
Elia Richetti,
rabbino
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Cominciano
le regole relative ai sacrifici, o – per meglio dire – ai “qorbanòth”.
La precisazione non è peregrina: se il termine sacrificio mette in
risalto il lato della perdita che si subisce, il termine Qorbàn pone
l’accento sulla finalità dell’ “avvicinare” a D.o la nostra offerta e
dell’avvicinarci a Lui. A proposito del primo di essi, la ‘olà
(olocausto), la Torah stabilisce che l’offerente “la offra a sua
volontà davanti a D.o”. Questa espressione viene stranamente commentata
da Rashì con queste parole: “Ciò insegna che lo si costringe ad
offrire”.
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Sergio
Della Pergola,
Università
Ebraica
Di Gerusalemme
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Le
vicende del Medio Oriente vengono spesso trattate come uniche al mondo
e irripetibili ma non è così. Nel dibattito sul futuro di Israele si
scontrano diverse ipotesi: due stati per due popoli – uno stato ebraico
e uno stato arabo-palestinese, oppure uno stato per due popoli – tutto
ebraico, oppure tutto arabo-palestinese. Alla base della discussione vi
sono opposte teorie sull’esistenza, l’essenzialità e la permanenza
delle identità nazionali, etniche e religiose, e a volte anche opposti
ragionamenti sull’equità, sulla sovranità, sul colonialismo e
sull’autoemancipazione dei popoli. Ed ecco ora un altro paese
dibattersi nel problema dei due stati per due popoli, oppure uno solo,
e per chi: l’Ucraina.
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ROMA
- “La questione della purezza rituale”. E' il titolo della conferenza
del rabbino capo di Roma Riccardo Di Segni in programma questo
pomeriggio alle 18 Pontificia Università Gregoriana. La lezione
inaugura il ciclo di cinque conferenze “Lectio Difficilior / דבר אחר.
Letture del Nuovo Testamento e del Talmud con lo sguardo (rivolto)
verso l’Altra Tradizione” che, insieme al ciclo Littera et Spiritus
appena terminato, forma il Tema Annuale del Centro Cardinal Bea "Un
libro - L'Una e L'Altra Tradizione".
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Un ciclo di incontri sull'etica medica
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Un
ciclo di incontri sull’etica medica patrocinato dal Dipartimento
Educazione e Cultura UCEI, avrà luogo nei locali del Tempio dei Giovani
sull’Isola Tiberina con cadenza settimanale. Appuntamento ogni lunedì
alle 20. Tra i rabbanim coinvolti Roberto Colombo, Roberto Della Rocca,
Riccardo Di Segni, Cesare Efrati, Gianfranco Di Segni, Benedetto
Carucci, Ariel Di Porto, Amedeo Spagnoletto, Gavriel Levi, Umberto
Piperno.
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Nuove minacce di Militia
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“Con
te ci vediamo presto”. È l’inquietante minaccia rivolta da Stefano
Schiavulli, tra i leader del movimento di estrema destra Militia, al
presidente della Comunità ebraica di Roma Riccardo Pacifici. L’episodio
è avvenuto nel corso di un’udienza del processo che vede indagato
Schiavulli per vari reati tra cui associazione per delinquere,
violazione della legge Mancino, diffusione di idee fondate sull’odio
razziale ed etnico, apologia del fascismo, deturpamento di cose altrui,
procurato allarme, minacce alle istituzioni e ai loro rappresentanti.
Pochi istanti prima Pacifici aveva spiegato ai giudici di aver ricevuto
una quarta testa di maiale nella sua abitazione (dopo le tre inviate a
Tempio Maggiore, Ambasciata d’Israele e Museo di Roma in Trastevere) e
di non aver pubblicizzato l’accaduto “per non dare visibilità a questi
personaggi”. “Quando gli occhi dei due si incrociano – si legge su
Repubblica – Schiavulli apre la sfida: ‘Ci vediamo presto eh… ci
vediamo molto presto’. Pacifici torna indietro e risponde: ‘Ci vediamo
presto? Cosa fai, mi minacci?’. Il presidente della Comunità ebraica è
una furia. Le sue quattro guardie del corpo gli si lanciano addosso ma
non riescono a fermarlo e lui va verso Schiavulli. Il militante
antisemita a sua volta si alza, la tensione in aula è alle stelle.
