Se non leggi correttamente questo messaggio, clicca qui       2 Aprile 2020 - 8 Nissan 5780
A COLLOQUIO CON L'IMPRENDITORE LIVORNESE GABRIELE ORTONA  

“Produco mascherine e le dono alla mia città,
per ritrovare al più presto la luce”

“Invece che stare con le mani in mano ho pensato fosse giunto il momento di fare qualcosa. Con la speranza che anche un piccolo gesto come questo possa aiutarci a vincere la battaglia contro il virus e a vedere la luce al più presto”. Gabriele Ortona, 50 anni, livornese, è un imprenditore ed è anche un esponente della Comunità ebraica cittadina. La sua azienda – la Ortona Tensostrutture, fondata nel 1968 – è specializzata nella realizzazione di coperture per esterni. In queste circostanze eccezionali ha deciso di modificare la produzione per realizzare mascherine sanitarie non medicali. Ne produce all’incirca 500 al giorno, che sono poi donate alla Protezione Civile. 
“Avevamo le condizioni per farlo dal punto di vista sia dei macchinari sia degli standard di sicurezza richiesti. L’idea – racconta – mi è venuta qualche giorno fa, parlando con un amico che lavora per l’appunto alla Protezione Civile. Anche i dipendenti sono stati contenti: si lavora, evitando di andare in cassa integrazione, e con il nostro lavoro si fa qualcosa di prezioso, contribuendo a lottare contro la diffusione del contagio. La speranza è di poter presto avere le autorizzazioni necessarie per produrre mascherine per il personale medico”.

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EBREI E COMUNITÀ NELL'EMERGENZA, IL MESSAGGIO DEL VICEPRESIDENTE UCEI  

"Lontani ma vicini, una sfida per l’Italia ebraica”

Mai come in questi ultimi giorni concetti quali lontananza e vicinanza, isolamento e condivisione, appartenenza e solidarietà hanno riempito non solo le pagine dei giornali e i dibattiti in televisione e in rete, ma stanno coinvolgendo il nostro piccolo mondo, quello delle Comunità ebraiche e dei loro membri. 
Tutte le Comunità e l’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane, tra le molte esigenze ed emergenze, specialmente nel campo degli aiuti a chi soffre e a chi è solo, oltre a tutti i complessi preparativi per l’imminente festività di Pesach, hanno attivato ogni possibile canale di comunicazione per condividere notizie, richieste, appelli, per non far sentire gli appartenenti soli e isolati in un momento unico, di crisi mondiale, quale quello che stiamo vivendo da oltre un mese. Sembra di cogliere un paradosso in questo: in tempi normali di vicinanza fisica tra gli ebrei e le loro Comunità e tra le Comunità e i loro iscritti, vi è in realtà sovente lontananza, mentre in queste ore di lontananza fisica degli ebrei dalle proprie Comunità e delle Comunità dai propri membri, sembra germogliare una nuova vicinanza.
L’attivismo che è scaturito un po’ ovunque attraverso iniziative, lezioni, corsi, newsletters, ha coinvolto positivamente il microcosmo ebraico e questo fenomeno si sta rivelando una risorsa fondamentale in un momento di difficoltà e di solitudine. Ma è sufficiente questo? Chiediamocelo, ma appena ci addentriamo nel dilemma, scopriremo agevolmente che tutto ciò non basta se non vi è la consapevolezza sia da parte delle Comunità sia, e soprattutto, da parte dei singoli ebrei, tutti indistintamente, che questo momento, unico nella storia dal dopoguerra ad oggi, rappresenta anche una grande sfida. 

