Se non leggi correttamente questo messaggio, clicca qui     18 Giugno 2021 - 8 Tamuz 5781
LA CERIMONIA PER IL CONFERIMENTO DELLA CITTADINANZA ONORARIA

Assisi abbraccia i Testimoni della Shoah:
“Siete la nostra luce, il nostro faro”

Il genovese Gilberto Salmoni, 93 anni, ricorda i mesi terribili di Buchenwald: “Un campo di cui si parla poco”. La fiumana Tatiana Bucci, che di anni ne ha 83, dedica un pensiero al cuginetto Sergio De Simone, che fu con lei e sua sorella Andra ad Auschwitz e venne poi ucciso nei sotterranei della scuola amburghese di Bullenhuser Damm. Gilberto e Tatiana: tra le loro mani, a nome di tutti i Testimoni della Shoah, la cittadinanza onoraria per la pace conferita dal Comune di Assisi agli ultimi sopravvissuti in vita come riconoscimento per il contributo offerto “per coltivare la fraternità, per costruire un futuro fatto di collaborazione e difesa dei più deboli, per crescere nel bene reciproco, per dissodare il terreno su cui cresce l’odio, seminandovi pace, per rendere il nostro Paese un luogo migliore”. Una iniziativa unica nel suo genere, adottata all’unanimità dal Consiglio comunale e che è stata la premessa a un evento carico di emozioni e significato, organizzato dall’amministrazione cittadina insieme al Museo della Memoria della diocesi locale e all’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane. 
“Questa giornata è il frutto della visione di una città speciale”, ha esordito la sindaca di Assisi Stefania Proietti. “Una città messaggio che vuol cancellare l’odio dal mondo”. Determinante in questo senso l’impegno dei Testimoni: “Ci donate la forza di avere coraggio. Siete un esempio, un faro. Per Assisi e per il mondo intero”. 
Il vescovo Domenico Sorrentino torna ai tempi della guerra, ricordando il rispetto che vi fu nei confronti dell’identità religiosa di tutti gli ebrei nascosti. Senza alcun tentativo, in quella vasta azione di soccorso che portò alla messa in sicurezza di centinaia di persone, di “violenza della libertà”. Un vero abbraccio. “L’abbraccio – ha detto – di quando si è fratelli”. 

A tutti i Testimoni, sia quelli presenti, sia quelli collegati a distanza, è andato anche “l’abbraccio immenso” della presidente UCEI Noemi Di Segni. “Siete un esempio – le sue parole – su cosa vuol dire fare Memoria, su come si deve ricordare”. Un impegno quanto mai attuale: “L’antisemitismo si ripresenta oggi in forme nuove, in modi subdoli. Quello di Assisi è un gesto importante. La Memoria è un atto di responsabilità collettiva”. 
Donatella Tesei, governatrice della Regione Umbria, parla di “occasione importante, che deve aiutarci a mantenere sempre viva la Memoria”. E questo perché, osserva, c’è un gran bisogno “di esempi che ci portino verso la convivenza pacifica: un valore cui non possiamo rinunciare”.
Fare Memoria – ha poi sottolineato Andrea Riccardi, il fondatore della Comunità di Sant’Egidio – non è solo ricordare delle storie, “ma proiettarsi in avanti in modo rinnovato”. Contro l’odio che ritorna sono infatti necessari sia “fratellanza” che vigilanza”.
A portare il saluto dell’ambasciata israeliana il Consigliere Ariel Berkovich: “Oggi sono qui per dire grazie alla città di Assisi, che è stata una luce in anni bui”. Annette Walter, capo ufficio culturale dell’ambasciata tedesca, rileva: “Bisogna far nostro quell’orrore. Come se fosse successo a noi, ai nostri genitori e figli. Possiamo farlo attraverso i Testimoni. Dobbiamo ascoltare il loro monito”. 

