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16 settembre 2013 - 12 Tishri 5774
PAGINE EBRAICHE 24

ALEF / TAV DAVAR PILPUL

alef/tav
Adolfo
Locci,
rabbino capo
di Padova
Rabbenu Yona di Gerona (XIII sec.) insegna che l'ottenere il perdono in quanto tale non comporta necessariamente che un individuo abbia ritrovato completo favore agli occhi del Signore. Una persona può essere consapevole di ciò solo quando coglie l'occasione che D-o gli offre nuovamente: la possibilità di compiere dei precetti.
Abitare nella Sukkah, prendere il Lulav, osservare il giorno festivo rappresentano questa occasione, un nuovo "Principio" che, mi auguro, non ci faremo sfuggire, Chag Sameach.
 
Anna
Foa,
storica
L'autunno si annuncia un po' triste fra la pioggia e le memorie: settantacinque anni da quell'autunno del 1938 in cui le leggi contro gli ebrei si succedevano ogni giorno a tagliarli fuori dalla vita civile e settant'anni da quell'altro autunno insanguinato del 1943 in cui cominciava l'occupazione nazista ed iniziavano le stragi. Il 16 ottobre saranno settant'anni dalla razzia degli ebrei romani, rimasta come una ferita aperta non solo degli ebrei ma dell'intera città. Nei media si infittiscono i commenti, le memorie, ed è giusto che sia così. Vorremmo però che da questo parlare, da questo scrivere e ricordare derivasse almeno ad alcuni un momento di autentica riflessione. Nell'irrilevanza delle parole che ci distingue, che almeno alcune di queste parole restino a segnare gli animi di chi è troppo giovane per ricordare, di chi non ha avuto nessuno che gli raccontasse.
 
Un anno per la libertà
Gli auguri del presidente dell'Unione delle Comunità Ebraiche Renzo Gattegna in occasione dell'inizio del nuovo anno ebraico.
 
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Voci a confronto
Grande attesa a New York per le conclusioni che gli ispettori Onu inviati in Siria riferiranno oggi al Palazzo di Vetro. “La minaccia dell’uso della forza rimane se il regime di Damasco non rispetterà l’accordo” ha spiegato il segretario di Stato americano John Kerry, impegnato in alcuni incontri in Israele (Messaggero).
Sul Corriere l’analisi di Guido Olimpio sui nuovi possibili spiragli di dialogo tra Stati Uniti e Iran. Una riflessione che avviene a poche ore dall’annuncio di Obama che, alla televisione Abc, ha spiegato di aver scritto al suo omologo Rohani ponendo al centro dell’attenzione il tema del nucleare e ammonendo il suo interlocutore sulle scelte future in merito.
Due importanti appuntamenti per l’ebraismo italiano. Oggi a Milano, alla fondazione Corriere, la presentazione del rapporto sull’antisemitismo realizzato dai ricercatori del Cdec (Corriere Milano). A Padova una grande mostra riflette il rapporto tra le donne ebree e l’arte attraverse le figure di alcune tra le più significative interpreti del Novecento (Stampa)
Sulla Stampa l’infanzia “felice” di Brigitte Hoss, figlia del comandante di Auschwitz. Un segreto custodito per decenni, anche con i propri cari, e rivelato soltanto con la consapevolezza di avere una grave malattia.
Ignazio Marino, sindaco di Roma, apre alle unioni civili. “In Europa – afferma – siamo l’unico paese, assieme alla Grecia, che non ha legge sulle unione civili. Quanto ancora dovremo aspettare?” (Messaggero).
 
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Risorse e bilanci
Un approfondimento sull’ultimo Bilancio dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane.
 
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  davar
1938-2013
Trieste riafferma la Memoria
18 settembre, Piazza Unità a Trieste. Davanti a una folla immensa Benito Mussolini annuncia l’infamia delle leggi razziste, precendentemente firmate con regio decreto dal capo dello Stato Vittorio Emanuele III. Regime fascista e monarchia decretano il tradimento nei confronti degli ebrei italiani e danno il via a una serie di terribili restrizioni, primo capitolo di una lunga onda di annientamento dei diritti e delle libertà individuali che per molte migliaia di famiglie si concluderà nei campi di sterminio nazisti.
A 75 anni da quei fatti ebrei italiani e istituzioni si danno appuntamento negli stessi luoghi per affermare, con forza, il valore della Memoria. Denso il calendario di iniziative, che si apriranno nel pomeriggio con una solenne cerimonia nella sala del Consiglio comunale e alla presenza delle massime autorità regionali e locali. Assieme al presidente dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane Renzo Gattegna, al presidente della Comunità ebraica di Trieste Alessandro Salonichio e allo storico Michele Sarfatti, che terrà una lectio magistralis dedicata a quel periodo storico e alla scelta non casuale di Trieste da parte di Mussolini, interverranno il sindaco Roberto Cosolini, il presidente della provincia Maria Teresa Bassa Poropat e il presidente della Regione Friuli Venezia Giulia Deborah Serracchiani. L’incontro è organizzato dal Comune in collaborazione con la Comunità ebraica e con l’associazione Danilo Dolci.
(nell'immagine di Giovanni Montenero Maurizio Nacmias che era presente al comizio di Mussolini 75 anni fa. Adolescente perseguitato, campione sportivo, protagonista della Resistenza, l'uomo racconta sul numero di Pagine Ebraiche che sarà distribuito nei prossimi giorni come quel discorso e l'odio delle persecuzioni cambiarono la sua vita. Sempre sul nuovo numero del giornale dell'ebraismo italiano numerosi servizi sono dedicati a questo importante momento di Memoria)
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Qui Milano
Festival Jewish and the City
Raccontare lo Shabbat alla città

