Oltremare – Pulizie d’autunno
Dall’inizio della pandemia continuo a domandarmi che fine fanno tutte le mascherine azzurre, quelle che si dovrebbero usare per poche ore e poi cambiare, e tutti i guanti di lattice che per fortuna passati i primi mesi di delirio si è capito presto che non servono a nulla e anzi, aumentano le probabilità di toccare tutto e tutti e propagare il virus. La risposta è ovvia, comunque, quale che ne sia la quantità utilizzata, finirà in buona parte in mare. Basta fare una breve passeggiata in riva a qualunque spiaggia israeliana, per vedere che le mascherine monouso si sono aggiunte alla mostruosa montagna di rifiuti che i nostri cittadini – luce sulle nazioni, prescelti evidentemente troppo tempo fa e non per motivi strettamente ecologici – rovesciano sulla battigia e di lì in mare. Quindi è un’ottima cosa che anche se solo per un giorno centomila volontari almeno marceranno venerdì 30 ottobre su tutte le spiagge del paese da Rosh Hanikra ad Ashkelon, ed a Eilat e sul lago di Tiberiade (che in ebraico si chiama mare e quindi è usato ed abusato come le spiagge sul Mediterraneo) armati di sacchi della spazzatura e di moltissima buona volontà.
Ora, è chiaro che anche organizzando una squadra di pulizia di questa portata una volta al mese non si farebbe molto, se poi durante tutti gli altri giorni dell’anno il resto del paese continua a portare sporcizia e a lasciarla sulla sabbia alla fine della giornata. E infatti, tutta l’operazione ha in realtà un fine un minimo più duraturo, e cioè quello di sostenere tre iniziative che davvero possono cambiare le cose in meglio. Prima di tutto, l’istituzione di parchi nazionali marini lungo la costa, per salvaguardare – almeno a macchie – flora e fauna sia a terra che in mare. E poi il divieto di far entrare plastica sotto qualunque forma nelle spiagge, assicurando inoltre che questa regola nuova e rivoluzionaria venga anche fatta rispettare dalle forze dell’ordine. Multe salate e confisca, per capirsi.
Chi non ha mai visto almeno una volta una singola famiglia di 10 o 15 persone banchettare sulla spiaggia utilizzando esclusivamente piatti, posate, bicchieri, contenitori e bottiglie di plastica, lasciando poi necessariamente almeno la parte volata via nella brezza e discesa direttamente in acqua, non può capire di quanto questo semplice divieto potrebbe far scendere il numero di tonnellate di plastica che inquina il nostro mare. E siccome quando la pandemia finirà ritorneranno anche i turisti, e le città di mare israeliane dovranno di nuovo dimostrare di possedere spiagge di una bellezza e purezza unica per essere competitive almeno nel Mediterraneo, speriamo davvero che queste pulizie d’autunno siano seguite dalle leggi necessarie e francamente ovvie che oggi ancora mancano.
Daniela Fubini
(26 ottobre 2020)