Se non leggi correttamente questo messaggio, clicca qui      26 Giugno 2020 - 4 Tamuz 5780
L'ASSISE DELL'EBRAISMO ITALIANO

Elezioni UCEI, al voto il 15 novembre

Si terranno il prossimo 15 novembre le elezioni per il rinnovo del Consiglio dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane. Lo ha stabilito l’attuale Consiglio in carica nel corso di una riunione tenutasi nelle scorse ore in un’inedita modalità online. Termine ultimo per la presentazione delle liste alla rispettiva segreteria comunitaria sarà il 17 settembre.
Tra i punti all’ordine del giorno – oltre alla definizione della data del voto, rimandato rispetto all’iniziale ipotesi per via dell’emergenza sanitaria – c’erano l’approvazione del bilancio consuntivo e dei progetti Otto per Mille presentati dagli enti e dalle commissioni. Dopo alcune iniziali comunicazioni della Presidente UCEI Noemi Di Segni su recenti iniziative intraprese la parola è passata all’assessore al Bilancio Davide Romanin Jacur.
Tra i temi della sua relazione introduttiva al voto sul bilancio consuntivo (approvato all’unanimità dal Consiglio) l’impatto di una pandemia che, pur non tecnicamente attribuibile al 2019, ha “letteralmente sconvolto tutti i già fragili equilibri che avevano sotteso la ripresa economica e il presunto benessere delle società occidentali nell’anno trascorso, introducendo con violenza inaspettata problematiche assolutamente reali di povertà e fame, assenza di rapporti sociali e solitudine, annullamento di consuetudini e impossibilità di movimenti, deficienza di preparazione all’emergenza e di strumenti per combatterla, incertezza e paura diffusa”.

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L'INDAGINE SWG

"Esiste un razzismo giustificabile"
Lo pensa un terzo degli italiani

Le proteste negli Stati Uniti dopo l'uccisione di George Floyd hanno riaperto un confronto internazionale sul tema del razzismo. Ogni paese ha i suoi problemi a riguardo e le sue specificità. È però importante guardarsi allo specchio e chiedersi cosa pensiamo noi italiani del nostro paese e di noi stessi: esiste un problema di razzismo in Italia? Riteniamo inammissibile ogni forma di discriminazione o per alcune facciamo un'eccezione? A riguardo vale la pena prendere in mano i dati dell'ultimo radar Swg sulla percezione degli italiani in queste settimane di emergenza sociosanitaria. Nell'ultima indagine, l'istituto triestino ha scelto di fare un approfondimento sul tema del razzismo e i dati che emergono sono inquietanti: più di tre italiani su dieci ritengono determinate forme di razzismo o discriminazione giustificabili (a onor del vero, una dato stabile rispetto alla scorso anno ma che dimostra ancora una volta la falsa speranza che dall'emergenza saremmo usciti tutti migliori). “L'elettorato italiano tende a negare la giustificabilità di qualsiasi forma di razzismo - ha spiegato il direttore di ricerca di Swg Riccardo Grassi nel video pilpul andato in onda ieri sera - il 69% alla nostra domanda 'secondo lei, determinate forme di discriminazione e razzismo (contro alcune etnie, religioni, orientamenti sessuali...) possono essere giustificate?' ha risposto di no. Ma dall'altra parte c'è un 31% che non esclude a priori la possibilità di applicare discriminazioni” verso determinate minoranze.

La domanda che rimane aperta rispetto a quel 30% - che a sua volta è il risultato della somma di chi ritiene giustificabili le discriminazioni “solo in pochi specifici casi” (9%), “dipende dalle situazioni” (16%), “nella maggior parte dei casi (5), sempre (1%) - è quali discriminazioni possano essere giustificate e a chi dovrebbero essere applicate, tenuto conto che sarebbero tutte violazioni dell'articolo 3 della nostra Costituzione.

Daniel Reichel twitter @dreichelmoked

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Annessioni e distorsioni
Lo dico subito. Personalmente considero negativamente il progetto di annessione delle zone della valle del Giordano proposto da Netanyahu e supportato dall’attuale amministrazione statunitense. La stessa opinione pubblica israeliana è divisa su questo tema, e il dibattito si è esteso anche alle comunità della diaspora. Non entrerò tuttavia nello specifico del problema, anche perché non ho modo di influire in nulla sulla dinamica degli eventi. 
Intervengo invece su una modalità di protesta che non condivido, espressione di una vecchia e sbagliata retorica che non conduce ad alcuna concreta e incisiva azione politica poiché si basa su premesse sbagliate e su messaggi antistorici. 
Gadi Luzzatto Voghera
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Korach e le inutili controversie
Questo Shabbat leggeremo la parashà dedicata a uno dei "peggiori nemici" del nostro popolo: Korach. 
Egli era un levita e aveva un incarico molto prestigioso in mezzo al popolo: essere tra i portatori dell'Aron ha berit - l'Arca del Patto.
La sua colpa, che lo annovera fra i "peggiori nemici", è quella di aver creato, attraverso il suo comportamento, gravi contrasti all'interno del popolo.
Rav Alberto Sermoneta
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Difendiamo la storia
In mezzo alle interminabili discussioni sulla riapertura delle scuole, mentre su centinaia di studenti e insegnanti ebrei nelle scuole pubbliche incombe la spada di Damocle delle lezioni di sabato oppure delle lunghe e faticose discussioni e trattative per non averle, in questi giorni è inevitabilmente passata in secondo piano un’altra novità degna di nota che potrebbe rivelarsi piuttosto preoccupante: le linee guida per l’insegnamento dell’educazione civica (in applicazione della legge 92 del 20 agosto 2019).
Anna Segre
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Il virus e le minoranze a rischio
In Brasile il Covid-19 ha minacciato soprattutto i popoli nativi dell’Amazzonia, grazie anche alla deforestazione intrapresa da Jair Bolsonaro e al suo disinteresse nell’affrontare l’emergenza. Non troppo diversamente è accaduto nel resto del continente latino americano, in Ecuador, Colombia e Perù, a causa dell’isolamento, della mancanza di strutture sanitarie adeguate, e di un sistema immunitario più fragile rispetto all’attacco di agenti patogeni esterni, la pandemia ha accentuato come altrove le già esistenti diseguaglianze e discriminazioni istituzionali tra gruppi minoritari. Le organizzazioni indigene dell’Amazzonia hanno indicato che tra queste popolazioni il tasso di mortalità sarebbe più alto del 150%. 
Francesco Moises Bassano
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