Malafede

anna segre“Per i Farisei, interpreti e maestri della Legge, la nuova predicazione costituiva una minaccia: se Gesù era veramente l’inviato di Dio, il suo insegnamento sostituiva di fatto l’antica interpretazione della Legge e toglieva loro ogni autorità.” Dunque, l’ebraismo rabbinico, quello in cui si riconoscono gli ebrei di oggi, avrebbe ostacolato il nascente Cristianesimo non perché dubitasse che Gesù fosse il Messia (questa possibilità non è neppure presa in considerazione), ma proprio perché lo riteneva tale e temeva per questo di perdere potere. Insomma, si dà per scontata la malafede.
È sconcertante come nonostante decenni di riavvicinamento e dialogo ebraico-cristiano, nonostante il Giorno della Memoria che dovrebbe indurre insegnanti e allievi a una riflessione sulle radici dell’antisemitismo, i libri di testo di storia quando parlano della nascita del Cristianesimo continuino a riproporre pedissequamente in modo acritico il punto di vista del Nuovo Testamento come se fosse una realtà storica incontrovertibile. Ma quale obiettivo didattico si vuole raggiungere? Insegnare agli allievi a credere ciecamente a una verità rivelata anche se storicamente assai poco plausibile? Insegnare a pensare che chi sulla religione ha opinioni diverse dalle proprie è certamente in malafede?

Anna Segre

(13 gennaio 2017)