PAGINE EBRAICHE AGOSTO - L'INTERVISTA AL DIRETTORE DI RICERCA DI SWG
“Astensione, rischio reale”
I conti aperti con il passato fascista dell’Italia e alcune possibili interferenze straniere nella campagna elettorale, in particolare russe, sono argomenti entrambi di cui molto si parla sui giornali e alla televisione. Ma che non sembrano destinati a incidere in modo significativo sull’orientamento degli elettori in vista del prossimo ritorno al voto. È l’opinione di Riccardo Grassi, direttore di ricerca dell’istituto Swg, che con Pagine Ebraiche prova ad interpretare i primi segni e le tendenze di questa estate di attesa. Lo fa dal suo particolare osservatorio, uno dei più autore voli del Paese.
Con quale sentimento gli italiani guardano all’appuntamento del 25 settembre?
Ci troviamo in una situazione in cui la maggior parte degli elettori appare poco entusiasta di questa prospettiva. Tra essi, dato da non trascurare, una parte non irrilevante si riconosce nel centrodestra. Si annuncia, in ogni caso, la campagna elettorale più anomala della storia repubblicana. Anche perché cade in un periodo in cui gli italiani non sono in genere attenti a stimoli di un certo tipo. Difficile, anche per questo, esprimere certezze assolute. Ogni previsione, in qualunque direzione vada, è da leggere con cautela.
Un dato sembra comunque acquisito. Ed è il rischio che il tasso di astensionismo raggiunga numeri mai visti finora.
Sì, questo è un po’ il nodo cruciale. La grande sfida che accomuna tutti i partiti: riacquistare fiducia in un elettorato sempre più distante e meno propenso a partecipare. Non sarà semplice. La possibilità che si vada a settembre con un tasso di non voto senza precedenti è concreta.
Cosa pensano gli italiani della fine del governo Draghi?
Metà della popolazione giudica negativamente la crisi culminata con le sue dimissioni e ritiene che la si potesse evitare (51%). Il 19% la ritiene sbagliata, ma inevitabile. Le reazioni negative (61%) vedono una prevalenza di “arrabbiati” (24) e a seguire di “infastiditi” (19) e “delusi” (18).
Il tema dell’immigrazione può diventare centrale come in passato?
Difficile ancora da dire. Anche se argomenti come questo, in genere, servono più sul fronte interno che a conquistare consensi. Un classico “tema di bandiera” per alzare un confine nei confronti dei propri alleati. Non ci sarebbe neanche il tempo, forse, per prendere in mano una strategia più approfondita che alimenti paure e tensioni.
Riverberi neofascisti, manovre del Cremlino, rapporti poco trasparenti da parte di alcuni leader politici… tutto questo avrà un impatto nell’elettorato?
Non credo che sposterà una virgola. Sono temi ormai ampiamente digeriti. E più spesso evocati da organi di stampa piuttosto che dai partiti. I fronti su cui si deciderà questa sfida saranno altri.
Quali, ad esempio?
Un tema importante potrebbe essere quello delle risorse energetiche, anche se non è detto che movimenti voti. Di certo ciò non accadrà con nuove promesse sulle pensioni, un ‘già visto’ destinato a scarsi successi. E neanche si potrà pensare di riproporre questioni che hanno caratterizzato la legislatura che va concludendosi come quella del reddito di cittadinanza. Registro in ogni caso, ed è una questione trasversale, una comunicazione poco chiara da parte dei partiti.
In una recente indagine Swg ha registrato le opinioni dei cittadini europei riguardo alla guerra in Ucraina, le sue conseguenze sugli equilibri mondiali e l’inflazione. Sotto il radar dell’istituto i nove maggiori Paesi del continente, dove vive all’incirca il 77% della popolazione della Ue.
