Se non leggi correttamente questo messaggio, clicca qui      23 ottobre 2020 - 5 Cheshvan 5781
UN GRANDE INTELLETTUALE E I SUOI GRANDI LIBRI

"Pochi scrittori al livello di Zargani, 
il tempo farà giustizia dei torti"

“Rimasi folgorato da quella lettura. Non riuscii a staccarmi da quel libro. Fui subito convinto che l’autore fosse in uno stato di grazia nel momento in cui lo scrisse. Uscì nel 1995 quando l’Italia riscopriva le memorie delle leggi antiebraiche, dell’antisemitismo fascista, della Shoah. Era diverso da tutti gli altri. Era la storia di un ebreo italiano nel Novecento”. 
Il titolo in questione è Per violino solo. La mia infanzia nell’Aldiqua. 1938-1945. Il primo, straordinario libro di Aldo Zargani. Secondo Alberto Cavaglion, ospite dell’ultima puntata di “Pagine di letteratura”, siamo in presenza di una delle vette della letteratura ebraica contemporanea. Un testo forse un po’ dimenticato, passato in secondo piano rispetto a libri di altri autori assai distanti dal livello qualitativo raggiunto da Zargani in quelle pagine. Il tempo però è galantuomo. E, dice Cavaglion al direttore della redazione giornalistica UCEI Guido Vitale che lo introduce, “saprà fare giustizia”.
Nel suo scritto d’esordio Zargani, mancato negli scorsi giorni all’età di 87 anni, ripercorre la storia della sua famiglia. Di come l’antisemitismo fascista ne segnò le sorti, del padre che perse il lavoro di musicista e delle tante peripezie affrontate per mettersi in salvo dagli aguzzini. Memorie biografiche sofferte, ma anche pagine segnate da un formidabile umorismo. Le parole come arma. Le parole per svelare l'assurdo e il grottesco.   
“Zargani – ha ricostruito Cavaglion nel suo ultimo Ticketless, pubblicato poche ore dopo la scomparsa – è stato il portavoce di un ebraismo umile. Non discendeva da nessuna famiglia che conti, non aveva rapporti con l’establishment. Per violino solo ha dato voce alla rabbia di chi nell’infanzia ha dovuto ricorrere alla zedakàh della peggiore borghesia ebraica: per questo, forse, è stato dimenticato quasi subito. I palati sopraffini e un po’ snob male digerirono la sua livornesità. Non è un granché la zucca barucca che Zargani scelse come metafora del suo scrivere. Si sbagliava, quel suo libro è una Cucurbitacea Benedetta. Assaporarla con il cucchiaino, capitolo dopo capitolo, è una delizia”. 


Dopo l’uscita di Per violino solo, pubblicato dal Mulino, Zargani ha scritto altri due importanti libri: Certe promesse d’amore (1997, sempre con Il Mulino) e il più recente In bilico (noi gli ebrei e anche gli altri) uscito nel 2017 con Marsilio. Il primo, dedicato agli anni post-bellici e alla speranza incarnata anche dal nuovo Stato d’Israele che stava nascendo. Il secondo, in cui porta di nuovo l’attenzione sui temi a lui più cari. Un itinerario narrativo “in bilico”, come suggerisce il titolo, tra commedia e tragedia. 
“Aldo Zargani è un giovane autore di ottantaquattro anni, ma è soprattutto il più divertente scrittore ebreo oggi in circolazione”, sottolineò Marco Belpoliti sull’Espresso in occasione dell’uscita di questo ultimo lavoro.
La sua vita, negli ultimi anni, è stata però segnata anche dalla malinconia. “Il fatto di essere stato superato da altri scrittori non del suo stesso valore ha lasciato un segno”, racconta Cavaglion. Per questo la speranza è che le sua prosa possa essere rivalutata, nel tempo, come “una delle testimonianze più alte” del secondo Novecento ebraico-italiano. Una speranza condivisa dal direttore Vitale, che ha ricordato come Zargani fosse anche “un curioso di giornali” e come, per questa redazione, abbia sempre rappresentato un punto di riferimento. Per i numerosi e sempre stimolanti interventi donati nei suoi anni di collaborazione, ma anche per i consigli dispensati con leggerezza e generosità. “Mi ha molto colpito il dispiacere per la triste notizia tra i componenti più giovani di questa redazione. Una dimostrazione di quanto sia stato importante per tutti noi”, sottolinea Vitale. 



Gli interventi di Aldo Zargani hanno rappresentato uno degli appuntamenti più attesi per i lettori di queste testate. Ne abbiamo raccolti alcuni tra i più significativi in cui ad emergere sono le sue inimitabili capacità di osservatore e narratore a tutto campo (qui il link per scaricarli).
Dal ruolo degli ebrei italiani nella società contemporanea al rapporto con Israele, dalla lotta al pregiudizio al confronto con i nuovi mezzi di comunicazione: Zargani ha scritto di moltissimi argomenti. Tra le questioni che più lo atterrivano c’era la valanga di odio e immondizia quotidianamente riversata sui social network: “Come molti giovanetti della classe 1933, classe di ferro, come si diceva tutti ignudi agli esami di leva all’epoca di quando c’era ancora il servizio militare pop, amo il Web ma rifiuto i Social”, ha raccontato una volta. Dove per "rifiuto", per essere ancora più chiaro, intendeva nel senso più ampio “abbandonare, abdicare, aborrire, bocciare, cestinare, chiudere, contestare, declinare, denegare, disdegnare, escludere, respingere, ricusare, rigettare, rinnegare, ripudiare, scartare, schifare, sconfessare, sgradire”. 
Nelle scorse ore l’Associazione Progetto Memoria ha diffuso questo messaggio: “Pensare e ricordare Aldo è prima di tutto celebrare la sua incomparabile e sottile ironia, che accompagnava ragionamenti lucidi e trancianti e un modo di scrivere coinvolgente e originale”.
Grazie Aldo. Sia il tuo ricordo di benedizione. 

