In ascolto – Tom Jones

milanoConto alla rovescia per il concerto di Tom Jones alla Yad Eliyahu Arena a Tel Aviv. Sir Thomas Jones Woodward, ospite di Israele per la terza volta (la prima nel 1997 e la seconda nel 2013), porterà sul palco i tanti successi che hanno segnato la sua carriera. La sua voce è un dono, uno strumento eccezionale, ruvida e calda al tempo stesso, dotata di ampia estensione e forza ed energia invidiabili, quindi ci pare ovvio che nella sua lunga carriera abbia venduto milioni di dischi e vinto decine di premi. In realtà il suo percorso artistico e umano è tutt’altro che ovvio.
Nasce in tempo di guerra in una famiglia povera e a soli 15 anni lascia la scuola. A 16 anni è già sposato e cerca di mantenere la moglie lavorando come operaio e muratore “a giornata”.
Sono anni duri, ma Tommy non molla mai e continua a credere e a investire nel suo straordinario talento musicale, nonostante le difficoltà e lo scetticismo dei più. Nel 1963 inizia a girare con il gruppo beat Senators e nel 1964 incide il suo primo singolo ma è solo grazie al singolo It’s not unusual del 1965 che finalmente Tommy Woodward, divenuto ormai Tom Jones acquista notorietà in Inghilterra e in America. Nello stesso anno ottiene un Grammy Award. Il povero ragazzo di umile famiglia e senza istruzione diventa una star mondiale e nel 2000, è lui a dare inizio ai festeggiamenti del nuovo millennio presso la Casa Bianca, accanto a Bill Clinton. Proprio come in una bella fiaba.
“La cosa che ho sempre cercato, più di ogni altra, la cosa che mi ha sempre reso felice, è stata la possibilità di avere intorno musicisti di buon umore e di grande talento”, scrive nella sua autobiografia, in cui racconta le tante traversie della propria vita ma anche i momenti di felicità assoluta, quelli in cui la musica vince su tutto ed è una zona franca, in cui ci si ritrova insieme, aldilà di qualsiasi appartenenza politica o religiosa.
Tom Jones ha sempre difeso quello spazio, come nel 2013 quando si è schierato contro gli artisti reclutati da Roger Waters nella campagna di boicottaggio che cancellavano i propri concerti in Israele. “Credo che gli artisti debbano fare intrattenimento e dovrebbero andare ovunque, senza restrizioni. Ho fatto due concerti a Tel Aviv ed è stato fantastico”.
E mentre Israele attende il ritorno imminente del grande Tom Jones, noi ascoltiamo una sua vecchia esecuzione di uno dei grandi classici del repertorio yiddish che, come dice lui stesso, ha imparato dal papà minatore.

Maria Teresa Milano

Consiglio d’ascolto:

(22 giugno 2017)