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21 aprile 2017 - 25 Nissan 5777
PAGINE EBRAICHE 24


ALEF / TAV DAVAR PILPUL

alef/tav

Pierpaolo Pinhas Punturello, rabbino
Per motivi demografici e forse anche in parte legati all’uso sinagogale, sono poche le comunità italiane dove almeno un venerdì sera al mese si canti il componimento “Maskil Michtam” del rabbino Mordechai Lattes di Roma vissuto probabilmente nel secolo diciottesimo.
 
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Gadi
Luzzatto
Voghera,
direttore
Fondazione CDEC
Si chiamavano Franco Cesana, oppure Eugenio Curiel, Leopoldo Schoenhaut, Primo Levi, Matilde Finzi e insomma un migliaio fra ragazzi e ragazze che dopo l’8 settembre 1943 hanno scelto la lotta, come italiani e come ebrei. Poi a loro si sono aggiunti i cinquemila ragazzi della Jewish Brigade inquadrati nell’esercito britannico e impegnati al fianco degli Alleati a riconquistare palmo a palmo l’Italia e a liberarla. La Fondazione CDEC da molto tempo conserva numerose buste d’archivio con interessanti documenti sulla partecipazione ebraica alla lotta partigiana in Italia e sta avviando un importante progetto di ricerca su diversi archivi in Italia e all’estero. C’è poi da restituire una biografia ai ragazzi della Brigata caduti nella campagna d’Italia e sepolti al cimitero di Piangipane, nei pressi di Ravenna. Si lavorerà anche su questo perché il nostro compito è quello di restituire un volto alla storia, e di raccontarla ai giovani di oggi sulla base di una solida documentazione. Tutto questo lavoro è necessario, se si vuole dare un senso alle manifestazioni del 25 aprile, senza cedere a distorsioni che hanno l’amaro sapore del negazionismo.
 
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Israele: “Azione USA
esempio per il mondo”
"È stato rivendicato dall'Isis l'attentato terroristico che ieri ha colpito il cuore di Parigi: nella notte, sugli Champs Élysées, un uomo ha sparato contro un veicolo della polizia uccidendo un agente e ferendone gravemente altri due. L'attentatore è poi stati ucciso da altri agenti presenti sul luogo dell'attacco. “In pochi secondi – scrive il Corriere della Sera, ricostruendo i fatti di Parigi - si è verificato l'attentato che molti temevano, a tre giorni dal primo turno di un'elezione presidenziale cruciale per il futuro della Francia e dell'Europa”. Domenica infatti milioni di francesi andranno alle urne e grande preoccupazione in Europa desta il ruolo del partito populista guidato da Marine Le Pen, il Front National. Secondo l'intellettuale Marek Halter, intervistato da Repubblica, “Marine Le Pen è il cavallo di Troia dei terroristi per infiltrare nella nostra società l'intolleranza e il razzismo. Per fortuna ci sono i giovani, saranno loro a fermare gli estremismi”. Per Halter, la Le Pen riuscirà a vincere domenica al primo turno ma cadrà al ballottaggio.

Verso il 25 aprile. Ancora ampio spazio sui quotidiani italiani sulle polemiche legate alla Festa della Liberazione e in particolare alla manifestazione romana che non vedrà, come annunciato, la partecipazione della Comunità ebraica capitolina in polemica con la sezione locale dell'Anpi a causa della partecipazione delle bandiere palestinesi e dei ripetuti insulti diretti alla Brigata Ebraica. Ma come ha ricordato il presidente del Senato Pietro Grasso in un'intervista esclusiva a moked.it, “Chi attacca la Brigata Ebraica si pone fuori dal 25 Aprile”. Sul Corriere della Sera, Paolo Mieli spiega poi che “appare più che giustificata la decisione della presidente della Comunità ebraica di Roma Ruth Dureghello di non aderire alla manifestazione promossa dall'Anpi in occasione del 25 Aprile e di promuoverne una propria. Eviterà così agli ebrei romani di essere coinvolti in quelli che il giorno dopo sarebbero stati definiti dai media “incidenti” e che sono invece aggressioni a coloro che sfilano dietro le bandiere della Brigata ebraica”.
 
