IL PROGETTO "ACCELERATE IN ISRAEL"
Italia-Israele, l'innovazione per guardare al futuro

Mentre in Israele si discute su quando far ripartire alcuni settori - dai trasporti alla cultura – c'è un'iniziativa che si è già rimessa in moto: “accelerate in Israel”, il programma promosso dall’ambasciata d’Italia in Israele per portar start-up italiane in Israele per un periodo di accelerazione. Il nuovo bando del progetto è infatti stato pubblicato nelle scorse ore (disponibile sul sito dell'ambasciata d’Italia in Israele) e le domande di partecipazione dovranno essere presentate entro il 31 luglio 2020, secondo quanto riferisce il sito internet della rappresentanza diplomatica. “Accelerate in Israel” è uno strumento di sostegno finanziato nel quadro dell’Accordo di cooperazione scientifica tecnologica industriale Italia-Israele e l’edizione di quest’anno può contare su un budget raddoppiato grazie al sostegno di Agenzia Ice, che ha deciso di allargare a Israele la sua iniziativa “Global Start up Program”. Il programma è organizzato in collaborazione con il ministro per l’Innovazione tecnologica e la digitalizzazione, con la Camera di commercio e industria Israele-Italia e con Intesa Sanpaolo Innovation Center.
Un'iniziativa che rappresenta un'occasione per il mondo della ricerca e dell'high tech del nostro Paese, ha sottolineato il ministro per l'Innovazione Tecnologica e la Digitalizzazione, Paola Pisano, in particolare in questo periodo di ripresa dalla crisi generata dalla pandemia. “Le conseguenze economiche dell'emergenza Covid-19 hanno evidenziato l'importanza di continuare a rendere l’Italia sempre più attraente in campo internazionale. Questo vale anche per l'innovazione e per la trasformazione digitale. - ha dichiarato il ministro - Con il bando Accelerate in Israel alcune nostre start-up hanno la possibilità di confrontarsi con un Paese ad alta densità tecnologica e innovativa e accrescere la propria formazione. Non a caso Israele viene definito anche Start-up Nation. Il Governo italiano assegna alle giovani aziende un ruolo di rilievo per l'economia nazionale. È bene che le start-up italiane allarghino i propri orizzonti e che trovino nel nostro Paese un ecosistema in grado di accoglierle e valorizzarne le qualità”.
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LA NUOVA PUNTATA DI "PAGINE E STORIA" CON GIACOMO TODESCHINI
Potere politico e religione, la lezione di Kantorowicz

“Un libro molto avvincente che ci fa toccare con mano come il potere degli Stati abbia un fondo religioso e cristiano. Ci fa vedere come la concezione del potere politico che si afferma in Occidente sia cristiana e come quella ebraica sia completamente diversa”. Il libro in questione è I due corpi del re di Ernst Kantorowicz, scelto dallo storico Giacomo Todeschini per la nuova puntata della rubrica audio “pagine di storia” curata dalla redazione di Pagine Ebraiche. In dialogo con il direttore della redazione giornalistica UCEI Guido Vitale, Todeschini presenta la figura di Kantorowicz, personalità importante della storiografia moderna e “un rappresentante tipico della tradizione ebraica tedesca della prima metà del Novecento. Uno dei molti intellettuali emigrati dalla Germania agli Stati Uniti negli anni '30, cioè nel momento in cui la vita degli ebrei tedeschi diventò impossibile”. Allievo di Max Weber, Kantorowicz combatte nella prima guerra mondiale, dove viene ferito ed è, nella prima parte della sua vita, "un rappresentante dell'ebraismo tedesco assimilato. È un nazionalista, molto identificato con la Germania, che poi, in seguito alle vicende politiche tedesche, non soltanto emigrerà ma cambierà anche impostazione del suo modo di fare storia”, scrivendo I due corpi del re (pubblicato in Italia da Einaudi).
Ascolta qui l'intera puntata dedicata a Ernst Kantorowicz.
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NEL VIDEOPILPUL DI QUESTA SERA, IL GIURISTA GIOVANNI MARIA FLICK
Dopo l'emergenza, la sfida di una città giusta
L’epidemia ha reso ancor più evidente che la città è ormai il centro sociale ed economico della nostra vita, ma ha dimostrato allo stesso tempo che è proprio nel tessuto urbano che il virus ha trovato terreno fertile per svilupparsi e diffondersi, rendendo manifesta la crisi del modello sociale in cui viviamo e di cui le città sono il simbolo. Come dunque ripensarle, come tendere alla realizzazione di una “città giusta” che tuteli tutti i diritti dei suoi abitanti, dalla salute alla realizzazione personale? A proporre alcune risposte e riflessioni su questo tema alla redazione di Pagine Ebraiche sarà il giurista Giovanni Maria Flick, già Presidente della Corte Costituzionale e coautore del volume La città per l’uomo ai tempi del Covid-19 (La nave di Teseo), protagonista del pilpul che andrà in onda questa sera alle 22.30 sui canali social UCEI e Pagine Ebraiche e disponibile in audio nella sezione “Pagine Ebraiche da ascoltare”.
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NEL VIDEOPILPUL ANDATO IN ONDA IERI SERA
“Lotta al razzismo in campo e fuori,
dai calciatori un segnale importante”

