Se non leggi correttamente questo messaggio, clicca qui              2 Dicembre 2021 - 28 Kislev 5782
LILIANA SEGRE A PAGINE EBRAICHE

“Scarcerazione di Zaki splendida notizia,
sarò felice di incontrarlo”

“Se ha espresso questo desiderio e io sarò in forze, sarò molto felice di incontrarlo. La sua liberazione è una notizia stupenda”. Parlando a Pagine Ebraiche, la senatrice a vita Liliana Segre risponde con affetto alla richiesta di Patrick Zaki di poterla incontrare in futuro. “La sua vicenda mi ha molto impressionato. Ventidue mesi di prigione in Egitto e quei continui rinvii delle sue udienze. La paura dettata dall’incertezza del proprio destino. Mi ha fatto ripensare alla mia esperienza. Certo ci sono molte differenze e non si possono fare paragoni, – spiega Segre, sopravvissuta ad Auschwitz – ma io so cosa vuol dire quello che ha raccontato Zaki: la paura per una porta che si apre quando non sai se dietro ti aspetta la libertà o la mano degli aguzzini”.
Quando si è votata in parlamento la mozione per chiedere al governo di conferire al giovane egiziano, studente dell’Università di Bologna, la cittadinanza italiana, Segre aveva convintamente dato il suo appoggio. “Sarò sempre presente almeno spiritualmente quando si parla di libertà”, aveva detto allora. E oggi ribadisce il significato simbolico di far diventare Zaki italiano. “Per me siamo tutti cittadini del mondo, però certo conferirgli la cittadinanza avrebbe ancora un valore”.
Segre si era definita nonna ideale del giovane e aveva ribadito l’importanza di battersi per lui. “La sua detenzione senza processo – aveva ricordato a Pagine Ebraiche – è una violazione clamorosa dei diritti umani e civili”.
Oggi Zaki è libero, ma tanti sono gli interrogativi aperti sul suo futuro. Il primo febbraio dovrà tornare in aula per rispondere all’accusa di diffusione di notizie false e dannose per lo Stato. Rischia cinque anni di detenzione. E c’è un’altra accusa in sospeso, di associazione terroristica. La speranza è che la seconda accusa cada, raccontano i quotidiani italiani, e che per la prima venga comminata una pena pari o inferiore ai 22 mesi già scontati nel carcere di Tora, a sud del Cairo. Lui intanto ringrazia l’Italia e tutti coloro che si sono impegnati per la sua scarcerazione. Tra cui, la senatrice Segre. “Mi ha riempito d’orgoglio sapere che una persona del suo livello e della sua statura morale si sia interessata a me. – le sue parole al Corriere della Sera – Voglio conoscerla. Assolutamente. Spero che ciò avvenga quanto prima”.

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IL VERTICE AL CAIRO TRA IL PRESIDENTE AL SISI E IL MINISTRO DEGLI ESTERI LAPID 

"Dalla questione palestinese all'Iran,
l'Egitto è un partner per la stabilità"

Per Israele l’Egitto è un partner strategico importante. Sia per il suo ruolo di mediatore con i palestinesi, sia per la sua collaborazione nell’arginare l’espansionismo iraniano. Per questo Gerusalemme continua a coltivare relazioni sempre più strette con il Cairo, come dimostra la visita di queste ore del ministro degli Esteri Yair Lapid nella capitale egiziana. “Il mio obiettivo è quello di rafforzare i nostri legami di sicurezza, diplomatici ed economici con l’Egitto. È importante continuare a lavorare sulla pace tra le due nazioni. Ringrazio il presidente al Sisi per l’ospitalità e per l’incontro caloroso e aperti. Il suo contributo alla regione e ai legami tra noi sono di proporzioni storiche”. Il commento di Lapid a margine del vertice avuto con il presidente egiziano. I due hanno discusso, riportano i rispettivi uffici, dei tentativi dell’Iran di ottenere l’atomica e della minaccia alla stabilità regionale rappresentata dal suo sostegno ai gruppi terroristici. Nella conversazione è emersa anche la situazione nella Striscia di Gaza. Il ministro degli Esteri, riportano i quotidiani israeliani, ha presentato ad al Sisi i dettagli del suo piano “Economia per la sicurezza”. Il suo approccio propone la ricostruzione di Gaza in cambio del disarmo delle fazioni armate palestinesi, dai terroristi di Hamas a quelli della Jihad islamica.