Interviene il presidente del secondo collegio Francesco Rugarli,
richiama all’ordine l’imputato: ‘Signor Schiavulli lei qui è in un’aula
di giustizia. Non se lo dimentichi mai’”.
Intervistato da Repubblica, l'ex sindaco di Roma Gianni Alemanno parla
dei conti in rosso al Comune di Roma. Commentando il suo mandato
quinquiennale, Alemanno dice: "Il costo del personale è sceso di 10
milioni e il ragioniere generale mi ha detto che a oggi gli oneri
finanziari per gli investimenti sono sotto i 100 milioni. Ma mica è
colpa mia se ho dovuto accendere mutui per le metropolitane o il museo
della Shoah: impegni presi da Veltroni!".
Intercettato, nelle acque del
Mar Rosso, un cargo carico di armi dirette ai gruppi islamici della
Striscia di Gaza. A condurre l’operazione le forze di sicurezza
israeliane (unità Shayetet 13), che hanno riscontrato all’interno della
stiva numerosi missili provenienti dall’Iran e destinati ad essere
smistati, in un primo momento, a Port Sudan. Il premier Benjamin
Netanyahu, che ha autorizzato l’operazione, ha così commentato:
“L’episodio dimostra che l’Iran sorride con Rohani mentre arma i
terroristi”. A scriverne, tra gli altri, è Maurizio Molinari sulla
Stampa. “L’Iran, con un cast di cui Assad e gli hezbollah sono
coprotagonisti, esporta terrorismo non soltanto per Israele, ma in ogni
parte del mondo. Si tratta di piromani che danno fuoco all’Asia,
all’Africa, all’Europa, all’America per mantenere la leadership degli
ayatollah nella guerra globale per il califfato”, commenta Fiamma
Nirenstein sul Giornale.
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qui roma
Lieberman incontra Kerry
Roma
crocevia di questioni internazionali. Dalla situazione libica, alla
tensione in Ucraina fino ai negoziati di pace tra israeliani e
palestinesi, dietro all'odierna conferenza sulla Libia nella Capitale
si celano diversi intrecci della politica mondiale. Presenti 35
rappresentati di governo di altrettanti paesi, tra cui il segretario di
Stato Usa John Kerry, il ministro degli Esteri russo Sergei Lavrov e il
ministro degli Esteri israeliano Avigdor Lieberman (nell'immagine).
Secondo quanto riportano i giornali, i tre si incontreranno oggi per
discutere la situazione delle trattative di pace israelo-palestinese.
Lasciando Tel Aviv per l'Italia, Lieberman ha puntato il dito contro la
controparte palestinese, accusata dal ministro di voler minare i
negoziati ma sottolineando, intervistato dalla radio israeliana,
“l'importanza di continuare a parlare e tenere sotto controllo il
conflitto, anche se non si riuscirà a risolverlo”. La visita romana
sarà l'occasione per Lieberman di conoscere il suo nuovo corrispettivo
italiano, Federica Mogherini, che ha aperto questa mattina la
conferenza legata alla Libia, paese su cui si sono spenti i riflettori
ma ancora lontana da una stabilità.
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QUI MILANO - giornata europea dei giusti
Il bene, responsabilità di tutti
“Religiosi
e laici: un’unica responsabilità”. Sotto il cielo primaverile, spiccano
i colori dei ragazzi seduti in ascolto sul prato. Così al Giardino dei
Giusti di tutto il mondo al Monte Stella di Milano si è celebrata la
seconda Giornata europea dei Giusti, che ha voluto porre l’accento
proprio sul contributo alla causa del bene che è stato dato lungo i
decenni da uomini e donne diversi per retroterra culturale, ma uniti
dall’impegno incondizionato per i valori della giustizia, della
libertà, della salvaguardia della vita umana. A organizzare la
cerimonia, l'Associazione Giardino dei Giusti con la collaborazione di
Gariwo, Comune di Milano e Unione delle Comunità Ebraiche Italiane.
