Discorso di saluto di Amos Luzzatto

Discorso di saluto di Amos Luzzatto al Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi, in occasione della visita alla mostra ‘Dalle leggi razziali alla Shoah’ (Vittoriano, Roma).

Giorno della Memoria-Cerimonia al Vittoriano
27 gennaio 2005

Signor Presidente,
essere con Lei in questo giorno che unisce in sé il lutto per la Shoà con le speranze derivanti dalla liberazione di Auschwitz è per noi motivo di emozione vivissima.
Abbiamo qui oggi i giovani delle scuole italiane che saranno premiati. In realtà dovremmo premiarli tutti, per la loro esemplare presa di coscienza, per la loro serietà e capacità di sviluppare il tema di questa giornata, per la speranza che accendono in noi anziani.
Ricorre il 60° anniversario della liberazione di Auschwitz. Per persone della nostra generazione è tempo di bilanci e di impegni per il futuro. Abbiamo detto “mai più”, ma per dare concretezza a questo proposito dobbiamo pensare a coloro che ne saranno i realizzatori. E diciamo con soddisfazione che questa nuova generazione, i cittadini di domani, ci danno fiducia e speranza.
E’ a Lei, Signor Presidente, che, nella difesa dei principi della nostra Costituzione nata dalla Resistenza antifascista, volgiamo il nostro sguardo come a colui che è garanzia per la formazione e l’affermazione di questi giovani. Fra i libri che oggi l’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane regala a questi ragazzi c’è un testo di Primo Levi che già alcuni anni fa affermava con angoscia:

“E’ avvenuto contro ogni previsione; è avvenuto in Europa; incredibilmente, è avvenuto che un intero popolo civile, appena uscito dalla fervida fioritura culturale di Weimar, seguisse un istrione la cui figura oggi muove al riso; eppure Adolf Hitler è stato obbedito ed osannato fino alla catastrofe. E’ avvenuto, quindi può accadere di nuovo: questo è il nocciolo di quanto abbiamo da dire. Può accadere, e dappertutto.” (da “I sommersi e i salvati”)

Mai come oggi questa affermazione si rivela attuale. La violenza, l’incitamento all’odio fra popoli, culture, religioni diverse, l’omologazione, per quanto riguarda il passato, dei carnefici e delle loro vittime, tutto questo è tragicamente nella cronaca quotidiana.
Saremo capaci di reagire a questa marea? Saremo capaci di insegnare ai nostri ragazzi la libertà di scegliere consapevolmente fra il bene e il male, fra la lotta di sopraffazione e la convivenza civile nel rispetto dell’altro?
Hillel, un grande Maestro dell’ebraismo diceva: “Non fare agli altri ciò che non vorresti per te. Tutto il resto è commento. Va’ e studia”.

Amos Luzzatto
Presidente dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane