L'INCONTRO TRA IL PREMIER E L'ECONOMISTA EBREO FUGGITO DOPO IL '38

"Vorrei studiare con lei": il dialogo con Modigliani che cambiò la vita a Mario Draghi

“Roma, estate 1971. Fa un caldo opprimente a Palazzo Koch, sede della Banca d’Italia. Nel suo studio il Governatore Guido Carli sta ricevendo Franco Modigliani, futuro premio Nobel e già allora l’economista più influente in Italia dal suo osservatorio al Massachusetts Institute of Technology. Fuori dalla porta un giovane laureato della Sapienza parlotta con lo staff del Governatore. È Mario Draghi: vuole parlare con Modigliani, che non ha mai incontrato prima. Il personale della Banca d’Italia prova a dissuaderlo, ma Draghi abborda il professore di Boston all’uscita dello studio di Carli; e senza giri di parole gli chiede di ammetterlo ai corsi di dottorato del Mit”. 
Lo raccontava, qualche tempo fa, Federico Fubini sul Corriere della sera. Un incontro determinante per la vita, la formazione e la carriera del neo Presidente del Consiglio. 
Una svolta merito della sua insistenza. Ma anche dell’apertura di Modigliani, che sfida burocrazia e convenzioni per alimentare il sogno di quel giovane economista. Ci sono infatti almeno un paio di problemi non irrilevanti da superare. La scadenza per l’iscrizione già oltrepassata. E l’assenza di una borsa di studio valida per quello scopo. “Non hai nessuna speranza”, gli dice Modigliani. “Nessuna, a meno che non riusciamo a cambiare la stupida legge”. E cioè quella che impedisce l’utilizzo di borse di studio italiane all’estero. Lo scoglio viene superato. E così Draghi inizia a studiare al Mit.
Draghi, quel giorno, ha poco più dell’età che Modigliani aveva quando fu costretto a lasciare l’Italia per effetto della promulgazione delle leggi razziste. Prima con destinazione Parigi. E poi New York, dove proseguì gli studi di economia interrotti a Roma alla New York School of Social Sciences. Per mantenersi, in quei primi anni di precarietà, fece anche il venditore di libri porta a porta. 
 

Arriva poi la possibilità dell’insegnamento universitario: prima presso il New Jersey College e poi all’Università dell’Illinois. Dal 1962 Modigliani diventa professore di economia e finanza presso il Massachusetts Institute of Technology (dove resterà, punto di riferimento per molte generazioni di studenti, fino alla morte). Nell’85, a coronamento di una carriera straordinaria, la vittoria del Nobel per i suoi studi pionieristici sul risparmio e i mercati finanziari. L’unico Nobel finora vinto da un italiano in questa disciplina.
Modigliani è stato un grande maestro di Economia. Ma anche, come dimostra questo lontano incontro romano, un uomo capace di rompere gli schemi per le cause in cui credeva. 

(Nell'immagine in alto il giuramento di Mario Draghi al Quirinale, in basso la consegna del Nobel per l'Economia a Franco Modigliani)

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PRIMO EMISSARIO DI CHABAD IN ITALIA 

Rav Gershon Mendel Garelik (1932-2021)

Rav Gershon Mendel Garelik era arrivato a Milano nel 1958, accompagnato dalla moglie Bessie da poco sposata. Neanche venti anni anni lei, ventisei lui. L’incarico era arrivato direttamente dal Rebbe di Lubavitch, Menachem Mendel Schneerson.
“Chabad ha sempre mandato in giro degli inviati, sin dai tempi in cui si trovava ancora in Russia. Ma negli anni ’50, con il nuovo rebbe, divenne un vero e proprio pilastro. ‘Ufaratza’ è scritto, ‘ti diffonderai’. Così arrivammo qui, la stessa settimana in cui avrei compiuto vent’anni” raccontava la rebbetzin a Pagine Ebraiche, ripercorrendo alcuni anni fa la storia della presenza del movimento Chabad nel capoluogo lombardo. Un presidio di cui il rav Garelik, che di Chabad è stato il primo emissario in Italia, è stato un pilastro. Prima come rabbino della sinagoga ashkenazita Ohel Ya’akov e poi come fondatore della scuola del Merkos, realtà educativa che è ancora un punto di riferimento per molti. Numerose le iniziative di cui è stato anima e promotore.
Milo Hasbani, il presidente della Comunità ebraica cittadina, lo ricorda con gratitudine e commozione: “Rav Garelik era una persona saggia, con uno sguardo profondo e autorevole. Aveva una parola giusta e un incoraggiamento per tutti quanti. Sia il suo ricordo di benedizione”.
Chabad Italia sottolinea: “Rav Garelik ha guidato per oltre 60 anni Chabad in Italia, dando l’esempio di un Chassid totalmente devoto al Rebbe”.

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VICINANZA DA MACRON E DAL MINISTRO DELL'INTERNO

L'aggressione ad Halter: "Volevano avvertirmi"

Profonda inquietudine in Francia per l'aggressione subita nella propria abitazione, la scorsa notte, dal noto intellettuale ebreo Marek Halter. "Volevano spaventarmi, avvertirmi" ha raccontato lo scrittore, denunciando l'irruzione nel suo appartamento di due uomini con il passamontagna. 
Molte le manifestazioni di solidarietà. Tra cui quella del Presidente francese Emmanuel Macron, che ha telefonato ad Halter. Anche il ministro dell'Interno si è unito. "Questo - il successivo commento di Halter - mi ha dato la sensazione che è bello vivere una democrazia, in cui lo Stato si occupa dei diritti dei suoi cittadini".

Il vero e il certo
Nell’ultima settimana agli storici è stato chiesto di raccontare il “vero”.
Forse non è fuori luogo ricordare che il principio su cui si tiene la ricerca storica è la definizione del “certo”, più che la affermazione del “vero”. Laddove definire il “certo” include, per esempio, verificare, controllare e dissolvere la forza delle “false notizie”, una merce di cui siamo particolarmente carichi.
In ogni caso sono i catechismi che affermano il “vero”.
                                                                          David Bidussa
La clava
Come si misura una regressione della discussione pubblica rispetto a molte questioni, a partire dalle ragioni del mutamento collettivo che stiamo vivendo anche a causa della pandemia-sindemia, così si verifica, in una sorta di immediato effetto di specularità, l’esacerbarsi e il cristallizzarsi di contro-reazioni basate sul rigetto di qualsiasi forma di risposta razionale e meditata. 
Claudio Vercelli
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