In ascolto – The Nanny

milanoL’ho già detto altre volte, mi diverte trovare connessioni musicali ardite, perché si intrecciano biografie, generi diversi, epoche. La storia che voglio raccontare oggi inizia con il telefilm americano The Nanny, mandato in onda dalla CBS dal 1993 al 1999 e interpretato da Fran Drescher. I nonni materni dell’attrice erano ebrei emigrati dalla Romania, quelli paterni ebrei emigrati dalla Polonia.
Fran Drescher cresce nel Queens e quando crea “The Nanny” insieme al marito Peter Marc Jacobson, porta nella fiction la realtà della grande famiglia ostjuden in cui è cresciuta: caotica e divertente, con personaggi profondamente caratterizzati proprio come in un racconto di Singer. Ma la cosa curiosa è che nella versione italiana, “La Tata”, sparisce ogni elemento ebraico: la protagonista Fran diventa Francesca Cacace, la zia Sylvia diventa zia Assunta, il nonno polacco ebreo emigrato prima della Seconda guerra mondiale è un allevatore di pecore del Lazio e la chiassosa e colorata famiglia ha origini ciociare.
Un secondo elemento curioso: a differenza di altre serie televisive, “La Tata” mantiene anche nella produzione italiana la sigla originale “The Nanny named Fran”, uno swing da locale jazz newyorchese, fresco e allegro, scritto e interpretato da Ann Hampton Callaway, una vera celebrità per gli amanti del genere.
Ann ha davvero una bella voce, diversi colori e un grande senso ritmico, si sente che ha macinato ore con lo scat. E tanto per stare in tema di “sovrapposizioni culturali e identitarie”, in molti suoi concerti dice di avere la chutzpa. E come darle torto? È riuscita a mettere in piedi un tour dal titolo “The Streisand Songbook”, senza sentire alcun timore per l’inevitabile confronto con una delle interpreti più celebri dei nostri tempi. È stata accompagnata da diverse orchestre nel progetto e dopo l’allestimento con la San Francisco Symphony, è uscita la recensione di Randall Fleischer: “Il tributo di Ann alla Streisand è una serata di grandi canzoni, orchestrate in modo brillante e cantate magnificamente”.
D’altronde già anni prima del tour proprio Barbra Streisand aveva chiesto ad Ann di mettere le parole su una melodia di Rolf Lovland ed era nata “I’ve dreamed of you”, che la Streisand avrebbe cantato per suo marito James Brolin in occasione del loro matrimonio.
Fran Drescher e Barbra Streisand, due donne lontane con radici e storia comuni, che si incontrano nelle nostre incursioni musicali grazie al jazz, a Broadway e alla voce di un’artista americana che ha scoperto cosa significa chutzpa.

Maria Teresa Milano

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