Milano, uniti per il 25 aprile. Diversa la situazione a Milano dove sfilerà il presidente Grasso e dove saranno presenti come ogni anno i simboli della Brigata ebraica. Qui l'Anpi locale, guidato da Roberto Cenati, si è più volte speso a difesa del pieno diritto della Brigata di far parte del corteo della Liberazione. Cenati, intervistato sia da Repubblica che dal Corriere, ricorda come qualsiasi contestazione a Milano alla Brigata sia sempre stata stigmatizzata “e quest'anno abbiamo fatto un passo in più. Abbiamo invitato la comunità ebraica, con la quale c'è un rapporto molto stretto, a entrare nel Comitato, proprio per la delicatezza del momento”. Milo Hasbani, copresidente della Comunità ebraica di Milano assieme a Raffaele Besso, esprime però un disagio: “Vedo cambiato il 25 Aprile. - afferma Hasbani a Repubblica - Sta entrando molto la politica. C'è chi sfila contro di noi. E noi dobbiamo stare in corteo scortati dalla digos e dai carabinieri. Non siamo liberi. È normale?”. Sul diritto di ricordare la Brigata, anche le parole dell'assessore alla Cultura della Comunità ebraica milanese Davide Romano, che ricorda la prima sfilata a Milano nel 2003 con le bandiere che rappresentano quei 5mila volontari ebrei arrivati in Italia per liberarla dal nazifascismo, e da Roma di Riccardo Pacifici (Corriere).
 
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  davar
LA PROPOSTA DI LEGGE in parlamento
Brigata Ebraica, sì della Camera
"Risposta forte alle polemiche"

“Il voto favorevole di tutti i gruppi è la giusta risposta a chi ancora in questi giorni usa le celebrazioni del 25 aprile per dividere e dare patenti di militanza politica. È anche una risposta per contrastare le polemiche strumentali di chi confonde il ricordo della Brigata Ebraica con questioni di geopolitica, assolutamente importanti, che nulla però c’entrano con una vicenda che è puramente storica”.
Non nasconde la soddisfazione Lia Quartapelle, parlamentare del Partito Democratico, per il voto favorevole espresso ieri pomeriggio dalla Commissione Difesa della Camera sulla proposta di legge (di cui è prima firmataria) che punta a far attribuire la medaglia d’oro al valor militare all’eroico gruppo di volontari giunti dall’allora Palestina mandataria (il futuro Stato di Israele) per aiutare a liberare il paese dal nazifascismo. Un voto particolarmente significativo, perché arrivato nel pieno di nuove indecenti provocazioni che puntano ad occultare la memoria della Brigata e a riscrivere la Storia di quei mesi e di quelle scelte. Una storia che è di tutti, nessuno escluso.
La speranza dei promotori è che la proposta possa presto arrivare in Senato, così da aprire la strada in modo definitivo al riconoscimento. Assicura al riguardo l’onorevole Quartapelle: “Nei prossimi passaggi continueremo a lavorare perché la Brigata Ebraica sia parte di una memoria nazionale condivisa. Così come facciamo al corteo del 25 aprile a Milano, scortando la Brigata Ebraica per permettere loro di partecipare alla manifestazione, grazie anche alla posizione dell’Anpi Provinciale di Milano attenta ogni anno a far rispettare lo spirito unitario e democratico delle celebrazioni del 25 aprile”. È il modo migliore, sottolinea Quartapelle, per onorare il coraggio e la forza di animo “di chi seppe mettersi a servizio di un ideale più grande”.
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il messaggio della presidente ucei
"Brigata Ebraica e Liberazione,
ricordiamo tutti i nostri eroi"

In prossimità delle celebrazioni per il 25 Aprile, la Presidente dell'Unione delle Comunità Ebraiche Italiane Noemi Di Segni ha diffuso il seguente messaggio:

