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29 dicembre 2016 - 29 Kislev 5777
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festeggiando Chanukkah

L’energia che dipende da noi

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Il turista che va in Irlanda non può mancare di visitare uno dei più impressionanti monumenti dell’antichità, risalente a circa 5 mila anni fa. Nella necropoli di Newgrange, poco a nord di Dublino, un enorme tumulo emisferico presenta una piccola apertura sopra la porta con un lungo cunicolo che s’illumina con la luce solare, per pochi minuti, in un solo giorno dell’anno: il 21 dicembre, solstizio invernale. Segno di perfezionate conoscenze naturali agli albori della civiltà e probabilmente di un culto solare. Che cosa c’entra con Chanukkah, la festa apparentemente più recente del calendario ebraico? C’entra, per strade sotterranee e rimosse. Ogni festa ebraica ha più significati, associando di solito un significato agricolo a uno storico religioso. Ma quando parliamo di Hanukkah pensiamo subito alla rivolta dei Maccabei e al miracolo dell’olio. E’ così, ma non solo. Dentro Chanukkah ci sono tante cose. Chanukkah è una scala che bisogna salire fermandosi ad ogni gradino per capire. La festa più recente del calendario ebraico è la più antica, la prima, istituita da Adamo, il primo uomo, che vedendo le giornate solari accorciarsi fu preso dal panico, e si rasserenò solo quando vide che dopo il solstizio invernale le giornate tornavano a allungarsi. Lo racconta il Talmud (Av. Z. 8a), che precisa che la festa di Adamo durava otto giorni e presto degenerò in un culto idolatra. Il Talmud sta attento qui a non parlare di Chanukkah, ma l’analogia è ben evidente.

Riccardo Di Segni, rabbino capo di Roma

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ORIZZONTI

‘Rent-a-Jew’ contro l’antisemitismo
Una nuova iniziativa in Germania

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Il titolo, per stessa ammissione dei suoi ideatori, può suonare provocatorio se non addirittura offensivo. Eppure l’obiettivo di “Rent-a-Jew” è tutt’altro che offendere, anzi: offrire un nuovo strumento, informale e immediato, per diffondere la conoscenza dell’ebraismo e degli ebrei in Germania.
“La Germania è un paese di circa 81 milioni di abitanti - soltanto 200mila dei quali sono ebrei. Come conseguenza, la maggior parte dei tedeschi non hanno mai incontrato una persona di religione ebraica, nonostante la Shoah sia un tema onnipresente nella vita pubblica e nei libri di scuola. Molti ebrei, d’altra parte, vogliono essere visti come più che comuni stereotipi, considerati più che vittime. Ed è qui che Rent a Jew entra in gioco”, si legge sul sito dell’iniziativa, che è stata lanciata da Jüdisches Medienforum con il supporto della European Janusz Korczak Academy e la collaborazione dell’Agenzia ebraica di Israele.
Il meccanismo previsto è semplice: gruppi e istituzioni del mondo dell’educazione o dell’associazionismo religioso, scuole, comunità, enti culturali possono rivolgersi all’organizzazione perché mandi loro un appartenente alla comunità ebraica tedesca. Non per una conferenza, ma per una chiacchierata, per raccontare la propria vita e il proprio ebraismo, in un incontro faccia a faccia.

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ORIZZONTI  

La lezione tragica
di Aleppo

Il 2016 resterà nella storia come l'anno della mattanza della città siriana: 53 mesi di combattimenti con decine di migliaia di morti. Uno dei punti centrali della crisi è la presenza di gruppi armati islamisti persino più feroci di quelli di Daesh di Paolo Mieli I12016 resterà nella storia (almeno quella della crisi mediorientale) come l'anno della mattanza di Aleppo. La battaglia è andata avanti per cinquantatré mesi, dal 19 luglio 2012 al 22 dicembre scorso; ha prodotto una carneficina con decine di migliaia di morti che è stata, un po' impropriamente, assimilata a quelle di Srebrenica in Bosnia (1995) e di Grozny in Cecenia (1999-2000). Rimarranno a certificazione di quella e altre stragi perpetrate in Siria dal 2011 ad oggi, le foto della cosiddetta Esposizione Caesar (53.000 immagini che documentano le sofferenze inflitte da Assad ai suoi oppositori) già presentate al Museo dell'Olocausto di Washington e nel Palazzo dell'Onu di New York: la presidenza della nostra Camera dei deputati, interpellata dagli organizzatori, ne ha sì riconosciuto l'«altissimo valore civile di testimonianza» ma si è poi dichiarata «sede inopportuna» ad ospitare la mostra perché le scolaresche quotidianamente in visita avrebbero potuto rimanerne turbate.



