LA VISITA NEGLI EMIRATI ARABI UNITI DEL PRESIDENTE HERZOG
“Israele e paesi arabi, lasciamo un segno nella Storia”
Un nuovo Medio Oriente di amicizia e prosperità in cui Israele e i diversi Stati arabi siano sempre più partner di un progetto comune. È la visione che il presidente israeliano Isaac Herzog ha delineato durante lo “Abu Dhabi Space Debate” in svolgimento nella capitale degli Emirati. L’iniziativa internazionale, di cui è stato tra gli ospiti d’onore assieme al premier indiano Narendra Modi, come occasione per tracciare un nuovo bilancio rispetto agli effetti scaturiti dalla firma degli Accordi di Abramo del 2020 e prospettare ulteriori fronti di collaborazione e sviluppo.
“Non c’è dubbio che il futuro e il presente destino dell’umanità siano nello spazio. Siamo orgogliosi delle importanti alleanze che il nostro Paese ha creato anche in questo ambito, compresa la storica partnership con gli Emirati che si fonda anche su una ricerca ambientale congiunta sui dati satellitari. Essa fornirà infatti soluzioni alle sfide che affrontano i due Paesi, la regione e altri popoli. Per noi il cielo non sarà più il limite”, ha detto Herzog in tale circostanza. Come da programma è poi seguito un incontro con il presidente degli Emirati, lo sceicco Mohammed Bin Zayed Al Nahyan, che ha definito “un amico”. “Lasciare un segno nella Storia”.
L'INIZIATIVA A MILANO IN MEMORIA DELLA PREMIO NOBEL LEVI-MONTALCINI
Rita, l’artista della scienza
Si definiva un'intuitiva, Rita Levi-Montalcini. Amava la scienza e credeva profondamente nella necessità di mettere in dubbio la realtà. “Amava inventare, elaborare, guardarsi introno per impegnarsi a migliorare le imperfezioni. Era un'artista della scienza”, la definizione della nipote, Piera Levi-Montalcini. E proprio così, “artista della scienza”, la Comunità ebraica di Milano ha voluto intitolare l'evento dedicato alla Premio Nobel in occasione dei dieci anni dalla sua scomparsa. Un'iniziativa andata in scena al Museo nazionale della Scienza e della Tecnologia “Leonardo da Vinci” con gli interventi di diversi ospiti e la proiezione del film, prodotto dalla Rai, che rende omaggio alla vita straordinaria di una donna che ha consacrato tutta se stessa alla ricerca e al progresso scientifico. A raccontarne il dietro le quinte, regista Alberto Negrin e l'attrice Elena Sofia Ricci che ha interpretato Levi-Montalcini. “Un film che ci restituisce l'immagine della scienziata che ho sempre ammirato, del suo rapporto fondamentale con il suo maestro, Giuseppe Levi, della sua incondizionata fiducia nella vita, della sua straordinaria capacità di lavorare anche con strumenti rudimentali come accade nella sua stanza da letto a Torino nel 1940”, il ricordo della senatrice a vita e scienziata Elena Cattaneo nel corso dell'evento, aperto dai saluti dell'assessore alla Cultura della Comunità Sara Modena e della presidente dell'Unione delle Comunità Ebraiche Italiane Noemi Di Segni.
RIVOLI E IL MONUMENTO AL GRANDE GIORNALISTA E DIPLOMATICO
Vittorio Dan Segre, un secolo di storia e di coraggio
“La vita mi ha insegnato che la paura non esiste, è solo una scusante per coloro che non hanno la volontà di fare o per coloro che sanno solo fare male”. Come spiegava in una lunga intervista a Pagine Ebraiche, Vittorio Dan Segre ha passato la vita a fare, ad agire, senza farsi frenare dalla paura. Con questo spirito ha attraversato con coraggio le fasi più complicate del Novecento, muovendo i primi passi da Rivoli, dove nacque un secolo fa. Proprio in occasione di questo anniversario la città piemontese ha voluto celebrare il suo illustre concittadino con un monumento a lui dedicato. “Ringrazio per questa meritoria iniziativa in ricordo di una straordinaria personalità come Vittorio Dan Segre l’associazione La Meridiana, l’amministrazione di Rivoli e il suo sindaco, l’amministrazione e il sindaco della sua amatissima Govone, sede della bella casa di famiglia e nella cui piccola sezione ebraica del cimitero ha scelto di riposare dopo la sua scomparsa avvenuta nel 2014”, il saluto del presidente della Comunità ebraica di Torino Dario Disegni, tra i protagonisti della cerimonia piemontese. Al suo fianco, assieme a sindaci di Rivoli e Govone Andrea Tragaioli e Elio Sorba, uno dei figli di Dan Segre, Immanuel, la professoressa Sarah Kaminski e Angelo Tribolo, architetto ideatore del monumento. “Costretto a lasciare la sua terra natia a causa delle leggi razziali Dan Segre ha fatto del 'suo esilio' la sua forza e fortuna”, le parole del sindaco Tragaioli.
IL RICORDO DELL'IHRA E L'INTERVISTA A PAGINE EBRAICHE
“Boris Pahor, testimone consapevole del suo ruolo”
A contraddistinguere l’ultima riunione plenaria dell’International Holocaust Remembrance Alliance un omaggio allo scrittore triestino di lingua slovena Boris Pahor. Nell’ambito di una sessione dedicata al lascito del grande intellettuale, scomparso di recente all’età di 108 anni, la giornalista di Pagine Ebraiche Daniela Gross ha tra gli altri portato una sua testimonianza. Ricordando in particolare gli incontri con Pahor maturati nell’ambito del laboratorio giornalistico Redazione Aperta da cui sarebbe poi scaturita una significativa e toccante intervista. Un colloquio della “durata di due ore, indimenticabile per toni e temi” ha evidenziato Gross, soffermandosi sulla preparazione dell’incontro, il rapporto instauratosi con l’autore, gli spunti più rilevanti emersi.
