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2 dicembre 2013 - 29 Kislev 5774
PAGINE EBRAICHE 24

ALEF / TAV DAVAR PILPUL

alef/tav
Paolo Sciunnach, insegnante
Grande riflessione morale e teologica denota l'articolo del rabbino capo di Roma "I limiti del dialogo e una sinfonia stonata". Effettivamente il rischio c'è. Associare la Passione con la Shoah suscita tutta una serie di questioni, tra le quali, la più scottante, secondo me, è la seguente: il popolo ebraico, innocente, morto nei campi di sterminio è stato "sacrificato" per i peccati dell'umanità come "il Cristo"?
 
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Anna
Foa,
storica
"Vorrei essere un balsamo per tante ferite", scriveva da Westerbork. E lo fu davvero, nei lunghi mesi trascorsi nel campo olandese di transito, prendendosi cura di adulti e bambini, consolando e rasserenando, fino a che nel settembre 1943 non fu mandata ad Auschwitz. Vi morì il 30 novembre, settant'anni fa, a ventotto anni. Inizialmente ignota, divenne sempre più conosciuta a partire dagli anni Ottanta, fino a rivelarsi come una delle voci più profonde e significative della Shoah. E Adelphi, che già aveva pubblicato negli anni Ottanta il suo Diario e le sue Lettere, li ha riproposti recentemente in edizione integrale, due spessi volumi fitti di riflessioni e di stimoli morali ed intellettuali, una voce forte e piena di umanità dagli abissi del male.
 
 
Gattegna: “Italia-Israele,
un legame per la pace”
"Vi ringrazio a nome di tutti gli ebrei italiani i quali, nel vedervi lavorare fianco a fianco, circondati dai ministri dei rispettivi governi, nell'assistere alle vostre strette di mano, provano un profondo sentimento di gioia, di completezza, di speranza che questo rapporto di amicizia rimanga stabile e costante e sia fonte di pace e di sicurezza. Quella pace e quella sicurezza che, per entrambi i popoli, per molti secoli sono stati beni sconosciuti".
Lo ha affermato il presidente dell'Unione delle Comunità Ebraiche Italiane Renzo Gattegna nell'intervento appena tenuto al Tempio Maggiore di Roma in occasione della visita del primo ministro italiano Enrico Letta e del suo omologo israeliano Benjamin Netanyahu.
 
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Voci a confronto
“Una comunità che apporta un inestimabile contenuto in un Paese come il nostro che troppo spesso fa in fretta a perdere la memoria, mentre deve ricordare di tenere alta guardia rispetto a ogni forma di discriminazione, razzismo e xenofobia”. Così il presidente del Consiglio Enrico Letta ha definito la comunità ebraica italiana nel corso della sua partecipazione all’accensione del quinto lume di Chanukkah alla sinagoga di Roma insieme al primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu (Repubblica), che ha lanciato un forte monito contro la minaccia del nucleare iraniano (tra gli altri, Messaggero).
Oggi il vertice Italia e Israele e un incontro tra Netanyahu e Bergoglio (Stampa).
Accensione pubblica della Chanukkiah anche in piazza Barberini a Roma. Alle cerimonia organizzata dal movimento chassidico Chabad-Lubavitch, hanno partecipato tra gli altri anche il presidente del Senato Piero Grasso e il sindaco di Roma Ignazio Marino (Messaggero).
Il viceministro degli Esteri israeliano Zeev Elkin ha lanciato un appello alle autorità tedesche affinché i quadri rinvenuti nelle scorse settimane a Monaco siano affidati a musei ebraici se non si dovessero rintracciare i legittimi proprietari a cui furono sottratti dai nazisti (Repubblica).
Il Corriere Milano riporta dell’ipotesi che i padiglioni dei paesi musulmani a Expo 2015 possano prevede uno spazio di culto, per addetti ai lavori ed eventualmente anche visitatori.
Sull’Unità, intervista a Saeb Erekat, caponegoziatore palestinese nelle trattative di pace con Israele sponsorizzate dal segretario di Stato americano John Kerry.
 
