ginnasio…

Come è successo che l’orizzonte delle nostre riflessioni halachiche e delle nostre decisioni si sia tramutato in costante “divieto”? Quando è successo che abbiamo perso quella meravigliosa capacità di studio, riflessione e speculazione che per secoli, per millenni ci ha permesso di dichiarare ebraicamente possibile ciò che sembrava vietato e vietato non era?
Mi pongo queste domande e leggo, intanto, una riposta del Melamed Lehoil, rav David Zvi Hoffmann (1843, Verbó, Austria – 1921, Berlino), maestro ortodosso dell’Ebraismo Tedesco.
Vi offro la questione, come luogo di riflessione e come spunto per immaginare quanto sforzo e quanta passione halachica da grande maestro ci siano state dietro queste parole che, seppur in certe condizioni ed in certi momenti storici, hanno cercato di permettere e non si sono rifugiate nella caverna buia del divieto.

Responsa “Melamed Lehoil” Capitolo 1 (Orach Chaiim) 58,

Lezione al Ginnasio durante Shabbat

Domanda: Giovani che frequentano una scuola chiamata Ginnasio, per studiare lì materie che sono necessarie di questi tempi per poter avere una lavoro e che vi si recano anche di Shabbat portando con loro i libri che servono per lo studio, deve un genitore ostacolare i propri figli oppure no?

Risposta: Prima di tutto parlerò del fatto se sia permesso per gli studenti di Ginnasio andarci anche di Shabbat. Nell’Orach Chaiim 307, 17 sono riportate due opinioni e l’opinione di coloro che vietano di studiare in una scuola scientifica di Shabbat è riportata senza alcun riferimento mentre l’opinione di chi permette la cosa è riportata in nome del decisore halachico. […]

Mi sembra che per la questione in oggetto anche coloro che vietano sarebbero d’accordo che quasi esiste una mitzvah, poiché è risaputo che di questi tempi non è possibile ottenere un mestiere che permetta di vivere se non si è prima studiato nelle scuole chiamate ginnasio o rahaleshule, scuole “reali” . E se lo studente si assenta dai suoi studi il giorno di Shabbat potrebbe non capire anche quello che studia durante la settimana poiché l’insegnante non ripete la lezione per lo studente ebreo se lo ha già fatto di Shabbat e per questo gli studenti si ritroverebbero ad indietreggiare e non a progredire. Si potrebbe affermare che il padre ebreo potrebbe assumere un precettore privato che possa insegnare a suo figlio ciò che viene insegnato di Shabbat, ma la maggior parte degli ebrei per nostra grande sventura sono indigenti e non potrebbero sostenere le forti spese come quelle di un precettore privato e siccome lo studio è necessario alla parnassà, alla sopravvivenza con certezza può essere considerato come una mitzvah ed è permesso secondo ogni opinione come il parlare di un bambino per insegnargli un arte così come è scritto in Orach Chaiim 306, 5. Ed io affermo inoltre che ci sono luoghi dove persino per coloro che possono permettersi un tutore privato per il proprio figlio che si assenta di Shabbat sarebbe meglio mandare il proprio figlio a scuola così come fanno i figli dei meno abbienti, negli stessi luoghi, poiché la maggior parte degli ebrei, per nostra disgrazia, profanano lo Shabbat e scrivono di Shabbat e gli studenti ebrei che non scrivono di Shabbat sono una una minoranza, in questo modo aumenteranno gli studenti ebrei che non scrivono di Shabbat e più e più si rafforzeranno poiché si aiuteranno gli uni con gli altri nel dirsi di essere forti e se invece gli studenti osservanti dovessero essere pochi c’è da preoccuparsi che non riuscirebbero, Dio non voglia, a sostenere questa esperienza, almeno il debole tra loro frenerebbe la sua mano dal compiere cose non giuste ed è meglio che quindi anche il benestante compia una trasgressione insignificante se questo salva il suo compagno, figlio di Israele, da una trasgressione peggiore e vai fuori e vedi quello che fa la gente, che già è in uso presso molti osservanti del mondo ashkenazita il mandare i propri figli al ginnasio di Shabbat con successo ed essi, i ragazzi, si sono comportanti da uomini di fede, in maggioranza hanno santificato il Nome del Cielo ed Israele con Gloria, solo bisogna stare attenti che i ragazzi siano ben istruiti e d’accordo nel non tralasciare la lettura della Torah di Shabbat, e se c’è bisogno che si dica che essi rimangono a casa per le Feste è cosa buona e che vadano al Bet HaKnesset almeno per i Giorni Terribili e non frequentino il Ginnasio almeno in quei giorni.”

Pierpaolo Pinhas Punturello, rabbino