Se non leggi correttamente questo messaggio, clicca qui       28 Giugno 2021 - 18 Tamuz 5781
L'INCONTRO A ROMA E IL VIAGGIO DEL PRESIDENTE RIVLIN A WASHINGTON

Lapid a Blinken: “Fatti errori in passato
A Israele serve sostegno bi-partisan”

“Il segretario Blinken ed io rappresentiamo nuove amministrazioni, la sua ha pochi mesi, la mia solo poche settimane. Ma rappresentiamo anche una lunga e forte tradizione di stretta amicizia e cooperazione. Non c'è relazione più importante per Israele degli Stati Uniti d'America. Non c'è amico più fedele agli Stati Uniti di Israele. Negli ultimi anni sono stati commessi degli errori. La posizione bi-partisan di Israele è stata ferita. Rimedieremo insieme a questi errori”. È la promessa fatta dal ministro degli Esteri d'Israele Yair Lapid al segretario di Stato Usa Antony Blinken nel loro primo faccia a faccia, tenutosi in queste ore a Roma. Lapid è infatti volato nella capitale italiana per incontrare brevemente il capo della diplomazia Usa. Sul tavolo alcuni temi fondamentali, tra cui l'intesa sul nucleare iraniano, il cessate il fuoco con Hamas a Gaza, il rapporto con i palestinesi. Ma soprattutto, l'impegno comune ad evitare d'ora in avanti scontri frontali, anche su temi su cui le divergenze sono forti. “Avremo dei disaccordi, ma non riguarderanno l'essenza, ma il come arrivarci. Vogliamo le stesse cose; a volte non siamo d'accordo su come raggiungerle. - ha dichiarato Lapid - Israele ha delle serie riserve sull'accordo nucleare iraniano che si sta mettendo insieme a Vienna. Crediamo che il modo di discutere questi disaccordi sia attraverso conversazioni dirette e professionali, non in conferenze stampa”. Per il suo nuovo corso Lapid vuole dunque puntare a un dialogo con gli americani dietro le quinte, fuori dal clamore dei media. A partire da questa missione romana, la prima all'estero da quando è diventato capo della diplomazia israeliana nel nuovo governo formato assieme al Premier Naftali Bennett. “Nei giorni scorsi, - ha evidenziato Lapid - ho parlato con una serie di leader americani, sia democratici che repubblicani. Ho ricordato a tutti loro che Israele condivide i valori più fondamentali dell'America - libertà, democrazia, libero mercato, ricerca costante della pace”. Un concetto ribadito dal Presidente d'Israele Reuven Rivlin, protagonista della sua ultima missione negli Stati Uniti. In queste ore infatti Rivlin incontrerà il presidente Usa Joe Biden. E lo farà a poche settimane dalla scadenza del suo mandato.

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IL MONDO EBRAICO E LA MOBILITAZIONE DOPO IL CROLLO DELLA PALAZZINA NEGLI USA

"Miami, solidarietà per rispondere alla tragedia"

Proseguono senza sosta le attività di soccorso e sgombero delle macerie del palazzo di dodici piani crollato parzialmente giovedì scorso a Surfside, vicino a Miami Beach, negli Stati Uniti. Tra le squadre al lavoro, anche un team di soccorso inviato da Israele. I dispersi sono ancora moltissimi, 156. I morti accertati sono invece saliti a nove. Ma si teme che di ora in ora il bilancio peggiori. Il palazzo fa parte di un complesso residenziale che si chiama Champlain Towers ed è raccontato dai media americani come una realtà simbolo della multiculturalità della città. “Lo spagnolo e l'inglese - con accenti identificabili dall'Argentina all'Australia - erano le lingue franche degli ascensori. Ma si sentiva l'ebraico e il russo e altre lingue in quella torre di Babele che erano le Champlain Towers”, racconta ad esempio il Washington Post. Molte delle persone disperse, riportano i quotidiani, appartenevano alla realtà ebraica di Miami. Una realtà, scrive il sito di informazione ebraica Forward, che ha risposto alla tragedia costruendo una grande rete di sostegno: “donazioni di denaro e di cibo casher e di così tanti vestiti, biancheria da letto e altre provviste che hanno sopraffatto le sinagoghe che le accettavano. Ci sono consulenti volontari per la salute mentale, rabbini, una squadra di soccorso ebraica per i disastri”. Una grande mobilitazione per non lasciare sole le tante famiglie colpite dal disastro, le cui cause non sono ancora chiare. Alcuni ingegneri ed esperti hanno fatto qualche ipotesi legata soprattutto al livello di corrosione e deterioramento dell’edificio a causa del sale dell’oceano, che può penetrare nelle strutture e iniziare ad arrugginire i componenti in acciaio. Ma serviranno ulteriori approfondimenti. Intanto l'attenzione è sul ritrovare i dispersi.