“Il tifo violento non avrà più spazio”. Anche il ministro dello Sport Vincenzo Spadafora, tra gli altri, ha voluto commentare gli episodi di guerriglia al Circo Massimo che hanno visto in prima linea neofascisti e rappresentanti degli ultrà. La simpatia di una parte del mondo degli stadi verso l’estrema destra è un fatto ormai acclarato. Queste nuove forme di organizzazione e contestazione sono però rivelatrici di una saldatura che rischia di essere sempre più destabilizzante. Ne abbiamo parlato con un grande esperto di questi temi, il giornalista della Gazzetta dello Sport Valerio Piccioni, ospite del videopilpul trasmesso ieri sera (qui in versione audio).
Una conversazione che ha abbracciato diversi argomenti, cercando anche di cogliere gli importanti segnali che vi sono stati in senso contrario. Come l’intervento di tanti calciatori che, negli scorsi giorni, si sono espressi contro il razzismo a seguito della brutale uccisione di George Floyd. L’occasione anche per ricordare quello che è stato un grande maestro di antirazzismo applicato al mondo del pallone, il sociologo Mauro Valeri da poco scomparso.
(Nell’immagine Jadon Sancho del Borussia Dortmund festeggia una marcatura mostrando un messaggio in cui chiede giustizia per George Floyd).
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L'ANNIVERSARIO DEL MAGEN DAVID ADOM
“Novant’anni al servizio della vita”
Una mano tesa verso chiunque abbia bisogno, indifferentemente da etnia, religione e politica. In pace, come in guerra e nelle calamità naturali. È l’esempio fornito dal 1930 ad oggi dal Magen David Adom, il servizio di pronto soccorso dello Stato d’Israele.
Novant’anni al servizio della vita, festeggiati in virtuale nel corso di un evento organizzato dal Magen David Adom Italia e trasmesso anche sul canale social UCEI (clicca qui per rivederlo).
“Grazie per novant’anni di dedizione. Grazie per essere presenti anche qui in Italia, portando la Stella di David sui vostri camici e nelle vostre iniziative, dimostrando ancora una volta che la vita, per il popolo ebraico, è il bene più prezioso che un’intera umanità deve sempre difendere” ha sottolineato in apertura la presidente dell’Unione Noemi Di Segni (clicca qui per il suo intervento).
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QUI ROMA - IL MATRIMONIO AL TEMPIO MAGGIORE
Elinor e Marco, mazal tov!
Elinor e Marco si sarebbero dovuti sposare in marzo, a Gerusalemme. L’emergenza sanitaria ha vanificato il loro progetto come ogni tentativo, dall’inizio della pandemia e fino alla fine del lockdown, di celebrare il loro matrimonio in Italia. Ieri, dopo una lunga attesa, nella prima unione festeggiata al Tempio Maggiore di Roma dalla riapertura, è stato finalmente il giorno della festa. Mascherina, distanziamento sociale, scrupoloso rispetto delle nuove regole in vigore. Ma comunque tanta emozione tra gli sposi e il ristretto numero di amici e familiari ammessi.
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QUI TORINO
Le nuove sfide della socialità
“Il distanziamento sociale potrà diventare una componente abituale delle nostre vite? La nuova normalità sarà una normalità da ridisegnare? Questo nuovo modo di vivere e relazionarsi inciderà anche nella vita delle comunità ebraiche e in che misura?”.
Domande cui cercherà di rispondere l’evento in streaming “Nuove forme di socialità” promosso per stasera alle 21 dal gruppo Anavim della Comunità ebraica di Torino. A parlarne saranno Marco David Benadì, pubblicitario, visiting professor e scrittore; Enzo Campelli, ordinario di Metodologia delle scienze sociali dell’Università La Sapienza; Sarah Randaccio, psicoterapeuta e psicoanalista e Consigliera della Comunità ebraica di Torino; Amedeo Spagnoletto, rabbino e sofer, da qualche giorno direttore del Museo Nazionale dell’Ebraismo Italiano e della Shoah.
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IL PROGETTO "INSEME, A CASA"
Muoversi nel web, bene e in sicurezza
 Realizzato dall’organizzazione no-profit israeliana Machshavà Tovà (che in ebraico significa “Buon pensiero”) insieme all’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane, il progetto “Insieme a casa” offre ormai da varie settimane lezioni pratiche online sulle nuove tecnologie per smartphone e computer.
Organizzate a cadenza quotidiana, dal lunedì al venerdì alle 11, le lezioni hanno affrontato numerosi temi: dalla creazione di un account alla gestione del proprio profilo social, dall’uso di Whatsapp alle precauzioni necessarie per non cadere nella rete del phishing. Molti altri i temi che si affronteranno anche nei prossimi giorni.
Sul sito del progetto tutte le informazioni necessarie per partecipare ed essere aggiornati.
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CONFERMA NEL DIRETTIVO PER LA PRESIDENTE ADEI SUSANNA SCIAKY
Consulta femminile, l'impegno sociale continua
La presidente dell’Adei Wizo Susanna Sciaky è stata rieletta membro del Consiglio Direttivo della Consulta Interassociativa Femminile di Milano. Una realtà in cui l’associazione delle donne ebree d’Italia si distingue da tempo per impegno e propositività.
“A Milano – commenta Sciaky – siamo presenti nella Consulta fin dagli Anni Sessanta, quando si formò unendo molte associazioni femminili in una unica associazione per rafforzare così il messaggio delle donne e per le donne in ambito sociale e professionale”.
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Jewish lives matter
“Black lives matter”. Forse ha ragione David Bidussa quando dice che non è ancora l’I have a dream del 1963. Che manca una strada. Ma pensate se centinaia di migliaia di persone nel 1938 avessero gridato “Jewish lives matter” opponendosi all’antisemitismo.
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Oltremare - Erev tov, Kesària