Ha preso simbolicamente il via a Palazzo Marino la missione di Jewish and the City, il grande festival internazionale di cultura ebraica che si svolgerà a Milano tra la sera del 28 settembre e il 1 ottobre organizzato dalla Comunità ebraica e dal Comune: raccontare e far conoscere lo Shabbat, la molteplicità dei suoi significati, e soprattutto il senso profondo del riposo e della disconnessione, alla città più frenetica d’Italia.
“Non in un luogo il popolo ebraico ha nei millenni riposto la sua identità – ha spiegato nel corso della partecipata conferenza stampa il direttore scientifico del festival rav Roberto Della Rocca, che guida il Dipartimento educazione e cultura dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane - Non in un monumento o in uno spazio fisico, ma in un tempo, quello dello Shabbat, osservato nei secoli dagli ebrei di tutto il mondo negli stessi istanti, un luogo da portare sempre con noi”.
A intervenire nel corso della presentazione introdotta dalla curatrice del festival Valeria Cantoni, sono state tante delle sue diverse anime. Gli assessori alla cultura del Comune di Milano Filippo Del Corno e della Comunità ebraica Daniele Cohen, Andrée Ruth Shammah, ospite d’eccezione di molte iniziative nel Teatro Franco Parenti da lei diretto, l’ex magistrato e presidente Garzanti libri Gherardo Colombo, che sarà uno dei protagonisti del festival nell’incontro Etica e norma in programma domenica 29 settembre, Vittorio Meloni e Stefano Lucchini, in rappresentanza di Eni e Intesa San Paolo, tra gli sponsor di Jewish and the City. Presente in sala anche Roberto Jarach, vicepresidente UCEI con delega alla Giornata della cultura ebraica (che a Milano viene abbracciata e ampliata nel festival), il presidente della Comunità di Milano Walker Meghnagi e il rabbino capo Alfonso Arbib.
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pilpul
Le parole del rav Di Segni
sul pensiero del papa

Grande risonanza hanno ricevuto su tutti i mezzi di comunicazione e soprattutto sulla stampa cattolica le parole che il rabbino capo di Roma Riccardo Di Segni ha inviato al quotidiano “la Repubblica” (che ha titolato “Una svolta le parole per gli ebrei. Questo pontificato non smette di stupire”) alla vigilia di Kippur per commentare un recente intervento del papa. Molti sono venuti a conoscerle però attraverso stralci e citazioni parziali, che rischiano di impoverirne la portata e la complessità e di ridurre il messaggio a una formale espressione di apprezzamento lasciando nell'ombra gli aspetti più vivi e problematici. Ed è un peccato. Per favorirne una migliore comprensione e aiutare il lettore a valutare meglio il messaggio in ogni suo aspetto, riproponiamo il testo integrale qui di seguito. Ognuno potrà così prenderne visione e trarre le proprie conclusioni.
“Questo pontificato non smette di sorprendere, ma le idee che Francesco esprime non sono certamente eterodosse. Sono presenti nella tradizione cristiana o si sono affermate più recentemente sulla scia del Concilio come dialogo e tolleranza, ma è la forza con cui le esprime e la capacità di trovare ascolto e risonanza che stupisce. Il fatto che l'ebraismo sia radice santa del cristianesimo è fondamentale, ma molte correnti teologiche soprattutto protestanti hanno cercato di sminuirlo. Opponendosi a queste correnti, Francesco è coerente col magistero di Benedetto. Decisamente notevole è l'espressione di gratitudine agli ebrei perla loro perseveranza nella fede. Paradossalmente, dopo secoli di predicazione cristiana contro la “superstizione giudaica” e la vanità dell'attesa messianica, oggi la fedeltà ebraica diventa un modello peri cristiani e per l'umanità, e questa è una svolta non improvvisa ma molto significativa di cui anche gli ebrei dovranno prendere coscienza.

Riccardo Di Segni, rabbino capo di Roma

Oltremare - Kippur su ruote
Il silenzio è la prima cosa che colpisce, camminando veloci per le strade già quasi vuote di Tel Aviv.
A pochi minuti dall'inizio di Kol Nidre, inizio solenne e corale di Yom Kippur, le automobili in moto sono ridotte a pochi ritardatari, e già iniziano a vedersi i primi ragazzini in bicicletta. Le autostrade sono deserte, e turisti e giornalisti si divertono a fotografarle (in effetti fa una certa impressione vedere le otto corsie della Ayalon, arteria principale del centro di Israele, attraversate da skateboard e biciclette).

Daniela Fubini, Tel Aviv
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In cornice - Percorsi cinesi
L’arte contemporanea cinese non è solo scopiazzatura di modelli occidentali e corsa al denaro facile. C’è anche chi torna alle antiche radici culturali cinesi per costruire percorsi artistici originali, e poi casomai confrontarsi con il mondo occidentale. Un esempio per tutti? Zhang Huan, adesso in mostra al Forte da Belvedere a Firenze. Sulle sue tele, crea figure e suggestioni stendendo strati di polvere di incenso proveniente dai templi tibetani che fissa con la colla.

Daniele Liberanome, critico d'arte
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Tea for two - Il mio Kippur
"Anche questo anno è fatta", questa è la frase che sigilla da sempre il mio Kippur. Improvvisamente i volti tesi si rasserenano, le rughe si distendono con botox naturale ed i bambini diavolacci che bevono peccaminosi succhi di frutta, diventano di nuovo creaturine alle quali sorridere bonari. La verità è che a me Kippur mette ansia. E non solo a me, le mie amiche ed io siamo esperte del settore.

Rachel Silvera, studentessa
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