Ci avviciniamo al 25 Aprile, ad una nuova celebrazione della festa della Liberazione, nelle diverse piazze e città, da vivere con intensità ed attenzione.
Una ricorrenza che più di altre ci ricorda la centralità del valore più prezioso di cui disponiamo e che ci è stato dato in dono, che ci ha accompagnato per oltre 70 anni di democrazia, grazie al coraggio e all'eroismo di chi seppe dire no alla dittatura.
Ricordiamo la liberazione dall’occupazione dal nazi fascismo, prolungatosi per diversi decenni fino al ’45, per riaffermare l’identità e l’indipendenza italiana.
Liberazione – il non essere più oppressi e segregati - concetto ben diverso dalla libertà. Quest’ultima non presuppone l’assenza di ogni vincolo e di anarchia, ma al contrario, assunzione di regole e responsabilità, delle istituzioni e dei singoli, in una società che intende riconoscere il valore di ciascun individuo e ciascun credo.
Un messaggio quanto mai attuale e da trasmettere ai giovani che non hanno mai visto né vissuto una guerra - la vera guerra che uccide veramente - in un momento in cui nuove terribili minacce di odio, oblio, e negazione dei diritti fondamentali si affacciano sul nostro presente e gettano un'ombra sempre più cupa sul loro futuro.
Il 25 Aprile è festa e rievocazione dei momenti finali della vittoria ma, soprattutto, di reale conoscenza e ferma consapevolezza di quanto accaduto nei lunghi interminabili anni di guerra contro i regimi nazifascisti.
Questo è il 25 Aprile al quale le Comunità ebraiche italiane partecipano accoratamente.
È una data che evoca delle scelte ben precise ed è bene rimarcarlo: da una parte chi lottò per affrancare il paese e l'Europa intera, dall'altra chi si impegnò per prolungare in tutti i modi sofferenze e atrocità e ancora, e purtroppo, gli indifferenti.
Tra coloro che hanno lottato per la liberazione, fondamentale il ricordo dei Partigiani, tra i quali molti nostri correligionari, centinaia e centinaia per lo più giovani e giovanissimi, cosi come il ricordo dei combattenti della Brigata ebraica. Oltre 5mila eroici volontari giunti dall’allora Palestina (dove oggi sorge lo Stato di Israele), a quel tempo sotto mandato britannico, che furono artefici, nel nostro Paese, di alcune azioni militari di importanza strategica al fianco delle Forze alleate.
Chi nega ai rappresentanti e discendenti della Brigata il diritto di sfilare, con serenità e sicurezza, insieme alle associazioni partigiane disattende alla propria missione, si pone inequivocabilmente fuori dalla Storia o ne racconta una diversa. Lo stesso vale per chi, a nome dei partigiani tutti, incoraggia la partecipazione di gruppi e forze che non solo ignorano quella vicenda e ne sono temporalmente totalmente estranei, ma addirittura le contrappongono simboli e drappi un tempo al fianco di Hitler nel progetto di annientamento del popolo ebraico.
Con rammarico prendiamo atto di scelte, come quelle dell’Anpi di Roma, volte al riconoscimento di ogni istanza e rivendicazione strumentalmente legate all’attualità e ad altri conflitti che nulla hanno a che vedere con il passato che siamo chiamati a celebrare.
Non è questo il 25 Aprile al quale le Comunità ebraiche italiane intendono partecipare.
Sono incoraggianti invece i segnali che ci arrivano da diverse città d’Italia e da Milano, città medaglia d’oro alla resistenza, dove da molti anni le Istituzioni, l’Anpi e altre ammirevoli associazioni fanno fronte comune a difesa della memoria collettiva, riconoscendo anche quella della Brigata Ebraica, nel più importante corteo nazionale, e nel quale sarà presente il gonfalone dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane.
Ricorderemo il contributo della Brigata Ebraica, assieme a moltissimi ragazzi che accompagneranno quest’anno la delegazione dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane, il prossimo Primo maggio mattina a Piangipane (Ravenna), presso il cimitero di guerra dove riposano quanti, in quell'impresa, sacrificarono la loro vita per donare la libertà a tutti gli italiani.
Per tutto ciò, salutiamo con riconoscenze l’iniziativa legislativa in via di approvazione di assegnare ai combattenti della Brigata la medaglia al valore militare, e parteciperemo con orgoglio e senza temerarietà alle celebrazioni di questo nuovo appuntamento con la nostra storia.
 