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QUI FERRARA - IL MUSEO E LA NUOVA OFFERTA ONLINE

Meis, un nuovo sito a misura di visitatore

Un sito web completamente rinnovato che fornisce al pubblico nuovi strumenti per scoprire il Museo Nazionale dell'Ebraismo Italiano e della Shoah di Ferrara. Da queste ore, il Meis ha lanciato online una nuova versione del proprio sito, curato dall'agenzia Imille. Un intervento che, spiega il direttore del Meis Amedeo Spagnoletto, "si inserisce in un discorso più ampio di rinnovamento degli spazi del Museo. Il sito si arricchisce di nuovi contenuti tutti da scoprire che con il tempo diventeranno sempre più vari e numerosi. Il filo conduttore è quello di rendere ancora più accoglienti le nostre strutture, fisiche e digitali, per evidenziare con forza maggiore la nostra volontà di aprirci al dialogo con tutti. Questa è da sempre la missione del Meis, che si propone come un centro polivalente per raccontare ai visitatori oltre 2.000 anni di storia degli ebrei in Italia".

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QUI CASALE MONFERRATO

Ritratti da Nobel in mostra

C’è Albert Einstein naturalmente, ma anche Nadine Gordimer (letteratura 1991) Marshall Niremberg (Chimica 1968), Nelly Sachs (letteratura 1966), François Jacob (medicina 1965), Ben Benjamin Mottelson (fisica 1965), Hans Krebs (medicina 1953), Henri Moissan (fisica 1906) Gertrude Elion (medicina 1988), Donald Glaser (fisica 1960), Aaron Klug (fisica 1960) e poi tantissimi altri: 91 in totale. Sono i protagonisti del progetto dell'artista Omar Ronda, "Nobel Prize Frozen”, una serie di ritratti dedicati ai tantissimi premi Nobel di famiglia ebraica che si sono succeduti dalla prima edizione del premio nel 1901 a oggi. Un progetto al centro della mostra esposta presso la Comunità ebraica di Casale Monferrato.

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Il miglior sindaco di Roma
A Roma ci si avvicina alle elezioni comunali e riemerge, in un nuovo libro di Fabio Martini, la figura di Ernesto Nathan, sindaco di Roma dal 1907 al 1913, considerato il miglior sindaco della città. A lui, in occasione del centenario della morte, avvenuta nel 1921, sono state recentemente dedicate numerose iniziative, convegni e pubblicazioni, coordinate da Marisa Trythall che dirige il Progetto Nathan. 
Nathan era ebreo, era nato in Inghilterra, era massone e mazziniano. Sua madre, Sara Nathan, fu una delle figure femminili più interessanti e luminose dell'Ottocento italiano. Nel fascismo, Nathan fu dimenticato, censurato, obliato.
Anna Foa
Oltremare - Le madeleine 
Da sempre, i siti o blog e adesso i gruppi Facebook degli italiani all’estero – non importa quale estero – sono stracolmi di informazioni su dove trovare cibarie italiane e a quale prezzo. Figuriamoci adesso, che da un anno e mezzo il corona ci impedisce non solo di salire comodamente su aerei ormai a buon prezzo e andare a trovare famiglia e amici in Italia con la semplicità di una volta, ma anche, come conseguenza, di stipare nelle valige al ritorno ogni possibile genere di conforto culinario che si possa trasportare. Perciò, passati i mesi in cui qui in Israele a malapena arrivavano anche le navi, oggi i biscotti per la colazione i formaggi e tutte le altre bontà sono reperibili a condizione di sapere dove, e i gruppi Facebook degli italiani sono un luogo prezioso per trovare queste informazioni.
Daniela Fubini
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Controvento - Animali e sindemia
Mi sono spesso chiesta - in realtà quasi tutti i giorni - come sarei riuscita a superare un anno e mezzo di sindemia (uso il termine sindemia, come suggeriscono oggi gli esperti, perché la malattia riguarda l’equilibrio sanitario globale degli individui e della popolazione non solo negli aspetti medici ma anche economici, sociali, psicologici) se poco prima della prima esplosione del Covid non fossi stata adottata da Cicèk, randagia ma aristocratica gattina color sabbia, e, quando si preannunciava la seconda ondata, non fosse entrato a far parte della famiglia Argo, un vivacissimo e giocoso maltipoo (detto il maltìpo per la sua birbanteria).
Viviana Kasam
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Storie di Libia - Miriam Haiun
Miriam Haiun, nata a Tripoli, ebrea di Libia. La sua famiglia si era trasferita negli anni ’50 a Tripoli. Il padre aveva un grande magazzino dove era possibile trovare di tutto: dal cibo di importazione all’abbigliamento. Tornarono in Italia, a Milano, nel 1962, dove risiedevano alcune famiglie di amici, quando lei aveva solo sette anni, quindi alcuni anni prima dei pogrom. I ricordi di Miriam sono legati ai racconti delle sorelle e di alcuni zii scappati da Tripoli nel 1967.
David Gerbi
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