5 maggio 1821
“Ei fu...ecc...fu vera gloria? Ai posteri l’ardua sentenza”. I posteri siamo noi: vediamo dunque se è possibile trovare qualche elemento per valutare l’ operato di Napoleone. L’analisi storica è complessa e ovviamente richiederebbe una trattazione approfondita: cerchiamo di prendere in considerazione soltanto qualche spunto.
La rivoluzione francese e il conseguente impero napoleonico, spazzarono via la, o meglio le, religioni: queste erano considerate superstizioni da eliminare per far luogo alla “ragione”. In questo quadro la tendenza anche per gli ebrei era la soppressione della “religione”. Ma se era abbastanza facile “sopprimere” la religione, cioè gli obblighi di tutto quello che è la pratica religiosa, inclusa quella ebraica, lo stesso non si poteva dire degli ebrei, che venivano da secoli di discriminazione ed isolamento e costituivano un gruppo non solo compatto, ma compattato proprio dai secoli di discriminazioni. Le secolari norme (specificamente antiebraiche) , furono smantellate insieme alla religione, ma secoli di leggi, consuetudini e convincimenti non furono eliminate con la stessa facilità e con uguale velocità. Non solo, ma le discriminazioni in vigore prima della Rivoluzione e dell’impero napoleonico, avevano prodotto tra gli ebrei una professionalità praticamente obbligata. Non potendo possedere terre, né esercitare mestieri (che erano sotto la protezione di specifici santi) gli ebrei erano esclusi direttamente o indirettamente da tutti i “mestieri”. L’unica via di sopravvivenza era la finanza: il prestito di denaro era l’unica attività ammessa (o forse è più corretto dire non vietata). Ma questo creava occasioni facili e frequenti di risentimento. La simpatia che poteva essere creata dalla concessione di un prestito, veniva presto cancellata quando il banchiere chiedeva la restituzione (con interessi) del prestito stesso. Ecco allora venire a galla tutti i pregiudizi ed i luoghi comuni antiebraici, cui soggiaceva anche Napoleone.
La Storia dei divieti è millenaria, la cancellazione dovuta alla Rivoluzione francese e alla conquista napoleonica fu decisamente rapida, ma le professioni e lo spettro delle attività lavorative degli ebrei rimasero immutate: non si diventa da un giorno all’altro contadino o artigiano, se per generazioni si è fatto soltanto il prestatore di denaro. Napoleone riunì anche un “Sinedrio” (denominazione storica recuperata da Napoleone stesso), ma sostanzialmente le cose cambiarono solo limitatamente. Bisogna però riconoscere che se molte delle iniziative e speranze napoleoniche non si realizzarono, si deve a Napoleone la soppressione dei divieti che afflissero gli ebrei in tutti i Paesi per ispirazione della Chiesa: la parificazione degli ebrei agli altri cittadini cominciava e proseguì anche dopo la fine dell’imperatore.
Roberto Jona
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