(Dis)unità d’Italia

Sto scrivendo un articolo, insieme ad Angelo Piattelli, sui rabbini italiani dal 1861 in poi. Uscirà nel numero della Rassegna Mensile d’Israel curato da Mario Toscano per i 150 anni dell’Unità d’Italia. Uno dei rabbini su cui ci soffermiamo è Vittorio Castiglioni (Trieste 1840 – Roma 1911 ), vice-rabbino a Trieste e poi rabbino capo di Roma. Ho iniziato a spulciare il Vessillo Israelitico (la rivista ebraica più importante dell’epoca) alla ricerca di notizie sull’illustre rabbino e ne ho trovate molte (e molto interessanti) nella rubrica sulle comunità ebraiche italiane. Però, solo dal dicembre 1903 in poi, ossia da quando diventò Rav di Roma. Prima di questo anno, il nome di Castiglioni compare come autore di articoli ma non nelle notizie dalle comunità. Mi è sembrato strano. Castiglioni fu scelto, come indicato nel Vessillo stesso, per le sue grandi doti di rabbino e studioso. Possibile che non ci fosse niente su di lui nelle notizie provenienti dalla sua comunità d’origine? A metà della mia ricerca, mi è cascato l’occhio sulla rubrica riguardante le comunità ebraiche estere (Austria, Francia, Germania, Inghilterra ecc.). Sotto la prima di queste voci, vedo le notizie dalla comunità di Trieste. Allora ho capito. Il rabbino Castiglioni, di nome, lingua e cultura italiana, era pur sempre uno straniero. In altre parole, arrivò a Roma da immigrato (immagino non clandestino). O forse faceva parte dell’equivalente dell’epoca dell’AIRE (Associazione Italiani Residenti all’Estero). Conclusione, mi è toccato riiniziare la ricerca da capo.

rav Gianfranco Di Segni, Collegio rabbinico italiano