GLI APPROFONDIMENTI SUI CANALI UCEI 

Brigata Ebraica e indipendenza d'Israele,
racconti di eroismo e libertà 

“Abbiamo celebrato il 25 aprile, non riempiendo le piazze ma virtualmente, con il cuore, nelle nostre case. Ricordando cosa vuol dire il giorno della Liberazione dal nazifascismo, che vogliamo ricordare attraverso la Brigata Ebraica: giovani e giovanissimi che vennero dalla Palestina mandataria e da altri paesi per essere al fianco della Resistenza, ai partigiani e agli alleati, per liberare la nostra Italia, per donarci la libertà”. Parole della Presidente dell'Unione delle Comunità Ebraiche Italiane Noemi Di Segni che aprono lo speciale realizzato dall'UCEI per il 75esimo anniversario della Liberazione e dedicato al contributo degli eroi della Brigata Ebraica. Migliaia di volontari ebrei che scelsero di prendere le armi per aiutare a sconfiggere i nazifascisti. “È fondamentale che la memoria del 25 aprile e del ruolo della Brigata Ebraica sia riconosciuto, sia parte di programmi di studio, sia parte delle nostre vite”, ricorda la presidente dell'Unione nello speciale che ha visto alternarsi diversi contributi per raccontare le vicende della Brigata Ebraica: dallo storico Samuele Rocca, al saggista Romano Rossi, dal rabbino capo di Ferrara rav Luciano Meir Caro all’addetto per la Difesa dell’ambasciata israeliana Dror Altman. E a proposito di Israele, si avvicina la data di Yom HaAtzmaut: un momento di festa in cui il paese celebra l'anniversario della sua indipendenza. Una storia di eroismo e di libertà a cui saranno dedicati nuovi approfondimenti sui canali UCEI

NELL'ULTIMO VIDEOPILPUL, LA RICERCA DELLO SCIENZIATO ISRAELIANO   

“Dal Nord Italia a Madrid, l’inquinamento
fattore chiave nella letalità del coronavirus”

Teheran, Wuhan, il Nord Italia, l'area di Madrid. Sono le aree in cui si è registrata una percentuale significativamente più alta di decessi da coronavirus. In tutte queste zone vi è un'alta concentrazione di biossido di azoto (NO2) nell'aria e secondo il geografo israeliano Yaron Ogen questo elemento potrebbe essere uno dei fattori chiave per spiegare l'alta letalità del virus Covid-19 nel Nord d'Italia e negli luoghi citati. “Come geografo mi sono chiesto cosa hanno in comune queste zone. Ho cominciato a unire i puntini: sapevo che tutte queste aree, dal punto di vista topografico, sono caratterizzate dalla presenza di montagne che possono trattenere l'inquinamento e quindi influenzare la salute delle popolazioni che vi abitano. 

Questa esposizione cronica al NO2 può quindi essere un importante fattore per spiegare gli alti tassi di letalità del COVID-19 osservati in queste regioni”, ha spiegato a Pagine Ebraiche Ogen, protagonista nell'ultimo video pilpul curato dalla redazione UCEI. Il suo studio ha attirato l'attenzione negli scorsi giorni del britannico Guardian, che lo ha ripreso richiamando altre ricerche simili. Ogen ha preso in esame 66 regioni amministrative in Italia, Spagna, Francia e Germania e, incrociando i dati, ha mostrato come il 78% dei decessi per coronavirus si sono verificati in cinque regioni che risultano allo stesso tempo le più inquinate.

“Nella ricerca – spiega Ogen, postdoc presso l'Istituto di Geografia e Geologia dell'Università di Halle-Wittenberg - ho esaminato i livelli di biossido di azoto (un inquinante prodotto per lo più da veicoli diesel) e le condizioni atmosferiche che possono impedire la dispersione dell'aria inquinata lontano da una città. Molti studi hanno collegato l'esposizione a NO2 a danni alla salute, e in particolare alle malattie polmonari, che potrebbero rendere più probabile la morte di persone che contraggono Covid-19”. In particolare, spiega Ogen, le aree con più concentrazione di NO2 sono quelle nei pressi di Madrid e nel Nord Italia, dove, come ricordato, si è registrata anche un'alta percentuale di morti a causa del coronavirus. 

