…itinerari

Nell’autunno del 1829 due distinti viaggiatori intraprendono un normale viaggio d’affari da Trieste, destinazione Padova. Oggi il percorso si compie in macchina in circa un’ora e mezza, oppure in treno, ma ci si lamenta perché la linea con Trieste è notoriamente eterna. All’epoca il percorso era differente e disegnava una diversa geografia umana che andrebbe riscoperta e valorizzata. Il percorso in carrozza prevedeva l’itinerario Trieste, Gorizia, Udine, Conegliano, Treviso, Riviera del Brenta e infine Padova. Tempo di percorrenza due giorni abbondanti. Samuel David Luzzatto – che andava a prendere possesso della sua cattedra al neonato collegio rabbinico di Padova – si accompagnava all’amico commerciante David Levi. Nella lettera che scriveva alla moglie descrivendo il viaggio, Shadal parla di quel che vede e di quel che mangia. Compra il Kuguluf (un dolce austriacante) a Gorizia (dove incontra il suo buon amico e mentore Isacco Samuele Reggio), parla del prosciutto d’oca che si è portato dietro come companatico e si sofferma sugli acquisti di vino del suo compagno di viaggio in quel di Dolo. Un itinerario che ci fa capire perché le piccole comunità ebraiche a nord-est erano disposte nel modo che conosciamo: erano collocate lungo la principale via di comunicazione allora praticata. La costruzione di un itinerario culturale ebraico che si arricchisca dei colori e dei sapori di quei paesaggi mi sembra una priorità per la comprensione in profondità di uno degli ambienti che hanno generato l’ebraismo italiano contemporaneo.

Gadi Luzzatto Voghera, storico

(16 agosto 2013)