“Sono nato in via del Monte 13, in una casa alla sommità della salita su cui si trovava anche allora la scuola ebraica, davanti al vecchio cimitero ebraico. La sera mia madre stirava alla luce del lampione appeso a illuminarne l’entrata”, racconterà Pahor a Pagine Ebraiche.
L'IMPEGNO DELLA FONDAZIONE MUSEO DELLA SHOAH DI ROMA
“Un bilancio sociale per costruire insieme il futuro”
Fornire una rappresentazione d’insieme su un piano sia qualitativo che quantitativo. Rendicontare le iniziative promosse e garantire così piena trasparenza nei confronti dei portatori d’interesse. È il duplice obiettivo del primo Bilancio Sociale realizzato dalla Fondazione Museo della Shoah di Roma. Un documento che il suo presidente Mario Venezia qualifica come di “necessaria rottura e innovazione”, oltre che un tramite per proiettarsi “con più consapevolezza” verso nuove idee e sfide. Una delle quali potrebbe essere la prossima apertura di un cantiere destinato alla realizzazione del museo. Conferma Venezia, riallacciandosi a quanto emerso durante l’avvio degli Stati Generali dell’Ebraismo Italiano: “Siamo al lavoro per trovare le migliori soluzioni condivise”. Nell’occasione il ministro della Cultura aveva annunciato l’intenzione di “adoperarsi attivamente per la realizzazione” di tale realtà.
L'ARTISTA TRA GLI IDEATORI DEL MUSEO DEI LUMI DI CASALE MONFERRATO
Antonio Recalcati (1938-2022)
“Chiunque varchi le porte del complesso di vicolo Salomone Olper e guardi subito a sinistra, non può non rimanere colpito dal piccolo memoriale per le vittime delle deportazioni realizzato in terracotta”. Un lavoro che porta la firma di un “eclettico e geniale pittore, scultore, creatore di mondi a cui stavano strette le definizioni”. Così la Comunità ebraica di Casale Monferrato nel ricordare l’artista di fama internazionale Antonio Recalcati, scomparso nelle scorse ore.
Recalcati era nato nel 1938 a Bresso e si era formato all’arte da autodidatta con soggiorni a Parigi e a New York. Al riguardo la Comunità sottolinea: “La sua serie Impronte, quelle lasciate prima dagli indumenti e poi dal corpo dell’artista sulla tela, aveva attirato l’attenzione di tutto il mondo. Dino Buzzati, Alberto Moravia, Jacques Prévert, Giovanni Testori hanno scritto di lui. Nel 1976 il Centro Pompidou di Parigi gli aveva dedicato un’ampia retrospettiva, mentre nel 1987 è stata la volta di Palazzo Reale di Milano. Un gigante dell’arte affezionatissimo alla Comunità ebraica di Casale e alla famiglia Carmi, cui era legato da una profonda amicizia”. Nell’autunno 1994, in occasione delle celebrazioni per i quattrocento anni della sinagoga, era stato proprio lui, insieme a Elio Carmi, Aldo Mondino e Paolo Levi, ad avere l’idea del Museo dei Lumi dedicato alla festa di Chanukkah.
Trentacinque giovani nella fascia d’età 12-13 anni sono stati coinvolti in una “domenica fuori porta” organizzata a Napoli dall’Ufficio Giovani Nazionale UCEI in collaborazione con la Comunità ebraica locale e i movimenti giovanili Hashomer Hatzair e Benè Akiva. Dopo gli Stati Generali dell’Ebraismo Italiano, che hanno messo al centro il tema dell’educazione ebraica informale e formale in tutti i loro attori, “a soli sei giorni di distanza questa è la prima attività di una collaborazione tangibile, sempre attiva e di lunga data, tra UGN e altri movimenti giovanili in favore delle piccole Comunità”, rileva l’area Educazione e Cultura dell’ente.
La rubrica “Opinioni a confronto” raccoglie interventi di singoli autori ed è pubblicata a cura della redazione, sulla base delle linee guida indicate dall’editore e nell’ambito delle competenze della direzione giornalistica e della direzione editoriale.
È compito dell'UCEI incoraggiare la conoscenza delle realtà ebraiche e favorire un ampio ed equilibrato confronto sui diversi temi di interesse per l’ebraismo italiano: i commenti che appaiono in questa rubrica non possono in alcun modo essere intesi come una presa di posizione ufficiale dell’ebraismo italiano o dei suoi organi di rappresentanza, ma solo come la autonoma espressione del pensiero di chi li firma.
Fogli bianchi e segni di lutto
Nei giorni scorsi la protesta contro la strategia "zero Covid" che ha portato in piazza migliaia di persone in varie città della Cina si è manifestata attraverso i fogli bianchi che svolazzavano. Fogli senza parole. Il bianco in Cina è segno di lutto. "Nessun discorso sarà mai più potente d’un silenzio in risposta a una domanda che ci è stata rivolta", ha scritto con precisione molti anni fa Gianni Celati. Mi fa piacere ricordarlo all’approssimarsi del primo anniversario della sua dipartita. Anche per prendere la misura di ciò che abbiamo perso nell’ultimo anno.