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Provvedimenti antinegazionismo
Un coro a molte voci
Il dossier raccolto dalla redazione circa il denso dibattito a proposito dei provvedimenti antinegazionismo che vede protagonisti storici, intellettuali e giuristi.
 
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  davar
italia-israele: il vertice intergovernativo
Insieme per battere la crisi
Insieme per batere la crisi: 12 accordi simbolo dell'amicizia tra Israele e Italia. "Accordi concreti e importanti", ha dichiarato il primo ministro italiano Enrico Letta commentando la firma con il premier israeliano Benjamin Netanyahu di dodici protocolli, dall'energia alla sanità, siglati in occasione del vertice intergovernativo tra i due paesi. "Ringrazio il presidente del Consiglio Enrico Letta per la sua visita di ieri al Tempio Maggiore di Roma", ha dichiarato Netanyahu, sottolineando come Letta sia "un amico del popolo ebraico e di Israele" e come "il nostro successo coincida con il vostro".
Al centro del vertice e degli accordi, firmati alla presenza dei rispettivi ministri, diversi settori centrali per entrambe le realtà:  energia, ambiente, protezione civile, sicurezza, sanità, cultura, istruzione e ricerca. "In sinagoga - ha affermato Netanyahu, in riferimento alla cerimonia tenutasi domenica al Tempio Maggiore di Roma - ho parlato di ciò che è accaduto 'ieri', ora voglio parlare del domani". Innovazione è la parola chiave secondo il premier israeliano, fronte su cui entrambi i paesi sono impegnati in una collaborazione che guarda la futuro. Un'innovazione che però non dimentica il passato, come dimostrano le affermazioni di Letta che ha annunciato lo stanziamento i fondi per la realizzazione del Museo della Shoah di Ferrara. "La comunità ebraica di Roma come tutte le comunità ebraiche italiane - ha affermato Letta, ringraziando per l'invito alla cerimonia per celebrare la festa di Chanukkah di ieri - sono degli attori morali sempre necessari nella nostra società". Bisogna tenere alto, ha sottolineato il presidente del Consiglio, l'attenzione di fronte alla discriminazione e all'odio. "Le comunità ebraiche italiane sono un monito contro l'intolleranza" ha ricordato Letta, invitando Netanyahu a visitare il Museo della Shoah quando sarà inaugurato.
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incontro netanyahu-bergoglio
Prende corpo il viaggio del papa
Il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha incontrato in mattinata Jorge Bergoglio in Vaticano. Durante il colloquio durato circa 25 minuti sono state affrontate tematiche quali la complessa situazione delle dinamiche geopolitiche in Medio Oriente, e i rapporti tra le autorità israeliane e le comunità cattoliche, anche per quanto riguarda il regime fiscale e la gestione dei luoghi santi. Al termine della visita il premier ha fatto dono al pontefice di una chanukkiah a otto braccia e un’ampollina d’oro, e di un libro scritto dal padre, lo storico Benzion Netanyahu a proposito dell’Inquisizione.
Infine il primo ministro ha rivolto nuovamente a Bergoglio l’invito a recarsi in visita in Israele, una visita che secondo riportate dalla stampa internazionale potrebbe avvenire nella seconda metà di maggio 2014. 