Giulio Disegni, vicepresidente dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane 

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L'INTERVENTO DEL RABBINO BRITANNICO ANALIZZATO DALLA REDAZIONE  

Coraggio e speranza per superare l'emergenza
La crisi di oggi raccontata da rav Sacks

Un messaggio di speranza e non di ottimismo per confrontarci in modo consapevole con la crisi che stiamo vivendo e lavorare come comunità per superarla. In una conversazione densa di spunti, con riferimenti all’ebraismo ma anche alla cultura classica, rav Jonathan Sacks inquadra la drammaticità dell’emergenza odierna, senza mascherarne la gravità, ma allo stesso tempo indica alcune vie da seguire per il futuro, per la ricostruzione. Protagonista di un TedTalks, rav Sacks, considerato uno dei pensatori più influenti dei nostri giorni e già rabbino capo d’Inghilterra e del Commonwealth, regala al grande pubblico un’importante lezione religiosa, etica e politica, che la redazione di Pagine Ebraiche ha riproposto e analizzato nei suoi passaggi più significativi nello spazio Pilpul, l’approfondimento serale in onda sui canali Facebook di Pagine Ebraiche e UCEI.
“Viviamo un tempo traumatico, – spiega in apertura il rav – le persone stanno attraversano ogni dimensione della sofferenza, quella fisica, psicologica, economica, l’incertezza e l’ansia per il futuro, il non sapere quanto questa pandemia durerà. Sono tempi difficili, viviamo un trauma collettivo”. Sacks, spiega il direttore della redazione giornalistica UCEI Guido Vitale, sin da subito pone l’accento su quanto questo “periodo storico sia davvero drammatico, davvero straordinario, non solo doloroso ma che segnerà la nostra storia e il nostro futuro. E quindi ci troviamo davanti a un grandissimo cambiamento storico”. E per questo, evidenzia Vitale, il rav pone subito l’accento sul tema della leadership. Lo fa presentando un esempio molto emblematico: il grande leader britannico Winston Churchill, l’uomo che guidò la Gran Bretagna nell’ora più buia della sua storia, il secondo conflitto mondiale, perse le elezioni subito dopo la guerra. “Churchill fu un grande leader per il tempo di guerra, ma non lo era necessariamente per un tempo di pace. I politici di oggi ci porteranno fuori dalla crisi ma spero che nel mentre emerga una nuova leadership politica tra i giovani, che usciranno cambiati da tutto questo”, l’auspicio di Sacks.

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DI GENERAZIONE IN GENERAZIONE /5

“Il Seder senza ospiti e quel dialogo da rilanciare”

Con l’arrivo del prossimo sabato, chiamato Shabbàt Ha Gadòl, entreremo nel vivo della festa di Pesach. A caratterizzare questo particolare Shabbàt, oltre alle consuete lezioni dei rabbini che in tutto il mondo illustreranno le norme della festa, sarà la lettura di una particolare Haftarà, il passo del profeta Malachi, nella quale ci viene annunciata la futura redenzione da parte di Eliahu Ha Navì, l’araldo del Messia. Differentemente dalle idilliache visioni sull’era messianica di altri profeti in cui i lupi pascoleranno con gli agnelli e le armi si tramuteranno in falci, secondo Malachi, ultimo dei profeti d’Israele, il compito principale di Elia, nell’annunciare l’evento messianico, sarà semplicemente quello di far “tornare il cuore dei padri verso i figli e il cuore dei figli verso i loro padri…” (Malachì, 3; 24). Il paradigma più importante della redenzione sarà quindi l’armonia familiare e la ricomposizione dei conflitti intergenerazionali. Possiamo difficilmente pensare infatti a una pace tra le nazioni e nelle nostre Comunità se prima non costruiamo la pace nelle nostre famiglie. Non ci può essere pace tra i popoli se dentro le nostre mura domestiche non ci sono dialogo e rispetto. Il Seder di Pesach, attraverso quel suo antico modello interrogativo, continua a prospettarci un prezioso progetto pedagogico intergenerazionale sollecitato dal racconto della nostra storia.

