29 Aprile 2020 - 5 Iyar 5780 |
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Su Pagine Ebraiche 24, la Newsletter
quotidiana di metà giornata, oggi i pensieri del rav Giuseppe Momigliano, Davide Assael, Alberto
Cavaglion, Francesco Lucrezi e Francesco Lotoro.
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"Tre le condizioni per ripartire"
L’Italia
ripartirà in sicurezza? A rispondere a questa e altre domande è
Vittorio Colao, il manager a capo della task force per la fase due,
oggi intervistato dal Corriere. “Abbiamo raccomandato – afferma – tre
precondizioni che vanno monitorate. La prima: il controllo giornaliero
dell’andamento dell’epidemia. La seconda: la tenuta del sistema
ospedaliero, non solo le terapie intensive, anche i posti-letto Covid.
La terza: la disponibilità di mascherine, gel e altri materiali di
protezione. A queste condizioni si può riaprire”. E se l’epidemia
riparte? L’approccio, per Colao, “non dovrà essere nazionale e neppure
regionale, ma microgeografico: intervenire il più in fretta possibile,
nella zona più piccola possibile”.
"Luoghi di culto da riaprire". Tra
i temi caldi la fruizione dei luoghi di culto. Al riguardo, sempre il
Corriere, intervista il rabbino capo di Roma rav Riccardo Di Segni.
Secondo il rav, “con grande attenzione e autodisciplina”, si possono
trovare delle soluzioni per favorirne la riapertura il più presto
possibile. “Tutti – afferma – dobbiamo rispettare le regole di salute
pubblica. Dai settori produttivi ai trasporti, si sta parlando di come
ricominciare tenendo conto delle misure di sicurezza e sanitarie. Non
vedo perché non sia possibile con le pratiche religiose”.
Lamentele sull’operato del governo arrivano dall’imam Yahya
Pallavicini, presidente della Comunità religiosa islamica italiana, che
a Repubblica dice: “Conte ha dialogato con la Cei, salvo poi fare
scelte diverse da quelle che chiedevano i vescovi, ma noi non siamo
nemmeno stati ascoltati”. Pallavicini invoca l’apertura delle moschee
entro la fine del Ramadan.
Venezuela, il nuovo ministro vicino ad Hamas e Hezbollah.
Un
narcotrafficante vicino all’integralismo islamico al governo del
Venezuela con Maduro. Ecco chi è, racconta La Stampa, il nuovo ministro
del Petrolio Tarek El Aissami. Si tratta infatti di “uno dei più
discussi funzionari del chavismo, accusato dagli Stati Uniti di far
parte di una rete internazionale dedita al narcotraffico e al
finanziamento di gruppi terroristici come Hezbollah e Hamas”. Con il
suo passato e le sue connessioni, viene sottolineato, El Aissami
potrebbe diventare un uomo chiave sull’asse mediorientale. Una cosa che
ovviamente non piace all’amministrazione Trump, “ma nemmeno ai paesi
dell’Opec, ad iniziare dall’Arabia Saudita”.
Edith Stein, il film anche in Italia. “Il
cuore d’Europa nella ragazza ebrea che si fece cattolica e morì ad
Auschwitz”. È il titolo di un controverso articolo dedicato dal Foglio
alla figura di Edith Stein. In arrivo anche in Italia un film sulla sua
vita.
Il virus dell'intolleranza. “Scoprire
chi imbratta le lapidi e i muri dei cimiteri con le svastiche quando si
avvicina la festa della Liberazione e fotografarli. Per vedere la
faccia del virus dell’intolleranza”. È la proposta che viene lanciata
su Repubblica Torino, in conclusione di un articolo in cui si ricordano
quattro donne ebree deportate nei campi (Enrica Jona, Luciana
Sacerdote, Luciana Nissim, Germana Del Mare).
Adam Smulevich twitter @asmulevichmoked
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