I cittadini italiani si distinguono in diversi aspetti, mostrandosi particolarmente critici nei confronti degli Stati Uniti d’America. Sono inoltre meno favorevoli di altri all’invio di armi a supporto dell’esercito ucraino, attribuiscono in misura minore alla Russia la responsabilità per l’aumento dei prezzi dell’energia e sono più scettici sul fatto che il conflitto stia portando a un compattamento all’interno dell’Unione. Dati che, secondo Swg, evidenziano come su questo tema le opinioni in Italia siano “molto articolate e meno allineate a una condanna netta dell’iniziativa di Putin, rispetto a quanto emerge altrove (ad eccezione della Grecia)”.
Le vicende ucraine, viene fatto notare, hanno fatto nascere diffuse perplessità sull’alleanza atlantica. La maggioranza dei cittadini europei non mette in dubbio la necessità di mantenere il patto tra i Paesi europei e gli Usa. Tuttavia una parte rilevante dell’opinione pubblica appare “fortemente critica nei confronti di Biden e quasi due europei su dieci vorrebbero che si prendessero le distanze” dalla linea diplomatica di Washington. Posizioni particolarmente marcate, per l’appunto, in Grecia e Italia. In questo contesto, sottolinea Swg, si inserisce anche la spinta ad incrementare il potere militare dell’Unione “al fine di rafforzarne la posizione sullo scacchiere internazionale e diminuirne la dipendenza dagli alleati americani”. Almeno la metà dei cittadini di tutti i Paesi in cui è stata svolta l’indagine condivide questo auspicio, ad eccezione degli austriaci (per quanto anche in Italia le perplessità siano sopra la media).
Nel riferire della scomparsa di Ester Rina Baranes Arbib in una prima edizione del notiziario di ieri la notizia è apparsa con alcuni dati anagrafici sbagliati. Il notiziario è stato immediatamente sostituito con la versione corretta.
La redazione porge in ogni caso le proprie scuse ai familiari e ai lettori e rivolge un segno di affetto e di stima a tutti coloro che sono toccati da questo lutto.
Politica e rispetto
Con l’aprirsi della campagna elettorale iniziano a crescere i toni del confronto. Il dibattito politico, lo scontro anche aspro fatto di idee e di programmi, sono da sempre elementi fondamentali del gioco democratico. Senza discussione non si cresce, e siamo liberi fin quando è dato dalle regole comuni di esprimere le proprie opinioni. Quel che però non è scritto nella Costituzione è il criterio a cui ci si dovrebbe attenere nell’esprimere i propri ideali. La parola “rispetto” ricorre nella nostra Carta alcune volte ed è per lo più riferito alle norme di legge (rispetto per le…). Solo all’articolo 32 si utilizza quel termine riferendosi all’essere umano, ma siamo nell’ambito dei trattamenti sanitari.
Corrado Israel De Benedetti, l’arte di non arrendersi
Vorrei ricordare Corrado Israel De Benedetti nella sua attività instancabile di divulgatore sulla realtà israeliana. Nel corso degli anni ho avuto l’opportunità di ascoltarlo in numerose occasioni, interventi, conferenze, dibattiti, soprattutto (ma non solo) nell’ambito dell’Hashomer Hatzair: da italiano sapeva trovare le parole più appropriate per rivolgersi a ragazzi italiani, sapeva fare i paragoni giusti, aveva i nostri stessi riferimenti culturali.
Negli ultimi anni l’ho conosciuto soprattutto come collaboratore assiduo del giornale Ha Keillah. L’ultimo suo articolo risale al 10 luglio, meno di un mese fa, e ancora il 15 luglio mi aveva scritto manifestandomi l’intenzione di inviare un suo contributo per il numero successivo.
Nel libro Ogni giorno è per il ladro (2007), lo scrittore statunitense di famiglia nigeriana Teju Cole racconta in una delle sue flâneries di quando da bambino vide la scena di un ragazzino cosparso di benzina e poi bruciato vivo in un mercato di Lagos, reo di aver rubato una borsetta. In mezzo a spettatori impassibili verso tale orrore, ricorda Cole, qualcuno filmava con una telecamera, per poi riporla alla fine quando la folla si disperdeva e il mercato riprendeva il suo corso come se niente fosse accaduto.