Rav Roberto Della Rocca, direttore area Educazione e Cultura UCEI

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PILPUL - LA NUOVA INDAGINE SWG 

Gli italiani e il virus, cresce l’incertezza

“Con il passare delle settimane cresce la percezione che la crisi possa durare a lungo. Ne consegue un aumento dell’incertezza e una crescita delle preoccupazioni relative al lavoro e alle capacità di tenuta economica e relazionale”.
È la nuova fotografia dell’Italia alle prove con l’emergenza sanitaria da parte dell’istituto di ricerca Swg. Numeri e analisi che si offrono, come di consueto, a molteplici spunti. L’incertezza è il sentimento prevalente negli italiani, con un aumento percentuale significativo rispetto alla rilevazione precedente (dal 47% al 51%). Stabili vulnerabilità (32%) e angoscia (31%). In calo invece la paura (dal 34 al 31%).

La redazione di Pagine Ebraiche ha analizzato questo e altri dati assieme al direttore di ricerca di Swg Riccardo Grassi, ospite del pilpul di questa sera alle 22.30 sui canali social UCEI e Pagine Ebraiche.

EMERGENZA COVID-19

UCEI e Associazione Medica Ebraica,
la raccolta fondi contro il virus

 

L’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane, in collaborazione con l’Associazione Medica Ebraica, vuole essere di aiuto e supporto a chi sta lottando ogni giorno contro il virus Covid-19. È stata così aperta una sottoscrizione di fondi per affrontare le molte drammatiche esigenze scaturite da questa emergenza
I versamenti, con causale “emergenza covid-19”, possono essere indirizzati sul conto corrente dell’AME-Associazione Medica Ebraica
Iban: IT03R0335901600100000149649 

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AD APRIRE IL CASO IL PILPUL DI GADI LUZZATTO VOGHERA

Simonino e il quadro antisemita,
la vicenda sui media internazionali

“Come da tradizione secolare, con l’avvicinarsi delle festività pasquali in alcuni ambienti estremi e retrivi si fa strada un’incontenibile pulsione ad esternare sentimenti antiebraici”. Lo ricordava, nel suo ultimo pilpul settimanale, il direttore della Fondazione Cdec Gadi Luzzatto Voghera.
Ad ispirare questa riflessione un quadro del pittore Giovanni Gasparro dedicato al Simonino da Trento, venerato per secoli dalla Chiesa come vittima di omicidio rituale ebraico. Una fake news foriera di molte violenze e persecuzioni con cui i vertici della Chiesa hanno accettato di confrontarsi solo da poco, abrogandone formalmente il lutto il 28 ottobre del 1965.
“Naturalmente – spiegava Luzzatto Voghera – il bambino trovato morto a Trento il 26 marzo del 1475 non ha alcuna colpa. È invece la narrazione del suo martirio, di cui furono falsamente accusati alcuni ebrei locali (in seguito torturati e trucidati), ad essere qui motivo di scandalo. È la rappresentazione degli ebrei dallo sguardo sordido e traditore, uomini e donne truci che si accaniscono sul corpo disperato di un bambino atterrito che dovrebbe creare problema, innanzitutto all’artista stesso”. Riflessioni, quelle del direttore del Cdec, che hanno avuto un risalto internazionale. Diversi infatti i media che ne hanno segnalato l’intervento, dalla Jewish Telegraphic Agency al Times of Israel. A commentare la vicenda nelle scorse ore, con una riflessione pubblicata dal Jerusalem Post, anche il direttore delle relazioni internazionali del Centro Wiesenthal Shimon Samuels.

UCEI - LA VIDEOCONFERENZA DEI DIPENDENTI 

Riunirsi in rete, l'Unione al lavoro

Un’occasione per salutarsi, ma anche per raccontare come è cambiata la propria vita e il rapporto con gli impegni lavorativi. Una manciata di minuti a testa, ciascuno dalla sua postazione, tutti al lavoro. Tanti sorrisi, ma anche un po’ di commozione nella riunione in videoconferenza dei dipendenti dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane organizzata nelle scorse ore dal segretario generale Uriel Perugia con la partecipazione della Presidente Noemi Di Segni.
Non poche le sfide in questi giornate difficili in cui l’Unione ha comunque continuato ad offrire regolarmente i propri servizi e ad aggiungerne di nuovi. Adattandosi a uno scenario radicalmente mutato, ma sforzandosi, ogni giorno, di essere un punto di riferimento per gli ebrei italiani e l’insieme della società.


