"Italia ebraica, un patrimonio da tutelare e valorizzare
Un anno di grandi sfide e progetti"
C’è il grande lavoro di catalogazione e digitalizzazione del patrimonio conservato nella Biblioteca Nazionale dell’Ebraismo Italiano Tullia Zevi (ex Centro Bibliografico di via Lungotevere Sanzio 5) così come la valorizzazione di quest’ultima come polo culturale. C’è la prosecuzione dei lavori sul cimitero dell’antica Gorizia ebraica a Valdirose. Poi un progetto di restauro avviato con la Comunità ebraica di Livorno e ancora le iniziative nel Sud Italia, da Trani alla Sicilia. Sono molti gli impegni che hanno caratterizzato il denso 2022 della Fondazione per i Beni Culturali Ebraici in Italia (Fbcei), il cui Consiglio si è riunito a Roma dove ha approvato all’unanimità il bilancio. “È stato un anno di lavoro intenso, in cui abbiamo sviluppato importanti progetti di recupero e valorizzazione dei beni culturali ebraici in Italia”, evidenzia a Pagine Ebraiche il presidente della Fondazione Dario Disegni, che ha firmato la relazione sul 2022 approvata dal Consiglio.
Nelle sue parole, la soddisfazione di aver messo in cantiere molte attività: alcune, spiega, vedranno compimento in questo 2023, altre proseguiranno il loro sviluppo nel corso dell’anno e altre ancora prenderanno avvio.
Al primo punto, l’impegno sul fronte della Biblioteca Nazionale dell’Ebraismo Italiano. “L’assunzione della nuova denominazione rappresenta parte della sfida di rendere l’ente un riferimento centrale per le diverse biblioteche ebraiche sul territorio e per rafforzarne il ruolo di polo culturale nazionale”. Per favorire quest’ultimo elemento, si sta costruendo un ampio programma di eventi, seminari, conferenze, che ha già preso avvio e che proseguirà in questo 2023.
Tornando al patrimonio librario e archivistico, rileva Disegni, è in corso un lavoro per promuovere un progetto triennale che porti alla creazione di una libreria digitale. Obiettivo, mettere a disposizione dell’utenza tutto il materiale online. “È un’iniziativa molto ambiziosa e siamo alla ricerca delle risorse economiche per poterla completare”. Un’operazione che si intreccia con un altra iniziativa di grande respiro in cui è coinvolta la Fondazione: il progetto I-tal-ya Books – con protagonisti UCEI, Biblioteca Nazionale Centrale di Roma e la Biblioteca Nazionale d’Israele – , volto a rendere fruibile in rete il patrimonio librario in lingua ebraica custodito nelle biblioteche italiane.
Rimanendo in tema di catalogazione, “significativi passi avanti sono stati fatti per quella dedicata al patrimonio culturale ebraico in Italia”. Un lavoro, si spiega nella relazione, avviato nel 2016 “con il duplice obiettivo di aggiornare scientificamente e con il supporto di immagini fotografiche le schede compilate negli anni ’80 nell’ambito del piano di lavoro Ars – Presenza Ebraica in Italia, nonché di inventariare ex novo il materiale conservato presso le singole Comunità, i cimiteri ebraici non ancora censiti, i Musei statali e civici”.
Nel corso del 2022 è inoltre proseguito il lavoro di catalogazione, destinato in prospettiva a dare vita a un vero e proprio Centro del Catalogo, da collocare presso il Museo Nazionale dell’Ebraismo Italiano e della Shoah di Ferrara
Molto è stato fatto poi sul fronte dei restauri, dove uno dei progetti più articolati è quello dedicato al cimitero di Valdirose. Qui l’orizzonte è il 2025 quando Nova Gorica e Gorizia saranno insieme Capitale Europea per la Cultura. Un’occasione internazionale per raccontare anche l’impronta ebraica su questi luoghi. Il progetto prevede la realizzazione, presso il primo piano dell’ex-Tempietto per i riti funebri, di uno spazio espositivo e informativo riguardante la storia del cimitero ebraico, della sua Comunità e dei personaggi di grande fama qui seppelliti, tra cui il rabbino Isacco Samuele Reggio, la giornalista e patriota Carolina Luzzatto, il filosofo Carlo Michelstaedter e il primo rettore dell’Università di Trieste Giulio Morpurgo.
Un’idea simile vuole essere seguita a Finale Emilia, racconta Disegni, per un’iniziativa che sta prendendo piede. “Finale Emilia ha ospitato una importante comunità ebraica e abbiamo patrocinato un progetto, promosso dall’associazione Alma Finalis, che intende restaurare la casa del bellissimo cimitero ebraico in modo che possa ospitare un museo che ne racconti la storia”.
In cantiere c’è anche un lavoro di recupero e restauro a Livorno, grazie alla collaborazione con la Comunità ebraica locale. I dettagli saranno poi presentati nel corso di quest’anno.
Rimanendo in Toscana, nel 2021 è stato sottoscritto un accordo di collaborazione con The Medici Archive Project per collaborare alla ricostruzione 3D digitale dello spazio del Ghetto di Firenze, che dovrebbe essere oggetto di una mostra verso fine anno alla Galleria degli Uffizi dal nome “I Medici e gli ebrei”, con il patrocinio della Fondazione.
Andando a Sud, l’impegno si è concentrato nel valorizzare il patrimonio ebraico di Trani e di diverse realtà siciliane. Rispetto all’isola, Disegni spiega che si vuole avviare un restauro delle lapidi ebraiche di Oritigia. “L’impegno è che siano recuperate e musealizzate perché purtroppo ora sono abbandonate alle intemperie”.