Paolo Mieli, Corriere della Sera
28 dicembre 2016


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orizzonti 

L’accordo che spartisce
la Siria fra i tre ex imperi

L’accordo di tregua Russia-Turchia-Iran non è la fine della guerra in Siria, ma una sorta di spartizione in sfere di influenza tra gli eredi di tre ex imperi. Erdogan esce ridimensionato, e con lui la politica occidentale che adesso gli deve qualche cosa: da leader spregiudicato presenterà il conto.
Ha comunque perso la guerra (almeno la prima parte). Per cinque anni ha proclamato che Assad doveva andarsene, aprendo l'"autostrada della Jihad" per far affluire migliaia di combattenti in Siria con il consenso dell'ex segretario di Stato Hillary Clinton e i soldi di Arabia Saudita e Qatar. È stato creato una sorta di Afghanistan alle porte dell'Europa per foreign fighters e terroristi da lanciare contro Assad, un autocrate laico e alauita, alleato di Teheran e Mosca, insomma il "nemico perfetto". La realtà è che Erdogan, con Stati Uniti, Francia e potenze arabe sunnite, voleva far fuori il regime e ha importato in casa l'instabilità del Medio Oriente come testimoniano dozzine di sanguinosi attentati. Anche l'Europa, non solo Erdogan, dovrebbe riflettere sulla sua arrogante insipienza. È stato poi complice dell'Isis con il traffico di petrolio (come del resto Assad) e ha sostenuto il Califfato contro i curdi siriani: per queste notizie corredate da prove fu messo in carcere il direttore di Cumhurriyet, Dundar.

Alberto Negri, Il Sole 24 Ore
29 dicembre 2016


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Shir shishi, una poesia per erev shabbat

Chanukkah, Chanukkah

img headerIn fondo non si può non indicare qualche canzoncina di Hanukkah. Lo yetzer hara dice gracchiando "Un altro canto della festa più oleosa dell'anno…", mentre l'istinto buono (non buonista) indica la bellezza del cantare insieme, quando grandi e piccoli scacciano, con mano tesa e il piede che batte per terra, la tenebra dell'inverno, i seleucidi e ogni altro nemico del passato e del presente che osa privarci della libertà. Con gli anni la festa è stata adottata dai gruppi giovanili sionisti, dai club sportivi, tanto che nei ghetti agivano i giovani maccabei svolgendo attività con quei ragazzi privati di tutto. In Israele molte squadre di calcio e di basket hanno scelto il nome Maccabi e la Maccabiah è una mini olimpiade ebraica, che raccoglie tanti sportivi ebrei da tutto il mondo. Perfino una struttura di assistenza medica porta il nome del figlio di Matityahu l'Asmoneo.
Ma poiché vogliamo cantare e divertirci, riprendiamo una delle deliziose canzoni composta da un grande educatore, scrittore e poeta per bambini: Levin Kipnis, che aveva come missione l'insegnamento della lingua ebraica alla società di immigranti a cui mancavano ninne nanne, canzoni per le feste e i compleanni. Il giovane letterato Levin giunse in Palestina dalla Polonia nel 1913. Nel 1987, dopo aver scritto centinaia di classici per bambini, ha vinto il Premio di Israele e dopo la sua morte, è stato costituito a Tel Aviv un centro Kipnis dedicato alla letteratura per bambini.
Ha scritto Sevivon, sov, sov, sov (Gira, gira trottolina), Racconto della Hanukkya e la semplice e graziosa canzone Chanukkah, Chanukkah, da intonare prima o dopo i bomboloni.

Chanukkah, Chanukkah, un momento tanto bello, 
nel conforto della luce, gioia di ogni fanciullo.
Chanukka, Chanukkah, gira, gira la trottola,
gira di qui e gira di là,
quanto tutto è bello e colmo di felicità.

Sarah Kaminski, Università di Torino

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