Noemi Di Segni
Presidente dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane
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l'assemblea del world jewish congress
Il mondo ebraico a New York
per parlare delle sfide future

Saranno oltre 600 i rappresentati delle Comunità ebraiche di tutto il mondo, tra cui la delegazione italiana, a partecipare all'Assemblea plenaria del World Jewish Congress che aprirà i battenti questa domenica a New York. Ospite atteso nel primo dei quattro giorni di lavoro dell'Assemblea, Antonio Guterres, Segretario generale della Nazioni Unite (nell'immagine con il presidente del World Jewish Congress Ronald Lauder), che nel suo intervento toccherà una delle questioni più sentite all'interno del mondo ebraico internazionale: i ripetuti tentativi di attaccare e delegittimare Israele in sedi come l'Onu e l'Unesco. Guterres aveva già resa nota la sua posizione sulla strumentalizzazione del conflitto tra israeliani e palestinesi, promettendo di farsi garante di un atteggiamento equilibrato nei confronti d'Israele. La sua presenza all'Assemblea al World Jewish Congress segna un momento importante: sarà infatti la prima volta che il più alto rappresentante dell'Onu si troverà a parlare di fronte ai rappresentanti dell'ebraismo mondiale.
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COLLEGIO RABBINICO - L'INCONTRO
Il significato di Gerusalemme
tra Talmud e Midrash

A cinquant’anni dalla riunificazione di Gerusalemme, ricorrenza che sarà segnata da importanti iniziative istituzionali nelle prossime settimane, il Collegio Rabbinico Italiano avvia una riflessione sul significato di questo storico evento.
Un incontro a più voci, in programma domenica 23 aprile, per riflettere sul significato e sul peso di “Yerushalaim” (Gerusalemme) nel Talmud, nel Midrash, nei testi della Tradizione.
L’incontro, che prenderà avvio alle 10, vedrà protagonisti rav Riccardo Di Segni, rabbino capo di Roma e direttore del Collegio Rabbinico; rav Tuvya Lifshitz, direttore didattico della Yeshivat Hakotel; rav Ron Klopstock, docente del Kollel della Yeshivat Hakotel.
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qui ferrara
Musei ebraici italiani
L’unione fa la forza

Confrontarsi su idee ed esperienze, costruire nuovi percorsi coordinati e ampliare l’offerta culturale dell’ebraismo italiano. È con questi obiettivi che referenti e direttori dei principali musei ebraici – Bologna, Casale Monferrato, Firenze, Livorno, Roma, Siena e Venezia – si sono riuniti a Ferrara, ieri pomeriggio, su invito del Museo Nazionale dell’Ebraismo Italiano e della Shoah di Ferrara.
Coordinato da Simonetta Della Seta, direttrice del MEIS, il tavolo operativo ha dapprima passato in rassegna i programmi di ciascuna delle realtà museali coinvolte, rappresentate da Marcella Ansaldi e Michela Zanon, rispettivamente direttrice e coordinatrice CoopCulture del Museo ebraico di Venezia, Claudia De Benedetti, presidente della Fondazione Arte Storia e Cultura Ebraica a Casale Monferrato e nel Piemonte Orientale – ONLUS, Anna Di Castro, responsabile culturale del Museo ebraico di Siena, Dora Liscia Bemporad, direttrice del Museo ebraico di Firenze, Vincenza Maugeri, direttrice del Museo ebraico di Bologna, e Lia Toaff per il Museo ebraico di Roma. Dalla grande mostra sulla Menorah che proprio il museo romano inaugura il prossimo 15 maggio, insieme ai Musei Vaticani, fino al cinquecentenario, nel 2019, della nascita di Cosimo I de Medici, responsabile dell’istituzione del ghetto fiorentino; dall’iniziativa “Giudeccando”, promossa dal Museo di Venezia e legata all’arte contemporanea, in occasione della Biennale, alle sinergie della Casale Monferrato ebraica con il Salone del Libro di Torino: il panorama museale ebraico italiano è in fermento, come dimostra anche l’allestimento del MEIS “Lo Spazio delle Domande”, con il suo originale giardino.
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qui milano - l'incontro a tempo di libri
Tra archeologia e identità,
i disegni di Rutu Modan