Per gli studenti e il pubblico giunto numeroso, la possibilità di
ascoltare storie di famiglia, storie di amicizie, che si sono
intrecciate nella grande Storia, grazie al ricordo delle sei figure che
il Giardino del capoluogo lombardo, promotore della Giornata, ha scelto
di accogliere quest’anno: i milanesi Giuseppe Sala, Fernanda Wittgens e
don Giovanni Barbareschi, Nelson Mandela, Beatrice Rohner, Giovanni
XXIII.
Grande l’emozione espressa dal Consigliere UCEI Giorgio Mortara nel
presentare i Giusti attivi nella resistenza contro il nazifascismo e
protagonisti della rete di salvataggio per soccorrere perseguitati
ebrei e oppositori politici. Grandissimo entusiasmo di tutti anche per
un ospite d'eccezione: l'ex calciatore e attuale allenatore del Milan
Clarence Seedorf, da sempre impegnato nella battaglia contro il
razzismo e per lo sport come strumento di promozione dei valori.
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SOCIAL NETWORK La rete chiede, Peres risponde
“Sono
qui con voi, pronto a rispondere alle vostre domande”. “Lei è il
simbolo di Israele. Presidente perché non si ricandida alle prossime
elezioni?”, “Grazie ma esistono delle regole e tutti i cittadini devono
rispettare le leggi di Israele”. Tempestato di domande sul suo futuro,
il presidente di Israele Shimon Peres si è divertito – almeno questo
testimonierebbe la foto sorridente sul suo profilo – a rispondere alle
decine di quesiti postati sulla sua bacheca Facebook per il collaudato
esperimento social “The presidential Facebook Q&A”. Un'ora di botta
e risposta in cui Peres ha dimostrato per l'ennesima volta la sua
capacità di comunicare con le persone, utilizzando la via 2.0 per
entrare in contatto con uomini e donne di Israele e di tutto il mondo.
E visto l'apprezzamento di tutti gli intervenuti, questa modalità
sembra piacere al popolo della rete che ha raccolto con entusiasmo la
proposta di Peres, facendo piovere sul suo profilo centinaia di
domande: cosa farà dopo la presidenza, in scadenza a luglio, è
possibile una pace in Medio Oriente, ci sono errori del passato che,
tornando indietro, non commetterebbe più, qual è il segreto di una
buona leadership, sarà l'anno della liberazione di Pollard. Temi cari a
una comunità che va da Israele al Messico e che in Peres vede una
guida, non nascondendo qualche preoccupazione per il futuro della
presidenza israeliana quando a luglio il discepolo di Ben Gurion
lascerà il suo incarico.
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LA SOLIDARIETà DEL PRESIDENTE UCEI
Nuove minacce da Militia
Ampia
solidarietà al presidente della Comunità ebraica di Roma Riccardo
Pacifici, minacciato ieri da un militante del gruppo di estrema destra
Militia in occasione di un'udienza del processo che vede alla sbarra
sette esponenti del movimento per i reati di associazione per
delinquere, violazione della legge Mancino, diffusione di idee fondate
sull'odio razziale ed etnico, apologia del fascismo, deturpamento di
cose altrui, procurato allarme, minacce alle istituzioni e ai loro
rappresentanti. A prendere immediatamente contatto con Pacifici anche
il presidente dell'Unione delle Comunità Ebraiche Italiane Renzo
Gattegna, che in un messaggio ha parlato di “episodio ignobile che
pienamente qualifica chi si è reso protagonista di tali affermazioni”.
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Setirot
- La speranza, la paura |
Ho
la fortuna di conoscere Bruno Segre da parecchi anni e per quel “dolce
vecchio” dall’aria pacatamente solida provo stima e affetto. Le sue
riflessioni, nel corso del tempo, hanno accompagnato e stimolato una
piccola (?) parte dell’ebraismo italiano; si può condividerle o meno,
certamente non si possono ignorare. Ammetto che Bruno mi abbia
affascinato anche per quell’aria da intellettuale-profeta “nato” nel
Movimento Comunità fondato da Adriano Olivetti. Fatto sta che con
grande interesse sto leggendo (e in certi casi rileggendo) alcuni suoi
scritti raccolti oggi in un volume pubblicato da Wingsbert House.
Stefano Jesurum, giornalista
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