L'EMERGENZA SANITARIA
Coronavirus, le misure straordinarie a Milano
Israele e le direttive per chi arriva dall'Italia
Da Milano a Israele sono state attivate nuove misure precauzionali contro il contagio da coronavirus. Nelle scorse ore la Comunità ebraica di Milano, seguendo le direttive della Regione Lombardia, ha infatti avvisato i suoi iscritti che la Scuola e la Residenza Anziani Arzaga “hanno attivato le prime misure atte a prevenire possibili contagi”.
La scuola della Comunità ebraica, così come tutte le scuole milanesi, in ottemperanza alle ultime disposizioni delle autorità competenti resterà chiusa da domani, lunedì 24 febbraio, per tutta la settimana. In contatto con le autorità sanitarie, dalla Comunità sottolineano come seguiranno “le direttive che dovessero arrivare dai ministeri competenti, ma nessun allarmismo è al momento attuale giustificato” (qui i consigli della Regione Lombardia dove si sono registrati la maggior parte dei casi di coronavirus – il numero verde per avere informazioni riguardo al virus è 800 894545). In queste ore la Regione Lombardia, di concerto con il ministro della sanità, ha predisposto un’ordinanza in cui si prevede: la sospensione di manifestazioni o iniziative di qualsiasi natura, di eventi e di ogni forma di riunione in luogo pubblico o privato, anche di carattere culturale, ludico, sportivo e religioso, anche se svolti in luoghi chiusi aperti al pubblico; la sospensione dei servizi educativi dell’infanzia e delle scuole di ogni ordine e grado, nonché della frequenza delle attività scolastiche e di formazione superiore, corsi professionali, master, corsi per le professioni sanitarie e università per gli anziani ad esclusione degli specializzandi e tirocinanti delle professioni sanitarie, salvo le attività formative svolte a distanza; la sospensione dei servizi di apertura al pubblico dei musei e degli altri istituti e luoghi della cultura.
In Israele intanto il ministro della Salute ha diffuso una direttiva in cui si ordina a chiunque sia stato negli ultimi 14 giorni in Italia, Cina, Hong Kong, Thailandia, Giappone, Singapore, Corea del Sud, Taiwan, Australia e Macao, e abbia sviluppato sintomi di malattia, di recarsi in una clinica sanitaria o centro medico per essere controllato. Nel novero dei sintomi indicati sul sito del ministero israeliano, febbre a 38 gradi o superiore, tosse, difficoltà respiratorie o qualsiasi altro sintomo respiratorio. Si chiede di avvisare in anticipo e di informare del proprio arrivo le cliniche o centri medici a cui si è deciso di recarsi.
Israele ha di recente negato l’ingresso ai visitatori provenienti da Cina, Hong Kong, Macao, Thailandia e Singapore e in queste ore sta valutando se estendere il divieto a cittadini non israeliani che sono stati in Sud Corea o Giappone negli ultimi 14 giorni. “Su raccomandazione del Ministero della Salute, in questo momento stiamo discutendo di Giappone e Corea del Sud, ma la situazione è dinamica” ha detto in una conferenza stampa dedicata al coronavirus il direttore dell’amministrazione della Popolazione e dell’Immigrazione Shlomo Mor-Yosef. In un’intervista alla radio dell’esercito, alla domanda se l’Italia possa essere il prossimo paese su cui sarà posto il divieto di arrivi, il capo del Ministero della Salute Moshe Bar Simantov ha spiegato che “l’Italia è uno dei Paesi che seguiamo da vicino e con preoccupazione. Oggi pubblicheremo nuove direttive. Se qualcuno torna da lì sentendosi male, deve essere controllato per coronavirus”.
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LA SERATA A TORINO
Canti sinagogali, le tradizioni a confronto
L’Italia ebraica si differenzia da regione a regione, da Comunità a Comunità e persino all’interno della stessa regione tra Comunità anche vicine tra loro: e questo vale per molte tradizioni e riti, ma soprattutto per i canti liturgici sinagogali.
Lo dimostrano, ad esempio, le registrazioni effettuate da Leo Levi (1912-1982), l’etnomusicologo che nel corso degli anni ’50 e ’60 raccolse decine di testimonianze vocali delle diverse tradizioni ebraiche italiane: molte di quelle piemontesi si trovano ora pubblicate, con cd, nel prezioso volume “Musiche della tradizione ebraica in Piemonte. Le registrazioni di Leo Levi (1954)”, a cura di Franco Segre (Squilibri editore).
L’altra sera la Comunità ebraica di Torino, con il Gruppo di Studi Ebraici, ha fatto rivivere molti di questi canti.
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DIPLOMA UNIVERSITARIO UCEI
Storia ebraica, un racconto avvincente
"Nella Giudea sotto i Tolomei, gli ebrei applicano il Pentateuco come legge religiosa e anche civile ma ormai nessuno più conosce l’ebraico. Ecco che sorge la necessità di tradurre la Torah in greco, anche perché i sovrani tolemaici volevano sapere cosa ci fosse scritto su quei rotoli tanto sacri. [...] Settanta sacerdoti ricevono il gravoso compito, uno dei momenti più importanti di tutta la storia ebraica: nasce così la Bibbia dei Settanta. [...] L’apertura al mondo del popolo d’Israele fu una novità che sconvolse gli equilibri non solo dell’Asia minore ma di tutto il nascente mondo romano. Il prezzo da pagare fu un’ellenizzazione a tratti sconcertante e ancora oggi non del tutto digerita...".
Il professor Samuele Rocca è capace di raccontare per ore tenendo l’uditorio col fiato sospeso. Del resto cosa ci può essere di più avvincente della storia ebraica? Siamo al corso di Archeologia del Vicino Oriente Antico nell’ambito del programma di studio offerto dal Diploma Universitario Triennale in Studi Ebraici dell’UCEI.
Damiano Laterza
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Rassegna stampa
Il Nord blindato
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La forza della poesia
In ricordo di Paul Celan, che ogni tanto non è sbagliato rileggere.
“Nero latte dell’alba lo beviamo la sera/lo beviamo al meriggio, al mattino, lo beviamo la notte/
beviamo e beviamo/scaviamo una tomba nell’aria lì non si sta stretti”.
La forza della poesia: il genocidio in poco più di un tweet e nient’altro.
David Bidussa
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Gli effetti perversi
Questa è la presa di posizione: “La protesta organizzata da Rifondazione Comunista davanti a Palazzo Lascaris [sede del Consiglio regionale del Piemonte, n.d.r.] è al limite del grottesco: se sono solo quattro residuati bellici sovietici a scendere in piazza contro le nostre iniziative, quali la distribuzione del fumetto ‘Foiba rossa’ nelle scuole piemontesi e la revoca delle borse di studio agli antagonisti responsabili delle violenze in Università, allora ringraziamo i compagni di rifondazione per spronarci a tirare dritto. Intanto però li denunciamo tutti penalmente per negazionismo, insieme a quanti in questi giorni sui social, nei Consigli comunali e dagli organi di informazione, hanno negato la vera natura di genocidio dello sterminio attuato nelle foibe contrastando il Giorno del ricordo: il reato, secondo la legge 116/2016, riguarda oltre alla Shoah anche i crimini di genocidio, i crimini contro l’umanità e i crimini di guerra.
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