italia-israele: l'incontro letta-netanyahu
"La luce della nostra amicizia"
“In questi sette mesi, ma lo sapevo già, ho potuto apprezzare l'importanza per questo Paese delle comunità ebraiche italiane che svolgono un insostituibile ruolo di attore morale nel nostro paese e nella nostra società, un inestimabile contributo per un Paese come il nostro che troppo spesso perde la memoria”. Lo ha affermato il presidente del Consiglio Enrico Letta, in visita insieme al suo omologo israeliano Benjamin Netanyahu al Tempio Maggiore di Roma in occasione dell'accensione del quinto lume della Chanukkiah. Ad intervenire, oltre ai due leader politici, anche il presidente dell'Unione delle Comunità Ebraiche Italiane Renzo Gattegna, il presidente della Comunità ebraica di Roma Riccardo Pacifici, il rabbino capo Riccardo Di Segni e il presidente del Keren Kayemeth LeIsrael Italia Raffaele Sassun.
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italia-israele: il saluto del presidente UCEI :
"Un legame per la pace"
Il presidente dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane Renzo Gattegna si è così rivolto al primo ministro italiano Enrico Letta e al suo omologo israeliano Benjamin Netanyahu in occasione della visita di entrambi al Tempio Maggiore di Roma per l’accensione del quinto lume di Chanukkah:

Presidenti Letta e Netanyahu, illustri autorità e ambasciatori,
Vi ringrazio a nome di tutti gli ebrei italiani i quali, nel vedervi lavorare fianco a fianco, circondati dai ministri dei rispettivi governi, nell’assistere alle vostre strette di mano, provano un profondo sentimento di gioia, di completezza, di speranza che questo rapporto di amicizia rimanga stabile e costante e sia fonte di pace e di sicurezza. Quella pace e quella sicurezza che, per entrambi i popoli, per molti secoli sono stati beni sconosciuti.
Ma per entrambi arrivò un anno eccezionale, il 1948, l’anno che ha visto la realizzazione di due speranze, di due sogni. L’Italia ha potuto sancire la fine della dittatura e la riconquista della libertà con la promulgazione della Carta costituzionale repubblicana entrata in vigore il primo gennaio di quell’anno, che ha segnato la sua nascita come nazione unita, libera e democratica.
Contemporaneamente Israele è tornato ad esistere come Stato dopo due millenni, con la solenne proclamazione pronunciata da Ben Gurion il 14 maggio dello stesso anno.
Un piccolo Stato, un meraviglioso esempio, un concetrato di energia, un ideale di civiltà e di cultura perseguito per secoli, una speranza che forse, in certi periodi storici, potrebbe essere apparsa irrealizzabile alle comunità ebraiche sparse in tutto il mondo.
Non può essere un puro caso se nello stesso momento due tra le più antiche nazioni del mondo hanno ritrovato la felice realizzazione del loro secondo Risorgimento.
Roma e Gerusalemme, culle della civiltà, sono tornate a risplendere nel segno di tradizioni insieme antiche e moderne, protese verso il futuro e determinate a ritrovare nelle loro gloriose radici, la forza di riproporre al mondo i principi di libertà, giustizia, progresso e pace.
Ma non può esserci pace senza sicurezza e senza giustizia. E non può esserci giustizia senza il rispetto dei diritti fondamentali.
Il nostro augurio è che i due Stati da voi rappresentati, due paesi affacciati sullo stesso mare, possano continuare a collaborare per trasformare il Mediterraneo nel quale convergono tre continenti – Europa, Asia, Africa – in un’oasi di coesistenza pacifica di culture diverse nella quale non possa esistere alcuna forma di discriminazione, razzismo e oppressione.
Questi sono i valori che celebriamo questa sera, come ogni anno, accendendo le candele di Chanukkah.
Auguri, Hag Sameach a tutti.

Renzo Gattegna
presidente Unione delle Comunità Ebraiche Italiane
 
identità
"Servire la Comunità
è altra cosa dal servirsene"

