebraico di origine egiziana e sefardita, provenienti dalla Francia, dall’Inghilterra, dalla Svizzera, dagli Stati Uniti, da Israele e dall’Italia, si sono ritrovati ad Alessandria d’Egitto per la reinaugurazione dell’antica sinagoga Eliyahu Hanavi, riaperta al pubblico dopo un intenso lavoro di restauro.


Rassegna stampa

Di Maio: “Tra Italia e Iran
legami culturali importanti”

Leggi

 
Emancipazione e lotta all'odio
Il 17 febbraio 1848, il re del Piemonte Carlo Alberto concesse ai valdesi l’Emancipazione, cioè l’uguaglianza dei diritti e dei doveri rispetto ai suoi sudditi cattolici. Un mese dopo, il 25 marzo, la stessa uguaglianza sarebbe stata concessa anche agli ebrei. Non ancora piena, questa emancipazione di ebrei e valdesi rappresentò comunque una pietra miliare nella storia dei rapporti tra minoranze e maggioranza in Italia. Per gli ebrei, sarebbe stata cancellata nel 1938 dalle leggi razziste, per i valdesi non sarebbe più stata cancellata.
Anna Foa
Oltremare - Plastica
Mi è capitato di andare ad un congresso che comprendeva una zona di assaggi di cibi, e ho realizzato che in uno spazio di pochi metri quadri stava succedendo una cosa che non c’entrava magari con il congresso in sé, e che aveva invece molto a che vedere con il fatto che in queste prime decadi del 2000 stiamo vivendo chiaramente un lungo momento di passaggio, in Israele come immagino nel resto del mondo, chi più velocemente e chi meno.
Daniela Fubini
Controvento - Una strategia contro l’antisemitismo 
Ogni giorno siamo inondati sui media da episodi incresciosi di antisemitismo a tutta pagina. Mi chiedo se questa campagna sensazionalistica aiuti a contrastare il fenomeno, o non crei piuttosto un pericoloso effetto di emulazione, come successe, solo per fare un esempio, con il lancio di sassi dai cavalcavia.
Contrariamente a tante autorevoli voci, ho dei dubbi che l’antisemitismo sia in aumento esponenziale in Italia. C’è sempre stata una cospicua frangia antisemita, a destra più esplicita, a sinistra spesso camuffata da antisionismo.
Viviana Kasam
Twitter
Facebook
Website