Marina Rosati, giornalista e anima del Museo della Memoria, legge i messaggi inviati dai Testimoni che non hanno potuto essere presenti: Goti Bauer, Edith Bruck, Virginia e Lea Gattegno, Sami Modiano, Liliana Segre, Diamantina Vivante. Andra Bucci, la sorella di Tati, è collegata dagli Usa. In sala la commozione è palpabile. 
“Ho sempre pensato che se fosse rimasto anche solo un seme di quanto raccontato a migliaia di giovani ne sarebbe valsa la pena”, scrive Bauer. Bruck pensa al marito Nelo Risi: “Se fosse ancora con me sarebbe orgoglioso di sapermi cittadina di una città che forse mi avrebbe salvato la vita”. Donatella Cipolato, a nome delle sorelle Gattegno, esprime un auspicio: “Ci auguriamo che questo riconoscimento dia un ulteriore contributo per rafforzare lo scudo contro l’antisemitismo e ogni forma ed espressione di razzismo ed esclusione”. Modiano fa sapere alla sindaca Proietti: “Sono convinto, credo fermamente, che fino a che ci saranno iniziative come le sue, il nostro sacrificio non sarà stato inutile”. Da oggi – il messaggio di Segre, con un pensiero alla vocazione e storia tutta particolare del Comune umbro – “Assisi sarà ancora di più la città di noi tutti”. Alessandro Salonichio, a nome della madre Diamantina, ricorda come nonostante il dolore non abbia mai smesso “di raccontare al prossimo”. Un impegno incessante, il suo come quello di tutti i Testimoni, contro “ogni revisionismo storico”. 

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LA CONFERMA PER IL TERZO MANDATO DA PRESIDENTE

Livorno ebraica, Vittorio Mosseri alla guida
“Premiato il lavoro di questi anni”

Terzo mandato alla guida degli ebrei livornesi per Vittorio Mosseri, 67 anni, dirigente di una multinazionale in ambito sanitario e presidente della Comunità di Livorno dal giugno del 2012. La nomina è stata ratificata dal nuovo Consiglio comunitario, eletto in occasione del voto dello scorso 6 giugno e riunitosi ieri sera per la prima volta. Oltre a quella del presidente sono state assegnate le altre cariche e mansioni: il vicepresidente sarà Gianfranco Giachetti, con delega al Patrimonio; di Cultura si occuperà l’assessore Guido Servi. Ugo Cremisi avrà responsabilità sul Bilancio, Gadi Polacco sul Sociale.
La terza chiamata alla presidenza costituisce, per Mosseri, “una conferma del lavoro svolto finora, sia sul fronte interno che nel rapporto con la città”. Mosseri, che è anche Consigliere dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane, cita a titolo di esempio l’azione di risanamento svolta sul Bilancio ma anche la scelta del nuovo rabbino capo nella figura di rav Avraham Dayan, subentrato nel 2019 a rav Yair Didi. “Una scelta azzeccata – sottolinea – visto l’impulso che ha dato al Talmud Torah e alle attività per i più giovani”. Uno degli obiettivi del nuovo mandato si rivolge proprio a loro: riattivare, per un paio di giorni alla settimana, un asilo ebraico. “I numeri sono piccoli, ma il significato di questa iniziativa sarebbe enorme”, dice Mosseri. Già quest’estate ci saranno nuove opportunità di aggregazione. Ad esempio attraverso un centro estivo in funzione tutto luglio e agosto.
“La nostra è una Comunità tra le meno giovani d’Italia. Ma non possiamo sottrarci dal compito di tenere accesa una fiammella. Di provare a dare vita, continuità, prospettiva. Una sfida decisiva per il futuro”, spiega Mosseri. Un futuro che avrà, anche nel sociale, uno dei campi d’azione privilegiati: “Siamo piccoli, ma decisamente attivi. Andremo avanti su questa strada, cercando di offrire il miglior servizio possibile”. 

