Vittorio Dan Segre, un secolo di storia e di coraggio
“La vita mi ha insegnato che la paura non esiste, è solo una scusante per coloro che non hanno la volontà di fare o per coloro che sanno solo fare male”. Come spiegava in una lunga intervista a Pagine Ebraiche, Vittorio Dan Segre ha passato la vita a fare, ad agire, senza farsi frenare dalla paura. Con questo spirito ha attraversato con coraggio le fasi più complicate del Novecento, muovendo i primi passi da Rivoli, dove nacque un secolo fa. Proprio in occasione di questo anniversario la città piemontese ha voluto celebrare il suo illustre concittadino con un monumento a lui dedicato. “Ringrazio per questa meritoria iniziativa in ricordo di una straordinaria personalità come Vittorio Dan Segre l’associazione La Meridiana, l’amministrazione di Rivoli e il suo sindaco, l’amministrazione e il sindaco della sua amatissima Govone, sede della bella casa di famiglia e nella cui piccola sezione ebraica del cimitero ha scelto di riposare dopo la sua scomparsa avvenuta nel 2014”, il saluto del presidente della Comunità ebraica di Torino Dario Disegni, tra i protagonisti della cerimonia piemontese. Al suo fianco, assieme a sindaci di Rivoli e Govone Andrea Tragaioli e Elio Sorba, uno dei figli di Dan Segre, Immanuel, la professoressa Sarah Kaminski e Angelo Tribolo, architetto ideatore del monumento. “Costretto a lasciare la sua terra natia a causa delle leggi razziali Dan Segre ha fatto del ‘suo esilio’ la sua forza e fortuna”, le parole del sindaco Tragaioli. “Rivoli – ha aggiunto – oggi ha accolto con orgoglio e sentita riconoscenza questo memoriale con la preghiera che resti sempre vivo il ricordo di Dan Segre affinché i giovani possano prender esempio dalla sua vita”.
A portare avanti l’impegno di Vittorio Dan Segre, giornalista, diplomatico di fama internazionale, scrittore con un passato da combattente nelle fila della Brigata Ebraica e per l’indipendenza d’Israele, oggi c’è una Fondazione a suo nome, come ha spiegato il figlio Immanuel. “Un grande esperto dello scenario mediorientale e del conflitto arabo-israeliano, – ha ricordato Kaminski – ha trattato temi riguardati gli equilibri della scena politica, le spinte contraddittorie tra modernità e tradizionalismo, gli effetti del colonialismo, spinte religiosi, ortodossia e stato laico. Negli ultimi anni della sua vita ha sviluppato l’idea della neutralità, con una particolare attenzione e preoccupazione per le sorti di Israele”. Proprio riguardo a Israele, a Pagine Ebraiche Dan Segre aveva spiegato: “C’è qualcosa di nuovo nella coscienza collettiva degli ebrei, qualcosa che nell’Italia che ho lasciato a 16 anni, nel 1938, non esisteva. Un senso di dignità che solo la creazione dello Stato di Israele poteva restituire”. Dignità che è stato, come spiegato da Dario Disegni, uno dei tratti distintivi della vita del grande giornalista e diplomatico, che si racconto nella sua nota autobiografia Storia di un ebreo fortunato. “Un racconto biografico – ha evidenziato Disegni – che è al tempo stesso uno straordinario affresco della borghesia ebraica italiana uscita del periodo post-risorgimentale agli albori del fascismo e poi dell’avventura collettivista, pionieristica e militare nella Palestina mandataria e nel nascente Stato di Israele, con le passioni, le ideologie, le delusioni e le speranze che connoteranno mezzo secolo di storia europea e mediorientale”. Il presidente della Comunità ebraica torinese ha poi voluto ricordare come l’eredità dell’impegno di Dan Segre sia ancora viva, grazia in particolare alla citata Fondazione. A dirigerla, “con grande professionalità e autentica passione, il nipote Gabriele. La Vittorio Dan Segre Foundation è dedicata alla cultura della convivenza basata sull’identità, un valore quanto mai attuale e di fondamentale importanza nella critica situazione politica internazionale che stiamo attraversando in questo periodo”. Il messaggio di Dan Segre è dunque ancora profondamente attuale e Rivoli, nel centenario della sua nascita, ha voluto ricordarlo con un gesto concreto.