…Korczak

Si chiamava Janusz Korczak. Fu il famoso pedagogo polacco che a inizio ’900 fondò a Varsavia un orfanotrofio sperimentale per bambini ebrei condotto sulla base di teorie innovative. Nel 1940, l’orfanotrofio fu spostato all’interno del Ghetto, e quando al dottor Korczak fu proposto di salvarsi scappando dal Ghetto egli si rifiutò, per condividere il destino dei duecento bambini che vennero deportati a Treblinka e lì sterminati.
Oltre a svolgere una intensa attività sociale, Korczak collaborò anche regolarmente con giornali e partecipò a programmi radiofonici. Fra le molte sue altre attività, fondò un giornale, The Little Review, che fece produrre interamente a bambini, ed è su questo che il Padiglione della Polonia alla Biennale di Venezia ha incentrato quest’anno la sua mostra. Ininfluenti, tuttavia, risultano la vita e la morte di Korczak. La Polonia ritiene secondaria la sua storia di ebreo. La Polonia, del resto, è bene non dimenticarlo, è il paese che considera reato ricordare che Auschwitz e gli altri campi di concentramento erano per la maggior parte situati in Polonia, che erano cioè ‘polacchi’. Chissà mai perché. Ossia, chissà mai perché erano polacchi, e chissà mai perché la Polonia non desidera che lo si ricordi.

Dario Calimani, Università di Venezia

(20 giugno 2017)