esplorare…

La Torah indica con tre verbi differenti la tragica missione esplorativa in Eretz Israèl.
Il primo è “latùr” (Bemidbàr, 13; 2), “esplorare”, “fare turismo”. Una paradossale somiglianza con “tour”, la parola con cui la lingua inglese indica il turismo. Poi abbiamo il verbo “lachpòr” (Devarìm,1; 22) “scavare”, che per i Maestri del Talmud (Sotà 35 a) è riconducibile all’azione di “svergognare”. E infine il verbo “leraghèl” (Devarìm, 1; 24), che significa “spiare”, da cui “meraghelim”, “esploratori, spie”, i protagonisti della disastrosa spedizione.  
Che nesso può esserci tra queste tre azioni?
Esplorare e fare turismo, e non solo geograficamente, può limitarsi a girare intorno alle cose, spiando le vite altrui, con quell’insicurezza di chi diffida da relazioni intime e autentiche con se stessi e con gli altri. Ma anche scavare e andare a fondo al di là delle apparenze, può portare, talvolta, a mettere a nudo cose e persone solo per svergognarle e manipolarle.

Roberto Della Rocca, rabbino

(20 giugno 2017)