6 Novembre 2016 - 5 Cheshvan 5777 |
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Su Pagine Ebraiche 24, la Newsletter
quotidiana di metà giornata, oggi i pensieri del rav Benedetto Carucci
Viterbi e di David Bidussa. Nella sezione pilpul una riflessione di
Claudio Vercelli.
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Evan McMurry
@evanmcmurry
4 nov
Jewish voters back Clinton 73-18% in @ABC News/WaPo tracking poll, a wider margin than in 2012
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#PE24BreakingNews
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Il vicepremier libico Maitig:
"Collaboriamo sui migranti"
Sono
già rientrati in Italia Bruno Cacace e Danilo Calonego, i due tecnici
rapiti in Libia il 19 settembre scorso (verosimilmente per errore). La
loro liberazione è così commentata dal vicepremier libico Ahmed Maitig,
intervistato da Repubblica (Vincenzo Nigro): "Nel Fezzan, Italia e
Libia insieme hanno dato un esempio al mondo di come possiamo lavorare
insieme. L'Italia ha capito perfettamente come rispettare i nostri
uomini, i nostri funzionari: l'Italia ha capito che non era possibile
montare un'operazione segreta in Libia, ma bisognava rispettare le
nostre prerogative. Un esempio che altri paesi devono seguire: non
possono venire qui ad agire senza il nostro permesso".
Tra i temi toccati anche la questione dei migranti e la cooperazione in
corso in questo ambito tra i due governi. "L'immigrazione riguarda
l'Italia, l'Europa, ma è un dramma anche per la Libia. La Ue non ci ha
dato ascolto: solo adesso con l'Italia abbiamo iniziato a lavorare
insieme, in parallelo, da uguali, aiutandoci reciprocamente. Aspettiamo
ancora l'Europa - afferma Maitig - aspettiamo che la Ue si impegni
soprattutto con i paesi africani da cui proviene l'immigrazione
illegale".
L'eredità Montalcini. La
faida familiare esplosa nelle scorse ore sull'appartamento torinese in
cui Rita Levi Montalcini studiò negli anni delle Leggi Razziste
continua a far discutere. "Non sono mai stati troppo legati i fratelli
Montalcini, fin da piccoli, come raccontano amici e parenti, troppo
diversi per amarsi: sempre in prima fila Piera, impegnata in politica e
nella conservazione della memoria del padre e delle due zie di cui
andare, a dir poco, fiera. A Emanuele, tutto questo gran da fare è
sempre parso eccessivo, per qualcuno addirittura, ha rappresentato un
peso schiacciante" scrive La Stampa (Emanuela Minucci).
Alla morte della mamma, il cuscino che aveva sempre evitato lo scontro
fra i due fratelli, il signorile stabile di corso Re Umberto 10 (dove
abitano entrambi) "si è trasformato in un ring: sino al ko tecnico
della serratura cambiata dal fabbro".
La crisi di Suez, 60 anni dopo. Sul
Messaggero, una riflessione di Fabio Nicolucci nel 60esimo anniversario
della guerra del Sinai e della crisi di Suez. "Il vero motivo per cui
questo passaggio storico è quasi rimosso o vissuto con fastidio nel
pubblico dibattito in Israele e anche europeo - scrive Nicolucci - sta
nella durezza della lezione che ne conseguì. Una lezione che però oggi
può tornare utile, vista la similitudine con i grandi cambiamenti che
stanno investendo la regione".
Un sopravvissuto. Su Repubblica, Wlodek Goldkorn recensisce Un sopravvissuto
di Moritz Scheyer, testimonianza della Shoah ritrovata e fatta dare
alle stampe da un nipote. "Che cosa c'è di eccezionale in Un
sopravvissuto? La risposta è semplice e sia permessa l'analogia con
Primo Levi. I libri di Levi su Auschwitz sono una testimonianza così
potente perché scritti da un grande romanziere. Ecco, Un sopravvissuto
è vera letteratura. La prosa è limpida e trascinante. Lo stile è quello
dei grandi autori del '900; da Zweig a Arthur Koestler".
Adam Smulevich
twitter @asmulevichmoked
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