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NEL VIDEO PILPUL DI QUESTA SERA, LO STORICO ALBERTO CAVAGLION 

La Resistenza, scelta di libertà

L’8 settembre 1943, data dell’armistizio con i paesi alleati, agli italiani si presentarono scelte difficili. Una minoranza cospicua si decise per la resistenza attiva, inclusa la lotta armata, all’occupazione tedesca fiancheggiata dai fascisti della Repubblica di Salò.
A spiegare il significato di quella scelta, lo storico Alberto Cavaglion nel corso di un video intervento promosso dalle Sezioni ANPI di Colonia e Francoforte e al centro del video pilpul di questa sera (22.30, canali social di Pagine Ebraiche e UCEI).

L'ANNIVERSARIO E LA STORIA DELLO STATO EBRAICO 

I 100 anni della Conferenza di Sanremo
“Simbolo dell’amicizia tra Italia e Israele”

Pochi giorni e sarà Yom HaAtzmaut, la festa che celebra l’indipendenza dello Stato di Israele. Un appuntamento che cade quest’anno a ridosso di un significativo anniversario: il centenario della Conferenza di Sanremo, che si concludeva proprio il 26 Aprile di 100 anni fa con la spartizione del Medio Oriente in tre mandati territoriali sotto il controllo di Gran Bretagna e Francia. Alla prima il compito di dare attuazione alla Dichiarazione Balfour che favoriva, in quella che è passata alla storia come Palestina mandataria, la “creazione di un focolare nazionale per il popolo ebraico”. Focolare nazionale che sarebbe diventato, meno di 30 anni dopo, uno Stato vero e proprio.
“Uno dei semi dell’olivo che doveva diventare il simbolo del moderno Stato di Israele è stato piantato a Sanremo” ha sottolineato il Presidente del Consiglio Giuseppe Conte, in un messaggio inviato alla European Coalition for Israel (che per questo pomeriggio ha organizzato una cerimonia in streaming). 

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Rassegna stampa

Un 25 aprile diverso dagli altri
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Un’idea di riscatto
Penso che una parola di questo tempo sia riscatto. Ovvero, nuovo inizio che significa: cose da non ripetere; strade da abbandonare; nuove forme dell’agire individuale e collettivo; idea rinnovata di patto civile per dare un nuovo corso al nostro tempo di vivere. Un’idea di riscatto che sa di avere il proprio corpo immerso nelle strette di questo tempo, ma che non può non pensare al tempo dopo. Senza rimpianti per prima; con una enorme nostalgia di futuro.
                                                                          David Bidussa
 
Le crisi sovrapposte
Tralasciando l’ottimismo dei beoti, peraltro piuttosto ingrigitosi di questi tempi, così come il catastrofismo da salotto (e da tastiera), rimane il fatto che il Covid-19 ci ha imposto di ragionare sulla fragilità di molte delle relazioni, delle cose, delle situazioni, delle istituzioni che credevamo invece come garantite una volta per sempre. Viviamo all’incrocio di tre grandi cambiamenti, impostici da una pandemia che, anche solo pochi mesi fa, avremmo pensato come improbabile, se non impossibile, almeno nei termini che si sono invece poi imposti ad ognuno di noi.
Claudio Vercelli
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La costruzione del motto di spirito
Un nuovo motto, insegna Freud, è quasi un avvenimento d’interesse generale e passa da una bocca all’altra come una grande e bella notizia. La costruzione del motto umoristico è complessa e delicata. Il piacere che ne deriva è collegato all’ordinamento di senso che mette ordine, risultato momentaneo di un’unificazione degli opposti e di un superamento delle scissioni interiori.
David Meghnagi
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Grazie Herzl e Ben Gurion
Il 27 gennaio - Giorno della Memoria istituito in Italia grazie ad Athos De Luca e Furio Colombo, ai quali andrà sempre il mio ringraziamento - l’ho sempre vissuto come una scadenza molto importante, ma “razionale”, poco emotiva e nel mio caso poco coinvolgente, facendomene quasi una colpa.
Ho partecipato in questi anni ad ogni tipo di celebrazione, ma la sensazione è sempre stata la stessa: una ricorrenza, ma non la mia. Giustamente, è stata istituita per rivolgersi ad un pubblico non ebraico e non è nel nostro calendario.
Dario Coen
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Una consolazione
Abbiamo vissuto un 25 aprile diverso, come lo sono da un paio di mesi molti altri appuntamenti istituzionali.
Sarà per il voler ostinatamente cercare qualcosa di positivo in tutte le cose, ma una parte di me è stata ben felice di trascorrere questo “Giorno della Liberazione” in maniera insolita. Anzitutto perché nonostante la situazione attuale sia una guerra contro un nemico invisibile, la viviamo quasi tutti nelle abitazioni, cercando di approfittare delle proprie comodità.
Alan David Baumann
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