Parlerà di archeologia il prossimo lavoro di Rutu Modan, pluripremiata autrice israeliana di fumetti, protagonista ieri della rassegna milanese Tempo di Libri. Rispondendo alle domande della giornalista dell'Unione delle Comunità Ebraiche Italiane Ada Treves e di Giovanni Russo, coordinatore di Lucca Comics, Modan - di cui in Italia sono usciti Unknown/Sconosciuto e La proprietà (Rizzoli-Lizard) - ha raccontato brevemente il suo ultimo progetto che vede al centro l'archeologia: un'equipe di persone guidate da una donna, protagonista della storia, si reca nella West Bank per scavare in cerca di reperti legati alla presenza ebraica in quei luoghi. “Per il momento sto scrivendo lo script: dietro c'è oltre un anno di lavoro e il mio primo obiettivo ora è quello di rendere umani i miei personaggi. Soprattutto devo far sì che la storia di una donna di quarant’anni che lascia tutto per andare in cerca di reperti archeologici sia convincente. Voglio scrivere un libro che sia interessante, divertente e appassionante come Indiana Jones. Qualcosa che non si possa smettere di leggere”. Non si tratta di un reportage giornalistico, spiega Modan a Russo e Treves, che ha ricordato la meticolosità con cui lavora la fumettista israeliana. La politica non è al centro del libro seppur rientri sotto altre forme.
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qui torino 
La Resistenza è per sempre
Nei locali della Comunità ebraica di Torino è andato in scena “Resistere per sempre”, atto unico in cinque scene che ripercorre attraverso musiche e letture gli anni più crudi della seconda guerra mondiale. Serata organizzata dall’Associazione Ex Allievi e Amici della Scuola Ebraica di Torino, assieme alla Comunità. Lo spettacolo è stato promosso e prodotto da ANPI Cuneo, con il patrocinio e contributo del Consiglio Regionale del Piemonte. Presente la Presidente ANPI Cuneo, Ughetta Biancotto. Poesie, ideazione e organizzazione di Ornella Giordano. Testi e regia di Beppe Valperga.
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pilpul
Liberati e liberatori
Palestinesi, sionisti, americani, no Tav, Maori. Chi tra questi ha partecipato alla liberazione dell’Italia dal nazifascismo? E chi tra questi è considerato abitualmente di casa nelle celebrazioni del 25 aprile? Basta provare a rispondere a queste due domande per constatare che il 25 aprile è una festa bizzarra, una miniera di paradossi. C’è chi parla allegramente di Resistenza contro la Tav (o magari contro l’euro), come se si trattasse di una continuità evidente di per sé, che non necessita di spiegazioni. E al contempo chi ha davvero liberato l’Italia non sempre viene riconosciuto adeguatamente. Giustamente ci scandalizziamo se vengono fischiati gli stemmi della Brigata Ebraica, ma dubito che una bandiera americana sarebbe trattata molto meglio. Quanto ai Maori neozelandesi, devo ammettere che so della loro partecipazione alla liberazione dell’Italia solo perché da piccola mi capitava di camminare in montagna al ritmo dell’inno del Battaglione Maori cantato dal nostro amico comandante partigiano Silvio Ortona. Altrimenti temo che non ne saprei nulla, come – immagino – la stragrande maggioranza degli italiani. 

Anna Segre, insegnante
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Il virus del riarmo
Come spiegare il perché a un tratto il pianeta, dopo trent'anni dalla fine della guerra fredda, sia di nuovo contagiato dal virus del riarmo e dell'aumento della "spesa militare"? Secondo La Stampa in testa vi sarebbero sauditi, cinesi, statunitensi e russi, e il dilemma è sempre lo stesso come quello dell'uovo e delle gallina "se sono le guerre ad alimentare il mercato delle armi o è il contrario". Donald Trump avrebbe dovuto portare la "pace" o meglio aveva fatto capire che il resto del mondo poteva fare le guerre che voleva ma a lui non importava poi granché – si ricordi il primo colloquio con Benjamin Netanyahu -, l'America doveva venire "prima di tutto", e più volte aveva definito fallimentare la politica interventista dei suoi predecessori.

Francesco Moises Bassano
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Radicalismi
Che rapporto c’è tra lo sviluppo storico dei tre monoteismi e i loro testi di riferimento e ispirazione? I loro radicalismi sono una conseguenza intrinseca alle loro fonti oppure no? Daniel Sibony, ospite dalla Francia al prossimo Moked discute questa domanda nel suo ultimo libro. 

Ilana Bahbout
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