Leggi

SORGENTE DI VITA 

L'ultima testimonianza di Liliana

Si apre con un servizio sull’ultima testimonianza pubblica di Liliana Segre la puntata di Sorgente di Vita in onda su RaiDue domenica 25 ottobre.
Come preannunciato da tempo, la senatrice a vita ha tenuto a Rondine, la “cittadella della pace” vicina ad Arezzo, il suo ultimo intervento rivolto ai giovani.

Leggi

Gerusalemme capitale
“Quando il saggio indica la luna lo stolto guarda il dito”. Un detto popolare che si addice alla paradossale vicenda con risvolti giudiziari che ha visto coinvolta la Rai, due associazioni di solidarietà con i palestinesi, la nuova associazione delle amicizie Italia Israele e l’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane. La storia è semplice e presto detta: durante la trasmissione “L’eredità” viene formulata una domanda a un concorrente che prevede come risposta corretta l’indicazione di Gerusalemme come capitale dello stato d’Israele. Il concorrente indica come capitale Tel Aviv, risposta che il conduttore ritiene, giustamente, sbagliata (ci si consenta il gioco delle parole). Davanti alle rimostranze del concorrente la Rai annulla in seguito la domanda e il conduttore annuncia in una trasmissione successiva che la Rai ha così deciso essendo la questione della capitale d’Israele controversa dato che si tratta di materia giuridicamente dibattuta a livello di diritto internazionale. Due associazioni palestinesi, insoddisfatte, citano allora la Rai in giudizio davanti al Tribunale di Roma pretendendo una dichiarazione pubblica dall’emittente nazionale nella quale si dichiari “che il diritto internazionale non riconosce Gerusalemme come la capitale di Israele”.
 
Gadi Luzzatto Voghera
Leggi
Un sollievo e una responsabilità
La terribile uccisione di Samuel Paty ha sconvolto tutti, e in particolare noi insegnanti, ricordandoci che il nostro mestiere non è così innocuo e insulso come a volte viene rappresentato, ma quando è svolto con serietà può dare davvero molto fastidio a chi non ha piacere che i bambini e i ragazzi imparino a discutere e a ragionare con la propria testa. Impossibile, dunque, non sentire il forte richiamo alle nostre responsabilità. A maggior ragione si sente chiamato in causa chi, come il collega barbaramente assassinato, insegna storia e geografia; e inoltre apprendere che Paty era docente di educazione civica fa ancora più impressione a noi insegnanti italiani che proprio in questi mesi siamo impegnati in lunghi dibattiti e confronti su questa disciplina. 
Anna Segre
Leggi
Le sette leggi noachidi 
Alla fine del “diluvio” D-o stipula un “patto di non belligeranza” con Noè e i suoi figli. In quella occasione ricevono i “Sette precetti dei figli di Noè – le sette leggi noachidi” che sono alla base del comportamento etico all’interno della società umana.
Esse sono considerate l’elemento fondante che regola il rapporto e la vita fra gli esseri umani, nei riguardi di tutto il creato. La pena per la loro trasgressione? Un nuovo diluvio?
 
Rav Alberto Sermoneta
Leggi
Un pesce d'aprile fuori tempo
“Giù le mani dal Monte Bianco”, tuonano i sovranisti nostrani. Tutt’a un tratto ci siamo accorti che la Francia “ci ha rubato” il Monte Bianco invadendo i nostri inviolabili confini. Un’annessione silenziosa avvenuta non con eserciti armati ma a suon di carte geografiche e recenti misure di protezione ambientale. In realtà, la disputa geografica sui confini italo-francesi ha le sue radici nei tempi napoleonici e ancor meglio con il Trattato di Torino del 1860 che sancì la cessione di Nizza e della Savoia alla Francia. 
Francesco Moises Bassano
Leggi
Pagine Ebraiche 24, l'Unione Informa e Bokertov sono pubblicazioni edite dall'Unione delle Comunità Ebraiche Italiane. L'UCEI sviluppa mezzi di comunicazione che incoraggiano la conoscenza e il confronto delle realtà ebraiche. Gli articoli e i commenti pubblicati, a meno che non sia espressamente indicato il contrario, non possono essere intesi come una presa di posizione ufficiale, ma solo come la autonoma espressione delle persone che li firmano e che si sono rese gratuitamente disponibili. Gli utenti che fossero interessati a offrire un proprio contributo possono rivolgersi all'indirizzo comunicazione@ucei.it Avete ricevuto questo messaggio perché avete trasmesso a Ucei l'autorizzazione a comunicare con voi. Se non desiderate ricevere ulteriori comunicazioni o se volete comunicare un nuovo indirizzo e-mail, scrivete a: comunicazione@ucei.it indicando nell'oggetto del messaggio "cancella" o "modifica". © UCEI - Tutti i diritti riservati - I testi possono essere riprodotti solo dopo aver ottenuto l'autorizzazione scritta della Direzione. l'Unione informa - notiziario quotidiano dell'ebraismo italiano - Reg. Tribunale di Roma 199/2009 - direttore responsabile: Guido Vitale.