“Sono quindi molteplici e importanti gli impegni che portiamo avanti. – afferma il presidente della Fondazione Beni Culturali Ebraici in Italia – Lo sforzo del Consiglio è duplice: sia mettere le diverse competenze professionali al suo interno a disposizione dei diversi progetti. Sia lavorare per reperire le ingenti risorse economiche all’esterno per poterli portare avanti e completare”. Anche il 2023 dunque si prefigura come un anno di grande intensità. “Siamo pronti. – conclude Disegni – Posso dire che c’è una squadra molto compatta, che lavora in perfetta unità di intenti, con grande professionalità per raggiungere i risultati prefissati. Ci auguriamo di continuare su questa strada per rispondere alle sfide legate alla conservazione e valorizzazione dei beni ebraici italiani”.
L'INTERVENTO DEL PRESIDENTE DELLA COMUNITÀ EBRAICA DI FIRENZE
"Solidali con le vittime dell'aggressione squadrista
e preoccupati per i colpevoli silenzi"
“L'episodio di violenza di matrice squadrista di pochi giorni fa di fronte al Liceo Michelangiolo, accanto alla nostra Sinagoga, ci avvilisce e ci preoccupa: esprimiamo solidarietà ai ragazzi vittime dell'aggressione, alla professoressa Benzi, amica da sempre della nostra Comunità, che ha coraggiosamente cercato di intervenire direttamente, a professori genitori e studenti della scuola”. A scriverlo, il presidente della Comunità ebraica di Firenze Enrico Fink. Un messaggio che arriva in relazione all'aggressione del 18 febbraio scorso compiuta da un gruppo di giovani legati agli ambienti dell'estrema destra, diventato un caso nazionale.
Nel suo intervento Fink parla anche della preoccupazione nel leggere “i distinguo di chi alza le spalle attribuendo a dialettica politica il moto di indignazione che giustamente si è alzato fuori e dentro il mondo della scuola. Fino ad arrivare alle inaccettabili parole di un ministro dell'Istruzione che minaccia la dirigente scolastica del Leonardo Da Vinci per aver parlato ai propri studenti richiamando i valori dell'antifascismo. Ancora una volta, - scrive Fink - dobbiamo ricordare che quella battaglia per una società più giusta e inclusiva che compiamo insieme alle istituzioni il 27 gennaio non si esaurisce in una generica condanna dell'antisemitismo”.
LA PRESENTAZIONE ALLA BIBLIOTECA NAZIONALE DELL'EBRAISMO ITALIANO
Rav David Prato e il ritratto del suo tempo
Tra il marzo 1922 e il dicembre 1943 rav David Prato - gran rabbino di Alessandria d'Egitto (1927-1936) e rabbino capo di Roma (1937-1938, 1945-1951. - appuntò in taccuini e agende le sue riflessioni sul mondo a lui contemporaneo. Ritrasse con precisione i caratteri di re, dittatori, leader politici così come dei rabbini dell'epoca, ma anche di figure meno note della vita comunitaria e non. Uno spaccato originale di un mondo in grande trasformazione, di cui l'editore Viella ha proposto di recente un'ampia selezione pubblicato il volume “Memorie di un rabbino italiano. Le agende di David Prato (1922-1943)”, a cura di Angelo M. Piattelli e Mario Toscano. Il libro sarà presentato il 27 febbraio (ore 18,00) alla Biblioteca Nazionale dell'Ebraismo Italiano “Tullia Zevi” (ex Centro Bibliografico "Tullia Zevi"). A parlare del ruolo e di questo patrimonio di scritti di rav Prato, saranno rav Gianfranco Di Segni, direttore della Rassegna Mensile di Israel, e gli storici Ester Capuzzo e Gabriele Rigano. A moderare l'appuntamento, Claudio Procaccia, direttore del Dipartimento Beni e Attività Culturali della Comunità ebraica di Roma.
LO SPETTACOLO ALLA COMUNITÀ EBRAICA DI TORINO
Dar voce ai perseguitati
I re cattolici della Spagna del Cinquecento perseguitarono e cacciarono la minoranza ebraica che viveva nelle loro terre. Una vicenda drammatica che segnò la storia degli ebrei d'Europa. Cinquecento anni dopo a sconvolgerne per sempre le vite fu la Shoah, lo sterminio sistematico compiuto dai nazifascisti. A tracciare un legame tra le due tragedie, il nuovo spettacolo "Un libro di sangue" dell'autore teatrale Renzo Fracalossi, messo in scena dagli attori del Club Armonia. "C'è un filo che collega sempre la persecuzione antisemita lungo i secoli - spiega Renzo Fracalossi -. Così come l'ebraismo è parte della cultura europea, anche l'antisemitismo ne è parte. Quello che avvenne dal 1933 al 1945 in Europa, secondo la lezione di Primo Levi, può ancora ripetersi, perché è un rischio incombente che sta nel rifiuto, nella mancanza di cultura, nell'assenza di dialogo con l'altro”. “Un libro di sangue” sarà messo in scena il 26 febbraio (ore 18.00) nella sala del Centro Sociale della Comunità ebraica di Torino.
SORGENTE DI VITA
Ucraina, un anno dopo
Si apre con un focus sullo scenario geopolitico a un anno dall’aggressione russa all’Ucraina, la puntata di Sorgente di vita in onda su Rai Tre domenica 26 febbraio. Un approfondimento in particolare sul ruolo di Israele, dove vivono oltre un milione di persone provenienti dalla Russia e da paesi dell’ex Unione Sovietica, e che da quando è scoppiata la guerra ha accolto decine di migliaia di profughi dall’Ucraina. Mentre al potere è tornato Netanyahu, che per anni ha coltivato un rapporto personale con Putin, le ostilità non accennano a diminuire e la situazione si fa sempre più complessa. A preoccupare lo Stato ebraico, anche l’invio di esperti e armi alla Russia da parte dell’Iran.