Normalmente questa sarebbe la stagione in cui si va ai concerti. Non dico proprio negli stadi, ma almeno nelle piazze, in riva al mare, e soprattutto, a Cesarea. Che in ebraico suona "Kesària" e di solito fa parte di una frase che infiamma le folle: "Erev tov, Kesària!".
Io almeno posso dire di esserci stata, qualche anno fa, e fra tutti i concerti in tutti gli anfiteatri romani più o meno pesantemente ristrutturati, questa per me resta l'idea platonica di che cosa un concerto rock deve essere: Shlomo Artzi a Kesària.
Daniela Fubini
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Controvento - Archiviare al tempo del virus

Una degli archivi più ricchi dedicati alle vittime del nazismo è quello di Arolsen, a Bad Arolsen in Germania, vicino a Francoforte. Fu istituito dagli Alleati dopo la guerra con tutto il materiale reperito nei campi.
Su una superficie di scaffali che srotolata coprirebbe circa 25 chilometri, sono raccolti più di 30 milioni di documenti originali che riguardano circa 40 milioni di persone: prigionieri, lavoratori forzati reclutati nell’Europa occupata dai nazisti, oppositori politici, ebrei bruciati ai forni crematori. Ci sono liste di nomi e di materiali, schede di viaggi e trasporti, elenchi burocratico-amministrativi. Una collezione enorme ma difficilissima da catalogare, perché i documenti sono spesso in pessime condizioni, vergati a mano in grafie disordinate, su carta rovinata dal tempo e dalle cattive condizioni di conservazione, timbri scoloriti, imbrattature.
Viviana Kasam
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