Oltremare – Plastica

daniela fubiniMi è capitato di andare ad un congresso che comprendeva una zona di assaggi di cibi, e ho realizzato che in uno spazio di pochi metri quadri stava succedendo una cosa che non c’entrava magari con il congresso in sé, e che aveva invece molto a che vedere con il fatto che in queste prime decadi del 2000 stiamo vivendo chiaramente un lungo momento di passaggio, in Israele come immagino nel resto del mondo, chi più velocemente e chi meno.
Nello stesso spazio espositivo venivano distribuiti da diversi ristoratori assaggi (con eccessiva dovizia tipicamente israeliana), chi usando piatti di plastica rigidi, piatti di plastica sottili, cannucce di plastica, forchettine di plastica, chi forchettine di legno, piattini e scodelle di bambù, cannucce di carta, dischi di carta oleata, quadratini di cartoncino ripiegati in modo da potervi appoggiare cibi caldi e non scottarsi le dita, o contenitori di varie forme presumibilmente a base di mais. Una varietà che riflette prima di tutto un fatto semplicissimo: in Israele non è ancora vietato l’uso della plastica usa e getta per gli alimenti. E poi un fatto più interessante: che ogni persona decide se e quanto essere ecosostenibile nella propria casa, come nella propria attività, cosa non scontata se si considera che la plastica in Israele è ancora considerevolmente meno cara di tutte le altre soluzioni.
Solo che basta fare una breve passeggiata ovunque nella natura, dal Golan al Negev, dal Kinneret a tutta la costa, per rendersi conto di quanta plastica venga ancora usata e gettata, senza occuparsi di trovare un cestino, lasciamo perdere un punto dove separare la plastica da altri rifiuti. Questa è una delle espressioni della incredibile separazione fra intelligenza applicata alla scienza e alla innovazione, la Start-Up Nation, e intelligenza invece non applicata alla vita quotidiana. Per fortuna gli inventori appunto qui non mancano, e qualche mese fa si parlava di un metodo per trasformare la plastica in elettricità. Non so dove sia finita la start-up che lo stava sviluppando, ma avrebbero dovuto venire al congresso dove sono andata, a raccogliere sacchi e sacchi di piatti e bicchieri, tutto materiale ottimo per continuare il lavoro.

Daniela Fubini