 

 

Setirot - Ascoltando Dylan
Ascolto e riascolto Murder Most Foul, inattesa interminabile deflagrante ballata di Bob Dylan, forse risposta alla piaga del CoronaVirus, certamente annunciata da lui stesso raccomandandoci di «stare al sicuro, stare attenti».
Parole che nulla c’entrano con i temi di queste colonne. Suoni, respiri, note, tristezze che ognuno può riempire con ciò che gli pesa sul cuore. Con il sommovimento delle nostre anime in questi giorni. Lo strazio per i morti, i morti accomunati da una solitudine disumana. 
Stefano Jesurum
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Nevica storia
“All’aperto piove e nevica. Nevica storia”. Lo dice Yakov Bok, il protagonista dell’Uomo di Kiev di Bernard Malamud. Gli spazi aperti, come la storia, sono i luoghi del caos e della violenza, luoghi di angosce ignote, di invisibili minacce.
Giorgio Berruto
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La disputa sull’Europa
La disputa che periodicamente si riaccende tra “europeisti” e “sovranisti” a proposito del ruolo e dei poteri dell’Europa, intesa come soggetto politico, è qualcosa di surreale perché avviene a proposito di qualcosa che non esiste, di una irrealtà: gli “europeisti” difendono un’unità politica europea che non si è mai costituita, i sovranisti rivendicano una sovranità degli Stati alla quale gli Stati stessi non hanno mai rinunciato. Qualcuno vuole nobilitare le attuali dispute con un richiamo al dibattito che si sviluppò negli Stati Uniti d’America appena costituiti, quando si trattò di ratificare la nuova Costituzione federale da parte dei singoli Stati.
Valentino Baldacci
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La cultura resta viva
Mentre tutto viene sospeso e si resta rinchiusi nelle proprie abitazioni, l’arte offre ancora una volta delle emozioni. La cultura resta viva come testimonianza ed insegnamento. Come dà rilievo l’Enciclopedia Treccani: “È l’insieme delle cognizioni intellettuali che una persona ha acquisito attraverso lo studio e l’esperienza, rielaborandole peraltro con un personale e profondo ripensamento così da convertire le nozioni da semplice erudizione in elemento costitutivo della sua personalità morale, della sua spiritualità e del suo gusto estetico, e, in breve, nella consapevolezza di sé e del proprio mondo”. 
Alan David Baumann
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Pagine Ebraiche 24, l'Unione Informa e Bokertov sono pubblicazioni edite dall'Unione delle Comunità Ebraiche Italiane. L'UCEI sviluppa mezzi di comunicazione che incoraggiano la conoscenza e il confronto delle realtà ebraiche. Gli articoli e i commenti pubblicati, a meno che non sia espressamente indicato il contrario, non possono essere intesi come una presa di posizione ufficiale, ma solo come la autonoma espressione delle persone che li firmano e che si sono rese gratuitamente disponibili. Le testate giornalistiche non sono il luogo idoneo per la definizione della Legge ebraica, ma costituiscono uno strumento di conoscenza di diverse problematiche e di diverse sensibilità. L’Assemblea dei rabbini italiani e i suoi singoli componenti sono gli unici titolati a esprimere risoluzioni normative ufficialmente riconosciute. Gli utenti che fossero interessati a offrire un proprio contributo possono rivolgersi all'indirizzo comunicazione@ucei.it Avete ricevuto questo messaggio perché avete trasmesso a Ucei l'autorizzazione a comunicare con voi. Se non desiderate ricevere ulteriori comunicazioni o se volete comunicare un nuovo indirizzo e-mail, scrivete a: comunicazione@ucei.it indicando nell'oggetto del messaggio "cancella" o "modifica". © UCEI - Tutti i diritti riservati - I testi possono essere riprodotti solo dopo aver ottenuto l'autorizzazione scritta della Direzione. l'Unione informa - notiziario quotidiano dell'ebraismo italiano - Reg. Tribunale di Roma 199/2009 - direttore responsabile: Guido Vitale.
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