Musei ebraici italiani
L’unione fa la forza

Confrontarsi su idee ed esperienze, costruire nuovi percorsi coordinati e ampliare l’offerta culturale dell’ebraismo italiano. È con questi obiettivi che referenti e direttori dei principali musei ebraici – Bologna, Casale Monferrato, Firenze, Livorno, Roma, Siena e Venezia – si sono riuniti a Ferrara, ieri pomeriggio, su invito del Museo Nazionale dell’Ebraismo Italiano e della Shoah di Ferrara.
Coordinato da Simonetta Della Seta, direttrice del MEIS, il tavolo operativo ha dapprima passato in rassegna i programmi di ciascuna delle realtà museali coinvolte, rappresentate dal Museo ebraico di Venezia, con la direttrice Marcella Ansaldi e la responsabile della gestione dei servizi al pubblico, Michela Zanon – intervenuta anche per il Museo della Padova ebraica -, Claudia De Benedetti, presidente della Fondazione Arte Storia e Cultura Ebraica a Casale Monferrato e nel Piemonte Orientale – ONLUS, Anna Di Castro, responsabile culturale del Museo ebraico di Siena, Dora Liscia Bemporad, direttrice del Museo ebraico di Firenze, Vincenza Maugeri, direttrice del Museo ebraico di Bologna, e Lia Toaff per il Museo ebraico di Roma. Dalla grande mostra sulla Menorah che proprio il museo romano inaugura il prossimo 15 maggio, insieme ai Musei Vaticani, fino al cinquecentenario, nel 2019, della nascita di Cosimo I de Medici, responsabile dell’istituzione del ghetto fiorentino; dall’iniziativa “Giudeccando”, promossa dal Museo di Venezia e legata all’arte contemporanea, in occasione della Biennale, alle sinergie della Casale Monferrato ebraica con il Salone del Libro di Torino: il panorama museale ebraico italiano è in fermento, come dimostra anche l’allestimento del MEIS “Lo Spazio delle Domande”, con il suo originale giardino.
Da questa carrellata è emersa, poi, la necessità di condividere agende e questioni tecniche. Perché non costruire un’unica rete di itinerari ebraici intorno ai musei? O un servizio nazionale di guide dedicate alla cultura ebraica? E perché non concorrere insieme alle richieste di finanziamento per progetti comuni? Interrogativi che, all’incontro di ieri, hanno trovato risposte univoche.
Innanzitutto, l’impegno a un costante aggiornamento reciproco sulle rispettive attività, e l’adozione, dal 2019, di una programmazione partecipata, a partire da un evento sul tema del marranesimo italiano, con capofila il Museo ebraico di Bologna, che festeggerà i suoi primi 20 anni.
Inoltre, l’attivazione di un corso per la formazione, possibilmente presso il MEIS, di guide specializzate in cultura ebraica, che potranno lavorare nei diversi musei e attingere anche dal bacino giovanile delle comunità ebraiche.
Infine, l’attenzione alle collezioni. Della Seta ha sottolineato l’importanza dei prestiti tra musei, affinché i materiali non esposti possano essere adeguatamente recuperati e valorizzati (ad esempio, dallo stesso MEIS, che non dispone ancora di una propria raccolta e che, in certi casi, potrebbe contribuire al restauro). Da qui il suggerimento, avanzato da Liscia Bemporad, di creare un albo di restauratori esperti in oggetti di arte ebraica, con la regia di un comitato scientifico che faccia capo al MEIS e al MiBACT.
Cinque proposte e, intanto, una certezza: all’appuntamento dell’Associazione dei musei ebraici europei (AEJM), in calendario il prossimo novembre a Toledo, i musei ebraici italiani intendono presentarsi coesi e con una piattaforma sempre più unitaria.

Daniela Modonesi

(21 aprile 2017)