…Russiagate

Diciamolo chiaramente, si svela il segreto di Pulcinella nel dire che Trump non gode di grande simpatia. A cominciare da casa propria, dove i sondaggi lo relegano costantemente in fondo alle classifiche di gradimento di tutti i tempi, dopo che le elezioni avevano visto premiata nel voto popolare la sua sfidante. E non diciamo niente di sorprendente sottolineando l’incredibile faciloneria della sua amministrazione, dove abbiamo visto cadere in pochi mesi le teste più importanti della compagna elettorale ed abbiamo assistito ad una girandola di dimissioni e nuove nomine da far invidia alla giunta Raggi a Roma! Le notizie riguardo il cosiddetto Russiagate, che giungono da oltre Oceano, rivelano, però, qualcosa di assai più ampio ed insidioso. Le nuove carte rivelano come anche lo staff di Hilary si sia rivolto in campagna elettorale alla medesima agenzia russa esperta nella degrinazione dell’avversario a mezzo web. Una vera e propria macchina del fango, che ha il solo obiettivo di rovistare nella spazzatura e di imbastire fake news. Migliore prova di cosa sia diventata oggi la democrazia occidentale non poteva esserci: una campagna elettorale permanente, in cui l’unico obiettivo è la vittoria elettorale, superando qualunque confine morale e a dispetto di qualsiasi attuabilità politica di ciò che si propaganda. Nel frastuono generale, ci è sfuggito che le nostre democrazie non producono più governi credibili da tempo. In un sistema maggioritario come quello statunitense o francese, lo scontro è sempre più fra due pistoleri che vincono se sparano per primi al cuore; in uno proporzionale la scarsità di consenso costringe ad alleanze a dir poco improbabili. Insomma, il Russiagate più che far male a Trump, fa male a tutti noi. Il re è nudo e nessuno sembra essersene accorto.

Davide Assael, ricercatore