Il direttore del dipartimento Educazione e cultura dell'Unione delle Comunità Ebraiche Italiane  rav Roberto Della Rocca firma sul numero di dicembre di Pagine ebraiche attualmente in distribuzione un editoriale che prende le mosse dalle recenti dichiarazioni dell'attore Moni Ovadia per considerare il nostro rapporto con le istituzioni comunitarie. Eccone il testo:
Non voglio qui entrare nel merito delle dichiarazioni di Moni Ovadia dei giorni scorsi, relative alla sua volontà di dissociarsi dalla Comunità di Milano, in parte per i suoi complessi aspetti identitari, in parte per il timore di finire in una polemica che mi è parsa a volte infantile e per certi aspetti un po’ ridicola. Credo invece che il “caso Ovadia” debba essere di stimolo a una riflessione seria e pacata sul rapporto che ognuno di noi dovrebbe avere con la propria Comunità e con le sue istituzioni. Bisogna tener presente che il nostro essere ebrei non può prescindere dall’esistenza della Comunità il cui mantenimento, sia dal punto di vista economico che di partecipazione, è dovere e compito di tutti, nessuno escluso.

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adei - melamed -
Integrazione fra i banchi
Superare le barriere, dimostrare che non esistono. Questo, come raccontano Ziva Fisher e Angelica Calò Livne il senso di “Una Cultura in tante culture”, il progetto portato avanti dall’Adei Wizo che per l’ottavo anno coinvolge studenti e insegnanti in tutta Italia, grazie anche al sostegno dell’UCEI, tramite i fondi dell’Otto per mille.
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ugei
Partecipazione e dialogo,
i giovani lanciano la sfida

La necessità di trovare una soluzione per garantire la più ampia rappresentatività e allo stesso tempo rispettare le regole previste per assicurare una partecipazione consapevole. Le migliori modalità per raccogliere la sfida del dialogo interreligioso. La particolare attenzione nei confronti di ciò che riguarda lo Stato d’Israele. Sono questi alcuni dei temi che hanno animato il dibattito del XIX Congresso dell’Unione giovani ebrei d’Italia (Ugei), che ha inoltre eletto i componenti del Consiglio esecutivo 2014.
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qui vercelli
La luce che rende uniti

Strade, piazze, sinagoghe d’Italia continuano ad essere al centro dei festeggiamenti di Chanukkah. A legare grandi e piccole Comunità la luce di una ricorrenza che è prima di tutto affermazione gioiosa della propria identità.
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qui casale
Nuove chanukkiot al Museo
Come da tradizione a Casale Monferrato la ricorrenza di Chanukkah è stata festeggiata con l'ingresso di nuovi candelabri, opera di artisti italiani e internazionali, nel Museo dei Lumi. In mostra sono adesso 156 opere degli stili e dalle forme più disparate.
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pilpul
 Oltremare - Il rosa
I mini-blindati color rosa pallido che salutavano i nostri arrivi a Gerusalemme, all’altezza di Shoresh per essere precisi, dalla settimana scorsa sono stati retrocessi. Da pilastri della Storia tangibile e visibile nel quotidiano, a oggetti da museo.
Vero, forse in un museo (anche se all’aperto, nel parco di Shaar HaGai) saranno conservati meglio e non sarà più necessario dar loro mani di vernice ogni volta diversa
.

Daniela Fubini, Tel Aviv
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In cornice - Andy Warhol
Pochi artisti ingannano quanto Andy Warhol - e ben lo si vede nella mostra ora esposta al Palazzo Reale di Milano. A guardarle superficialmente, pare che le sue opere celebrino la moda, il luccichio, le grandi aziende, il superfluo. A meglio osservarle, invece parlano della morte di uomini e di aziende - di Death and Disaster.

Daniele Liberanome, critico d'arte
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Tea for two - Darci un taglio
Probabilmente il momento topico di Rosemary's baby è quello nel quale Mia Farrow, splendida e pastellosa bionda, torna a casa con un taglio di capelli cortissimo che evidenzia il suo volto emaciato da indiavolata. "Sono andata da Vidal Sassoon" dice compiaciuta, nominando il parrucchiere più famoso di tutti i tempi. Pur lievemente meno spiritata e decisamente non spigolosa, mi sono Rosemaryzzata anche io.

Rachel Silvera, studentessa/stagista
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