Se non leggi correttamente questo messaggio, clicca qui     26 Ottobre 2020 - 8 Cheshvan 5781
CULTURA EBRAICA DIFFUSA PER LANCIARE UN MESSAGGIO DI SPERANZA 

Venti lumi per diradare l'oscurità  

 

Venti Chanukkiot della collezione della Fondazione Arte Storia e cultura ebraica di Casale Monferrato e Piemonte Orientale stanno trovando in queste ore una temporanea collocazione in alcuni luoghi simbolo della città di Padova. Ci resteranno fino al prossimo 18 gennaio.
Da Palazzo della Ragione a Palazzo Moroni, dall’Università al Museo Diocesano al chiostro della Basilica del Santo. Cultura diffusa con perno il Museo della Padova Ebraica, dove è allestito il maggior numero di lumi.


Un’iniziativa fortemente voluta dalla Comunità ebraica locale per rinsaldare il legame con la città e per lanciare un messaggio di luce. “Una bella sfida, in questo periodo così complesso” sottolinea la curatrice del progetto, la vicepresidente della Comunità ebraica padovana Gina Cavalieri.
Sarà proprio lei, nel corso di una conferenza stampa che si terrà domattina, a presentare la mostra insieme al rabbino capo rav Adolfo Locci, all’assessore comunale alla Cultura Andrea Colasio e a Daria Carmi, junior curator della Fondazione Arte, Storia, Cultura ebraica di Casale Monferrato e Piemonte Orientale Onlus.

IL NUOVO DECRETO E IL MONDO DELLA CULTURA

"Chiusura di cinema e teatri un atto ingiusto,
ma attenzione alle reazioni scomposte" 

“La chiusura di teatri e cinema? Un errore grosso come una casa”.
Enrico Fink è artista a tutto campo, impegnato da anni nella divulgazione della cultura, della tradizione e della musica ebraica.
“Capirei questo provvedimento – afferma – se fosse inserito in una logica di lockdown totale. Ma così no, non è giustificato dai fatti. Si va a massacrare un sistema che aveva reinvestito risorse con un lavoro certosino su spazi sia grandi che piccoli. Distanziamento sociale, mascherine, tutta una serie di interventi mirati per favorire la massima sicurezza: non sono certo questi i luoghi del contagio. Una botta durissima, per chi campa di questo mestiere”.
L’agenda di Fink, fino a poco tempo fa, era ricca di appuntamenti oltreconfine. Tutto è però inevitabilmente saltato o, nel migliore dei casi, è stato rinviato a un futuro comunque incerto. L’Italia restava quindi l’unico sbocco, dopo la timida ripartenza degli scorsi mesi. “Un’estate diversa dal solito, ma qualcosa siamo comunque riusciti a farlo. Soprattutto in Toscana. A Firenze ad esempio abbiamo organizzato un Balagan Cafè, in massima sicurezza, per tutto il mese di agosto. Ma davvero tutti, a ogni livello, hanno lavorato per rimettersi in moto. Un grande sforzo, ora ingiustamente penalizzato”. 

IL NUOVO DECRETO E IL MONDO DELLA CULTURA / 2

"Governo costretto a decisioni scomode,
noi concentrati nel rispettarle"

“Sono qui nel mio ufficio con il mio personale che cerchiamo di capire cosa costruire online, non ho il tempo né il desiderio di occuparmi dei massimi sistemi. Dobbiamo lavorare, ognuno a suo modo”.
L’attenzione di Elena Loewenthal, direttrice del Circolo dei Lettori di Torino, è concentrata sul presente. L’impegno è quello di dare seguito alle direttive nel nuovo Dpcm e alle stesso tempo mantenere l’offerta culturale di uno dei punti di riferimento della città piemontese. “Stiamo analizzando attentamente il Dpcm. Siamo dentro una pandemia, purtroppo il governo ha dovuto prendere delle decisioni molto scomode per molti, in particolare per noi che lavoriamo nella cultura, però non è mio compito giudicare. Noi ora - dice Loewenthal - dobbiamo capire bene come osservare le nuove norme". 

AL VOTO CIRCA UN TERZO DEGLI ELETTORI 

Comunità ebraica di Firenze, eletto il nuovo Consiglio

Una percentuale di votanti del 31,8% degli aventi diritto (tra voti in presenza e per corrispondenza) ha caratterizzato le elezioni per il rinnovo del Consiglio della Comunità ebraica di Firenze svoltesi ieri.
In ordine di preferenze ricevute risultano eletti Enrico Fink, Brett Lalonde, Barbara Giannozzi, David Liscia, Lamberto Corcos Piperno, Silvia Guetta, Daniele Coen, David Palterer e Giorgio De Polo. Il presidente sarà nominato nel corso della prima seduta del Consiglio, prevista per la serata di giovedì 29 ottobre.

LA CONFERENZA DI OR E PITIGLIANI

Trump o Biden, due visioni d'America a confronto

Tra poco più di una settimana gli Stati Uniti eleggeranno il loro 46esimo presidente.
Una serata organizzata dall’associazione Or e dal Centro Ebraico Il Pitigliani ha cercato di mettere a fuoco i principali temi che animano questo ultimo scorcio di campagna elettorale, ma anche di immaginare l’America di domani se a prevalere sarà il presidente uscente Donald Trump o al contrario il suo sfidante Joe Biden. 

L'odio del tempo
Lo riprende ieri Bidussa, riprendendo un’intervista a Delphine Horvilleur: “I fondamentalisti sono cronofobi, detestano l’idea che le religioni possano essersi evolute”. È vero, l’odio del tempo, della contestualizzazione nel tempo e di conseguenza del cambiamento a seconda del tempo, della storia, pervade il fondamentalismo di oggi, il fondamentalismo islamico, come ha pervaso in passato altre religioni. 
Anna Foa
Oltremare - Pulizie d'autunno
Dall’inizio della pandemia continuo a domandarmi che fine fanno tutte le mascherine azzurre, quelle che si dovrebbero usare per poche ore e poi cambiare, e tutti i guanti di lattice che per fortuna passati i primi mesi di delirio si è capito presto che non servono a nulla e anzi, aumentano le probabilità di toccare tutto e tutti e propagare il virus. La risposta è ovvia, comunque, quale che ne sia la quantità utilizzata, finirà in buona parte in mare.
 
Daniela Fubini
Controvento - Un minuto di genio
Anche in lockdown si possono produrre capolavori cinematografici. È il caso di “Centrifugal”, un corto, anzi un cortissimo, realizzato da un giovane studente di cinematografia indiano, Adithya Patel. Dura un minuto, sì, sessanta secondi, ma c’è dentro la vita di milioni di donne indiane (e non solo indiane). È la testimonianza commovente del conflitto tra l’aspirazione centrifuga femminile e la realtà centripeta delle società patriarcali.
 
Viviana Kasam
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