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IL RICONOSCIMENTO DEL QUIRINALE AL VICEPRESIDENTE DEL WJC

Lotta all’antisemitismo, a Maram Stern
l’Ordine della Stella d’Italia

Un premio speciale per Maram Stern, esponente di spicco delle istituzioni ebraiche internazionali e dal 2019 vicepresidente del World Jewish Congress. Nato a Berlino e molto legato all’Italia, l’alto esponente del Congresso mondiale si è visto assegnare una onorificenza scaturita proprio dalla cooperazione con il nostro Paese e dall’assiduo impegno contro l’antisemitismo: l’Ordine della Stella d’Italia, attribuita dal Quirinale su indicazione del ministero degli Affari Esteri e consegnatagli dall’ambasciatore Francesco Maria Talò.
Proprio in queste ore Stern firma uno stimolante contributo sullo Jüdische Allgemeine, la più importante pubblicazione ebraica di Germania, soffermandosi sulle sfide che attendono il nuovo governo appena insediatosi a Berlino. “Con ogni nuovo governo – la sua riflessione – sorge un nuovo tempo. Per quanto riguarda la Germania, il mondo ebraico è sempre sensibile e vigile. Soprattutto perché il periodo di Angela Merkel è stato buono e affidabile. Ma ogni nuova era affronta anche problemi nuovi o irrisolti”.

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Analisi scorretta – Elogio dell’elezione indiretta
Gli ultimi Presidenti della Repubblica, Carlo Azeglio Ciampi, Giorgio Napolitano e Sergio Mattarella hanno goduto di ampia considerazione e popolarità per il loro equilibrio e per aver ben rappresentato il sentimento degli italiani, divenendo naturale simbolo dell’unità nazionale come deve essere il Presidente della Repubblica secondo la Costituzione.
Da più parti, in questi giorni che precedono l'elezione del nuovo inquilino del Quirinale da parte del Parlamento (con l’aggiunta dei rappresentanti regionali), si sente riproporre la necessità che la elezione del Presidente avvenga a suffragio universale, cioè direttamente da parte dei cittadini e non in via indiretta come avviene ora.
L’importanza che si annette alla figura del Presidente è così vasta che i cittadini vorrebbero evidentemente partecipare alla scelta.
Quando il Presidente è eletto direttamente, assume maggiori poteri, e si parla perciò di Repubblica Presidenziale (nel caso di un Governo nominato dal Presidente che non deve presentarsi al Parlamento per il voto di fiducia, o semipresidenziale quando il Presidente guida un Governo espressione della maggioranza parlamentare).
Anselmo Calò
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Machshevet Israel - Gatti teologici
Parliamo di gatti, quelli di PDB che, nel mondo dell’editoria milanese, stava (e sta ancora per chi l’ha conosciuto) per Paolo De Benedetti zl, l’intellettuale astigiano di antica casata ebraica che si votò alla diffusione della conoscenza dell’ebraico e del giudaismo, e fu un naturaliter aggadista. L’occasione è una raffinata riedizione delle sue poesie-filastrocche dedicate ai felini domestici cui, facendo una crasi tra gatti e cantilene, ha dato nome di ‘gattilene’: 51 brevi componimenti, alcuni rasentano il non-sense ma assai poetici, cui si aggiungono liriche per mici scomparsi (ispirate a una micceide piemontese di fine XVIII secolo… PDB era un erudito) intrise di teodicea (era anche teologo, in un desueto senso del termine).
Massimo Giuliani
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