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SORGENTE DI VITA

Israele e il governo delle larghe intese

Si apre con un servizio sullo scenario politico in Israele dopo il varo del nuovo governo, la puntata di Sorgente di Vita in onda su Rai Due domenica 20 giugno.
Primo esecutivo senza Benjamin Netanyahu, il premier più longevo della storia di Israele, alla guida del Paese per dodici anni, il nuovo governo è sostenuto da una variegata e strettissima maggioranza, sostenuta anche da un partito arabo e guidata da una staffetta di primi ministri: Naftali Bennett della destra nazional religiosa, attuale premier, che nel 2023 cederà il testimone a Yair Lapid, leader centrista. . 

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Ludwig Pollak e gli ebrei di Roma
Di fronte alle notizie terribili e angoscianti provenienti dalla Germania dopo l’ascesa di Hitler al potere, Ludwig Pollak, con estremo atto di resilienza annotava nei suoi diari: “Una nazione che conta 5693 anni sopravvivrà anche a Hitler". Otto mesi dopo, commentando una biografia di Alfred Mond di Hector Bolitho, aggiunse: “Il ritorno di Melchett al sionismo è commovente. Un libro che rafforza e illumina in questi tempi tristi”.
David Meghnagi
Le carte false di Aldo Veldotti
Si chiamava Aldo Veldotti. Un uomo comune, si direbbe. Sfortunato. Era impiegato del comune di Padova nel 1943 e decise di sottrarre alcune carte d’identità in bianco, consegnandole alla rete di solidarietà organizzata da padre Placido Cortese (in seguito arrestato dalla Gestapo, torturato a Trieste e ucciso). Un gesto semplice e pericoloso. Lo scoprirono, lo licenziarono. Quei documenti, divenuti carte false, salvarono molte vite umane disegnando identità alternative. Grazie a gesti come questo tanti ebrei riuscirono a sopravvivere alle persecuzioni, a sfuggire alla deportazione.
Gadi Luzzatto Voghera
Unità di popolo
“E videro il popolo che Aharon era morto e piansero Aharon trenta giorni, tutta la casa di Israele” (Bemidbàr 20;29).
Nel trattato talmudico di ta’anit 9a, troviamo:
Disse Rabby Abahu: non leggere “vairù – e videro” ma “vaireù – e temettero”.
Si racconta nel midrash che con la morte di Aharon si allontanò la nube divina che li aveva accompagnati per tutto il viaggio nel deserto. Il popolo, accorgendosi di ciò, ebbe paura che il Signore li avesse abbandonati definitivamente.
Rav Alberto Sermoneta
Regole disinnescate
“Il motivo per cui la carne di maiale sia proibita dalla legge ebraica è tuttora poco chiaro e alcuni studiosi ritengono che la Torah suggerisca semplicemente di non mangiarla in taluni ristoranti.” Ovviamente nessuno prenderebbe sul serio questa frase che Woody Allen pone a conclusione di uno dei suoi “Racconti hassidici, con guida alla loro interpretazione scritti dal noto studioso” in Saperla lunga (Getting Even). La troviamo divertente e paradossale perché sappiamo bene che nel campo della kasherut l’halakhah è andata nella direzione opposta e ha dilatato le regole rispetto alla lettera della Torah. 
Anna Segre
Israele e la Diapsora
“Rabbì Yehuda non ha mai preteso che le accademie babilonesi rimpiazzassero quelle della Giudea, ma al contrario ne servissero da eco e prolungamento. Così come Yavne non aspira a usurpare il posto e il ruolo di Gerusalemme, Nehardea non sostituisce Tsiporis o Tiberiade. La storia ebraica è un cerchio concentrico: si gira in tondo, sperando di toccare il centro che, invece, è sempre stabile; vicino all’Eterno, questo centro è anch’esso eterno. Per dirla in altri termini: un ebreo, per realizzarsi, deve vivere in simbiosi con il suo popolo, il suo percorso individuale deve seguire quello della comunità. Muoversi contro può essere stimolante ma pericoloso. Attenzione è permesso nuotare contro corrente, ma non fare opposizione. Sura e Pumbedita restano nella nostra storia perché non hanno mai voluto operare contro Gerusalemme”.
Francesco Moises Bassano
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